Capitolo 56

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Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dal movimento delle sue mani sul mio corpo.
C'era di tutto in quel bacio, amore, passione, ma sopratutto tanta disperazione, come se non ne potesse più di rimandare e neppure io, nonostante fossi sicura che da lucida non avrei permesso tutto questo.
Allacciai le mie braccia dietro al suo collo, prendendo a muovermi a ritmo di musica, mentre lui affondò la testa nell'incavo del mio, prendendo a morderlo e a succhiarlo.
"Non muoverti" ringhió, posando le sue mani sui miei fianchi, ma non avevo alcuna intenzione di assecondarlo, non quando tutto l'alcool che scorreva nelle mie vene, mi dava il coraggio di fargliela pagare.
"Pensavo ti piacesse" ansimai vergognosamente, quando involontariamente spinse i suoi fianchi contro i miei "mi guardavi mentre ballavo" aggiunsi, ridacchiando senza motivo o forse un motivo c'era, stava impazzendo.
"Non solo io purtroppo" digrignò fra i denti, afferrando il mio mento fra le sue dita "cosa pensavi di fare?" Mi guardò così male, che se i sguardi potessero uccidere, sarei morta stecchita.
"Nulla, volevo solo divertirmi" sorrisi, facendolo innervosire ancora di più.
"Non mi piace il tuo modo di divertirti" borbottò, continuando a tenere fermi i miei fianchi contro quella parete.
"E cosa ti piace Harry Styles?" Sussurrai ad un millimetro dalle sue labbra.
Lo sentì sospirare pesantemente, ma non si allontanò, alzando poi nuovamente gli occhi nei miei.
"Devo davvero dirtelo?" Mormorò, prendendo ad accarezzare la mia schiena con movimenti circolari delle dita.
"È un po che non me lo dici, quindi si" posai la testa sul suo petto, sentendomi subito a casa.
"Vorrei affrontare questa conversazione con te da sobria" passò una mano fra i miei capelli, lisciandoli, ecco anche questo mi era mancato.
"Da sobria ti avrei tirato un ceffone per avermi baciato" ridacchiai, aggrappandomi alla sua maglia.
"Sei sempre la solita scimmietta" sorrise, baciandomi la fronte.
"Si sistemerà tutto?" Non riuscì a capirne il motivo, ma presi a tremare, nonostante lì dentro facesse molto caldo.
"Se intendi fra di noi, si, sistemerò tutto" disse, stringendomi forte "non so se domani la penserai allo stesso modo, ma voglio sperare che un giorno mi perdonerai Isabelle, non vivo senza di te"
La musica continuava a suonare attorno a noi, forte, anzi fortissima, ma io sentivo solo lui e le sue parole.
Non vivo senza di te.
Poteva sembrare una frase fatta, una di quelle che leggi nei cioccolattini, la dicono in molti, ma in quanti la pensano realmente?
Lui si, io sapevo che lui era serio, mi aveva dimostrato più volte quanto per lui la mia vita valesse molto più della sua e per quanto questa cosa mi facesse incazzare, non potevo non sciogliermi, sopratutto quando i suoi occhi mi trasmettevano tutto quello che mi era mancato in quei mesi, l'amore.
"Ti amo" sussurrai, dopo una vita, perché si a me era parsa una vita, l'ultima volta che glielo avevo detto.
Avevo tenuto custodite dentro me quale due parole come se ne fossi gelosa ed era così, ero gelosa del mio amore, di lui e di quelle quattro stronze che lo avevo infastidito per tutta la serata.
"Ridillo" schiacciò, per quanto possibile, ancor di più il suo corpo contro il mio, i suoi occhi mi parvero lucidi, ma forse era a causa dei neon o molto probabilmente ero io che avevo la vista appannata dall'alcool.
"Ti amo" ripetei, incantata da quelle gemme verdi, mi aveva fatto un incantesimo, ne ero sicura.
Pendevo totalmente dalle sue labbra, avrebbe potuto chiudermi qualunque cosa in quel momento, l'avrei fatta.
Era l'alcool, era decisamente l'alcool a farmi parlare ed il giorno dopo mi sarei presa a schiaffi da sola per il mio comportamento.
"Ti amo anch'io amore" chiuse gli occhi, così forte, quasi come se volesse scomparire, forse voleva portarmi con se in un mondo migliore.
"Ti voglio" sussurrai nel suo orecchio, accarezzandogli il petto, quella vicinanza mi stava uccidendo ed ormai dicevo tutto quello che mi passava per la testa, davvero tutto "ho perso il conto delle volte che ho sognato di fare l'amore con te in questi mesi"
"Isabelle" il suo sembrava quasi un rimprovero.
"Non mi vuoi?" Misi il broncio come una bambina, stavo sfiorando il ridicolo, ma il problema era che non me ne importava affatto, almeno al momento.
"Meglio che non ti risponda" sospirò pesantemente, bloccando la mia mano, ormai giunta all'orlo dei suoi pantaloni.
"Per caso volevi quelle quattro troie?" Urlai, spingendolo dal petto "ti sono state addosso tutta la sera e tu non le hai neppure allontanate" portai le mani ai fianchi, dovevo essere davvero buffa, data la sua espressione.
"Sei per caso gelosa Isabelle Wood?" Inarcò un sopracciglio, trattenendosi dal ridere, era evidente.
"Ma figurati" sbuffai una risata "stavi pur sempre guardando il mio sedere quindi.." Scrollai le spalle, ravvivandomi i capelli.
"Già" borbottò, affettandomi la mano per avvicinarmi di nuovo a se "e come ti ho già detto non sono stato l'unico, quindi ora sta buona e andiamocene"
"Cosa? No, manca poco alla mezza notte" sorrisi, spingendolo verso la folla "e io voglio ballare con te, in realtà vorrei fare altro, ma tu non vuoi" ammiccai nella sua direzione, prima di allacciare le mie mani dietro al suo collo.
"Isabelle sto solo cercando di fare il bravo ragazzo" ridacchiò in modo nervoso, portando le sue mani sul mio fondoschiena in modo molto possessivo "sei ubriaca e se cedo mi sono giocato l'ultima possibilità di farmi perdonare da te" spiegò come se stesso parlando ad una bambina e forse lo ero, dato che le sue labbra mi distrassero troppo dal comprendere il significato delle sue parole.
"Però potremmo pomiciare lo stesso"
"Eh?"
"Baciami Harry" la mia fu quasi una supplica che per fortuna lui accolse, ma proprio mentre stava per farlo, si fermò.
"Mi perdoni?"
"Ovvio che no" ridacchiai, ma i suoi occhi si bloccarono, mi stava davvero fissando le tette?
"La porti ancora?"
"Oh" avvampai all'istante per i miei stessi pensieri, ero una stupida, una grande stupida "ecco...io, non l'ho mai tolta" abbassai lo sguardo, per la prima volta in imbarazzo da quando mi aveva baciata contro quella parete.
"Perché?" Chiese, accarezzandomi il viso, era sempre così dolce quando si impegnava, poteva fare lo stronzo quanto voleva, ma con me era la persona più tenera di questo mondo, nessuno si era preso cura di me come lui e nonostante i suoi recenti comportamenti, non potevo cancellare il passato che avevamo avuto insieme, era stato bellissimo.
"Era come averti sempre con me" dissi, guardandolo negli occhi e forse non erano solo i neon, erano davvero lucidi.
"Come questo" sorrise, alzando il polso sul quale vi era legato un mio elastico per capelli.
"Già come quello" sorrisi di rimando "posso tenerla?" Gli chiesi, indicando la collana "mi ci sono affezionata"
"Appartiene a te" disse sfiorandola con due dita "e poi mi basterà girarmi a guardarti se mi mancherà" ridacchiò "tu sarai sempre al mio fianco" il suo tono si fece serio.
Sembravamo quasi fuori lungo a parlare di cose simili in una discoteca, ma d'altronde le cose fra noi non erano mai state tanto normali, ci bastava stare insieme.
"Vorrei che tu mi raccontassi cosa.. Ecco cosa è successo quando eri un infiltrato" mormorai, distogliendo lo sguardo, il suo era così intenso, forte, sapeva come leggerti dentro.
"Non sono cose belle" scosse il capo, quasi a voler cancellare quei ricordi dalla sua testa.
"Lo so, ma vorrei.. Ecco vorrei sapere davvero... Insomma se non te la senti non fa nulla"
"Ti racconterò tutto" disse sollevandomi da terra a prendendomi in braccio "ma non stasera"
"Che fai?" Ridacchiai, quando lo vidi spingere le persone per poter passare.
"Manca poco alla mezza notte"
"Dobbiamo raggiungere gli altri?"
"No, dobbiamo baciarci"

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora