Capitolo 83

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Harry's pov
Ignorai ogni limite di velocità, pur di arrivare il prima possibile a casa di Susan, ero preoccupato, stranamente ero preoccupato per qualcuno che non fosse Isabelle e questo mi turbò parecchio.
Avevo sempre cercato in quell'anno di chiudere tutto e tutti fuori, di non provare più nulla, proprio per non sentirmi come mi sentivo ora.
La pioggia battente non mi aiutava di certo ad individuare la lussuosa villa dove per poco Cam ci rimetteva le penne.
Ero incazzato anche con lui, era stato uno stupido ad immischiarsi in una situazione simile, ma lo era stato ancora di più a presentarsi in questa casa con chissà quali pretese.
Era prevedibile che quell'uomo avesse una reazione simile, tutti si sarebbero comportati così dinanzi ad un tradimento da parte della propria moglie, fra l'altro incinta di un ragazzino di diciotto anni, ma questo non mi avrebbe fermato dal trattare con la stessa moneta quell'inutilità umana, aveva toccato un mio amico e questo era l'ultimo errore che avrebbe commesso nella sua insulsa vita.
Fermai l'auto fuori la sua villa, fregandomene dell'enorme cartello che vietava la sosta proprio in quel punto.
La porta era aperta e senza indugiare oltre, mi addentrai in quella casa, dove trovai uno scenario abbastanza squallido e scontato.
"Finalmente Harry" piagnucolò Susan, venendo nella mia direzione.
"Chi è quest'altro?" Sbottò il marito, seduto su una poltrona con le mani fra i capelli, mani sporche di sangue non suo.
"Uno che ti spaccherà la faccia se non collabori" ruotai il capo per tutta la sala, notando Cam, seduto sui gradini che portavano al piano superiore, tenersi un panno bagnato sul naso gocciolante.
Alzó la mano a mò di saluto, ma era chiaro che fosse molto provato da quanto accaduto, il marito di Susan non era poi così mingherlino.
"Come scusa? Vieni in casa mia a dettar leggi?"
Beh aveva ragione, ma non lo avrei di certo ammesso.
"Hai messo le mani addosso ad un ragazzo di a mala pena diciotto anni" gli feci notare, guardandolo con disprezzo.
"Beh quel bamboccio ha messo qualcos'altro dove non doveva metterlo" comprensibile, ma dovevo pur trovare un modo per aiutare il mio amico.
"Qualcuno doveva pur farlo, sai le donne poi si sentono sole" sghignazzai e mi parve di sentire quel cazzone di Cam ridere.
"Ma come ti permetti? State rovinando una famiglia" urló, mettendosi in piedi.
Dei figli in giro non c'era traccia, ma da quello che avevo intuito, forse avevano assistito a quanto era successo, questo mi dispiaceva, i figli non avrebbero mai dovuto assistere al fallimento dei propri genitori.
"I matrimoni finiscono ogni giorno e la colpa non stà mai da una sola parte" avanzai anch'io di un passo, non avevo di certo paura di un uomo che per sostenere il suo pancione, indossava delle bretelle, ridicolo e poi si meravigliava se sua moglie, oggettivamente una bella donna, lo cornificasse.
"Con questo cosa vorresti insinuare?" Corrucciò lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
"La situazione è questa" indicai Susan, dove un piccolo accenno di pancia era a malapena visibile "quel ragazzo è il padre, se Susan vorrà divorziare da te ed iniziare una nuova vita con lui, tu non dovrai intrometterti, ma sopratutto..." Avanzai di un altro passo "non userai i vostri figli per ricattarla, in alcun modo...sono un caporale dell'esercito militare americano e se non vuoi problemi per l'aggressione fatta ai danni di quel ragazzo, ti conviene seguire il mio consiglio"
"Ma...ma voi siete pazzi" sbuffó, ma dal suo sguardo preoccupato, capì di aver fatto leva sui tasti giusti.
"No, siamo realisti, il tuo matrimonio con Susan, era finito ancor prima della comparsa di un altro nella sua vita"
"Questi non sono affar tuoi" sbottò.
"Certo, ma ricordati del mio ruolo, in quel caso non dovrai rispondere delle tue azioni solo a me" gli ricordai.
"Questo è uno sporco ricatto"
"Pensala come vuoi, noi ce ne andiamo" feci un cenno col capo a Cam e Susan "rifletti bene e prendi una decisione il prima possibile"

"Grazie Harry, senza di te la situazione sarebbe degenerata" disse Susan, con le lacrime agli occhi.
Avrei tanto voluto mandarla a quel paese e dirle che la colpa di tutto era solo la sua, ma per Cam non lo feci.
"Non è niente" borbottai, mordendomi la lingua per evitare che certe cattiverie, lasciassero la mia bocca.
"Davvero Harry, sei stato grande" si aggiunse Cam, dandomi una pacca sulla spalla "spero che le consentirà di divorziare, abbiamo progetti imminenti insieme" si guardarono ed io per poco non vomitai i biscotti che avevo mangiato da Isa.
"Per colpa vostra ho interrotto una serata di fuoco con la mia ragazza"
"Ehm scusaci" disse Susan, a differenza di Cam che scoppiò a ridere.
"Dai magari ti abbiamo evitato una paternità indesiderata"
"Guarda che io sono in grado di spaccartelo davvero il naso" sputai nervoso.
Paternità, un termine che mi provocava ansia, angoscia e tante altre sensazioni negative messe assieme.
"Meglio se sto zitto" sghignazzò, riparandosi il viso con le mani.
"Sarà meglio" borbottai, non vedevo l'ora di intrufolarmi fra le sue coperte.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora