Capitolo 61

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Quella ragazza continuava a guardarci con espressione schifata e non si era neppure degnata di salutarci, Harry dal canto suo continuava a guardarla tra lo spaventato e l'incazzato, davvero non ci stavo capendo nulla.
"Piacere Isabelle" mi allungai nella sua direzione porgendole la mano e lo sguardo che lei lanciò, era piuttosto simile a quello che aveva riservato a me ed Harry poco prima.
"Kim" rispose con un cenno del capo, non ricambiando la stretta, che maleducata "ciao Harry" sorrise ampiamente al mio ragazzo e quel sorriso a me non piacque per nulla, aveva qualcosa di troppo...intimo.
"Ciao Kim" rispose lui, sospirando pesantemente, qualcosa non mi tornava e Harry avrebbe dovuto spigarmi perché fra lui e questa presunta cugina c'era tutta quella tensione, cavolo era evidente.
"Oh ma tesoro, entra pure, così facciamo tutti colazione insieme" disse Anne e d'un tratto tutta la fame che avevo sparì, completamente andata.
Non mi andava molto di sedere ad un tavolo con quella ragazza, era una sensazione a pelle e di solito noi donne non ci sbagliavamo mai.
"Certo zia, mi è mancata molto la tua cucina" sorrise, tutto d'un tratto era diventata un angelo di ragazza e risultava ancora più bella di quanto fossi disposta ad ammettere mentre io, beh io al momento ero sicura di avere l'aspetto di una che era stata travolta da un camion, perfetto, davvero perfetto.
Ritornai al fianco di Harry, che mi sorrise nervosamente, prima di affettare la mia mano e trascinarmi in cucina.
"Se vuoi possiamo andare a fare colazione fuori" bisbigliò nel mio orecchio, prima di sederci attorno al tavolo e questa sua improvvisa proposta mi diede molto a che pensare, ma sopratutto mi fece venir voglia di conoscere meglio quella moretta tutta curve e mascara.
Perché cavolo i suoi occhi erano truccati alla perfezione e se non fosse per il fatto che già la odiavo, le avrei perfino chiesto qualche consiglio.
"Avete dormito bene?" Anne non faceva altro che sorriderci, era così dolce, avrei tanto voluto avere anch'io una madre che mi preparava la colazione e che mi sorrideva in quel modo ed istintivamente il mio pensiero corse a Margaret, alcuni giorni sentivo la sua mancanza in un modo inspiegabile, non vedevo l'ora di rivederla.
"Si grazie" ricambiai il sorriso, sperando che le sue domande finissero lì, sarebbe stato alquanto imbarazzate continuare su quell'argomento che prevedeva me ed Harry nello stesso letto, in camera sua.
"È una tua amica?" La domanda di Kim mi fece quasi andare il caffè di traverso, insomma potevo mai essere una sua amica?
"No, é la mia ragazza" rispose Harry alzando il mento con fare superiore.
"La tua che?" Scoppiò a ridere guardando prima me e poi Anne in cerca di un'approvazione che non arrivò.
"Certo cara, Isabelle è la fidanzata di Harry, non trovi che sia adorabile?" Le chiese dando anche a lei una tazza di caffè che sperai con tutta me stessa potesse andarle di traverso.
Lo so ero cattiva, ma le gatte morte proprio non le sopportavano e lei dava l'idea di appartenere a quella specie che purtroppo non si era ancora estinta.
"Già adorabile" commentò con un mezzo sorrisetto, prima di riportare l'attenzione su di Harry, in pratica io per lei ero come invisibile.
"Come è andata la missione?" Posó le sue viscide mani sul braccio di Harry ed il fatto che lui l'avesse ritratto come se si fosse ustionato, mi diede conferma del fatto che frà quei due era successo qualcosa e che probabilmente non si era conclusa nel migliore dei modi, dato il comportamento del mio ragazzo.
Tuttavia non volevo creare nella mia mente scenari dove lui e lei erano a letto insieme, erano pur sempre parenti e fra parenti queste cose non accadevano o almeno sperai che fosse così, non sapevo davvero come avrei potuto reagire ad una cosa simile, il sol pensiero mi metteva i brividi.
"Come vedi sono ancora vivo, quindi bene" non avevo mai sentito quel tono così tagliente lasciare la bocca di Harry, dovevo parlargli ed anche il prima possibile.
"Ragazzi per favore e tu Harry cerca di essere più gentile con tua cugina, é tanto tempo che non vi vedete, sai Isabelle prima avevamo un bellissimo rapporto, stavano sempre insieme"
"Mamma" sospirò Harry, chiudendo per un attimo gli occhi "credo che Isabelle sia stufa dei raccontanti sulla mia infanzia"
"In realtà no" intervenne, trattenendomi dallo spaccare qualcosa "sono davvero curiosa di conoscere qualcosa sul tuo passato, non so praticamente nulla"
"Oh Harry è sempre stato un ragazzo molto riservato, i suoi segreti li svela solo alle persone più importanti della sua vita" ridacchiò quella sottospecie di vipera.
"Allora immagino che tu non sappia proprio nulla di lui" non lo avevo detto davvero, ma dalla risata di Harry senza freni al mio fianco, capì che quella frase l'avevo urlata sul serio.
"Oh non vorresti sapere davvero quello che io so su di lui" rispose Kim, sbattendo con forza la sua tazza sulla tavola.
"Credo che sia arrivato il momento di smetterla" sbottò Harry, afferrando la mia mano e facendomi alzare.
"Smettere cosa?" Inarcai un sopracciglio, incrociando le braccia al petto, se pensava di svignarsela solo per non far parlare quella lì, si sbagliava di grosso.
"Harry, Isabelle non litigate" la madre di Harry ci raggiunse, posando le sue mani sulle nostre spalle "e tu Kim, stai esagerando, non ti sei mai comportata così.."
"Non mi pare di star facendo nulla" scrollò le spalle "la nuova amichetta di Harry sembra un po' irascibile"
"Cosa non ti è chiaro del fatto che io sia la sua ragazza?" Non volevo di certo litigare in casa dei genitori di Harry, non stavo dando affatto un buona impressione, ma quella ragazza non mi stava rendendo le cose molto semplici.
"Isabelle non darle ascolto, è solo frustrata" disse Harry, cercando di riafferrarmi.
"Frustrata io?" Si indico ridacchiando, cosa cazzo aveva sempre da ridere?
"Quello un po abbattuto mi sembri tu, sei cambiato Harry" constatò lasciando scorrere il suo sguardo, lungo tutto il corpo del mio uomo.
"Per fortuna" rispose lui, riuscendo finalmente a prendermi contro la mia volontà, non volevo affatto che quella discussione finisse così.
"Harry aspetta" sbuffai, rischiavo di cadere per quanto correva.
"Non vedo l'ora di conoscere la prossima" urlò quella troia e di scatto mi liberai dalla presa di Harry per farle del male, tanto male, l'avrei ridotta nel peggiore dei modi, ma tuttavia i riflessi di quell'idiota, che sicuramente mi stava nascondendo qualcosa, furono più veloci di me e così mi ritrovai a sbattere ripetutamente la faccia contro le sue gambe mentre mi riportava in camera sua come un sacco di patate.

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