Capitolo 14

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Isabelle's pov
"Non devi preoc..."
"Non chiedermelo, non sai cosa io..."si interruppe, scuotendo energicamente il capo.
Qualcosa lo turbava e in quella storia c'era qualcosa che non mi tornava.
Era pur vero che lui, si era sempre preoccupato per me e non poteva lontanamente immaginare quanto questo mi lusingasse e mi rendesse felice.
A parte mio padre, nessuno aveva mai avuto una tale accortezza nei miei riguardi e lui sapeva essere sempre presente quando più ne avevo bisogno.
"Parlami" lo supplicai con lo sguardo, ma lui preferì distoglierlo "c'è qualcosa che ti fa preoccupare così tanto e non è solo legata alla cosa di per se, ne sono sicura" espressi i miei pensieri e a questi lui si innervosì, cominciò ad agitarsi e io capì di aver fatto centro, ma Harry non era di certo una persona che ti rendeva le cose semplici.
"Ti sbagli, hai frainteso" si mise sulla difensiva e questo mi dispiaceva perché io non avrei mai fatto nulla contro di lui, volevo solo capirlo.
"Rispetterò il fatto che tu non me ne voglia parlare" non mi sarei arresa, non avrei finto di aver creduto alle sue parole false, doveva sapere che io sapevo, ma che nonostante questo io ero lì, pronta ad aspettarlo.
"Sei così ostinata" sorrise questa volta, io ero ancora fra le sue braccia, non mi aveva mollato per un solo istante.
Adoravo come entrambi avessimo bisogno di costate contatto fisico, così come adoravo dormire con lui; era stato stupendo e ancor di più quel bigliettino che mi aveva lasciato il mattino seguente; l'avrei conservato per sempre.
"Dovresti saperlo" sorrisi di rimando, giocando con la croce che aveva al petto.
Il suo occhio cadde proprio lì, sembrava malinconico, pensieroso, ma non avrei insistito oltre "a che ora dobbiamo andare?" Domandai, cercando di farlo rinsavire dall'abisso di pensieri, che sapevo lo stessero portando giù.
"Dopo cena" strizzò gli occhi, come se si stesse riprendendo da qualcosa "fino alle otto di domattina"
"Oh, va bene"
"Isabelle" aumentò la presa sui miei fianchi, guardandomi dritto negli occhi "chiariamo alcune cose" sospirò "la notte è diversa, ma di questo te ne renderai conto da sola, ti chiedo solo una cosa e stavolta ti giuro che mi incazzo come una bestia..."
"Mmmm, sentiamo" borbottai, guadagnandomi un'occhiataccia da lui.
"Dovrai sempre restare al mio fianco in quel dannato carro, non pensare neppure lontanamente di allontanarti per aiutare qualcuno, non mi importa, non stanotte" chiarì.
"Va bene"
"No" disse prontamente "promettimelo, stiamo facendo un patto Isabelle e i patti si rispettano" la voce seria.
"Te lo prometto Harry" esalai un respiro tremolante, dovevo ammettere che ora avevo una certa ansia.
"Bene" sospirò a sua volta "andrà tutto bene" si addolcì, quando vide la mia espressione diventare man man sempre più preoccupata "Hey non succederà nulla" afferrò il mio volto fra le sue mani.
"Metti ansia" sorrisi appena.
"Ho capito come fare con te allora" ridacchiò "almeno starai buona per una volta"
"Stronzo" bisbigliai sul suo viso.
"Ah sì?" Nel suo tono burbero c'era traccia di divertimento.
"Si, sei uno stronzo" confermai, premendo le labbra fra di loro in una linea sottile, per evitare di scoppiargli a ridere in faccia.
"Ripetilo ancora" col suo corpo, mi spinse costringendomi ad indietreggiare, fin quando non mi trovai con le spalle al muro, in tutti i sensi.
Il suo volto si avvicinò pericolosamente al mio, facendo sfiorare i nostri nasi.
"Sei uno stron..." Le sue labbra, premettero con forza sulle mie in un deciso e prepotente bacio a stampo.
Si allontanò dopo un secondo, con quell'odioso ghigno stampato in faccia, ma che dopo quello che aveva appena fatto, mi sembrò quasi adorabile.
"Ed ho capito anche come chiudere la tua boccaccia" sorrise sghembo.
"Ma quanto sei ingegnoso" ribattei, ma non riuscivo ad esserne infastidita, adoravo il modo in cui ci punzecchiassimo, il modo in cui solo noi riuscivamo ad affondare le cose.
"Non immagini quanto" ammiccò tirandomi nuovamente a se, era un gioco di tira e molla, ma alla fine non mi mollava mai, lui veniva sempre a riprendermi.
"Sai che riuscirò a scoprire qualcosa di te" affermai, ma per nulla convinta, questo però lui non doveva saperlo.
"Sei ottimista, mi piace" mi prese in giro, assottigliando lo sguardo per poi mettersi a ridere.
"Ridi pure Styles, nel tramite io penso già alla mia ricompensa" sbuffai una risata a mia volta.
"La mia già la conosco, so già cosa voglio" i suoi occhi non lasciarono il mio viso mai, non c'era traccia di malizia nella sua parole, come si poteva invece pensare.
"E posso saperlo?" Mi azzardai a chiedere.
"Lo scoprirai" affermò convinto.
"O forse sarai tu a scoprire cosa voglio io" lo sfidai ancora una volta.
"Sarebbe interessante capire cosa ruota in questa testolina" sorrise, portando una mano sulla mia testa, afferrando la spilla che usavo per raccogliere i capelli "ti ho già detto una volta che così sei ancora più bella" la sfilò, facendoli  scivolare lungo le mie spalle.
"Bella no, non l'hai mai detto" sussurrai, cercando di reprimere o quantomeno controllare la voglia di baciarlo.
"Allora dovrò farmi perdonare" sussurrò a sua volta, facendomi rabbrividire dal piacere per quella voce così sexy che si ritrovava "perché sai Isabelle" passò le sue dita fra i miei capelli "tu, sei bellissima in ogni caso"soffió sulle mie labbra.
Mi fu impossibile non arrossire, questo dettaglio non gli sfuggì e ovviamente non perse occasione per farmelo notare "anche quando arrossisci" aggiunse alzando gli angoli delle labbra.
"Oh ma smettila" lo spintonai giocosamente "ho fame, andiamo a cena?" Cercai di portare l'attenzione su altro, ero totalmente imbarazzata dai suoi complimenti, ma non per questo avrei preferito che non me ne facesse, anzi.
"Tu hai sempre fame" ridacchiò, incamminandosi al mio fianco verso l'uscita della palestra.
"Dovresti disinfettarli" gli feci notare, indicando con un cenno del capo le sue nocche arrossate in vari punti.
"Non é nulla" scrollò le spalle, portandosela nelle tasche dei pantaloni.
"Mmm, non lamentarti se prenderai infezione" borbottai, guadandolo male.
"Avrò chi si prenderà cura di me" sorrise sghembo, aprendomi la porta della mensa per farmi passare.
"Ma che gentile"
"Che non si dica in giro che Harry Styles non è un galantuomo" si pavoneggiò gonfiando il petto "vado un attimo in bagno, torno subito" disse, sparendo all'interno della sala.
Raggiunsi il nostro solito tavolo, trovandovi già sedute le mie amiche e i ragazzi.
Liam, mi guardò di sottecchi, probabilmente non aveva apprezzato il fatto che avessi lasciato ad Angie il compito di medicargli il naso, che alla fine si rivelò ancora tutto intero, per correre dietro Harry, ma sinceramente me ne fregai altamente, prendendo a chiacchierare con le mie amiche.
"Abbiamo saputo di stanotte" cominciò Clarissa con fare preoccupato.
"Già" sospirai "ma non dovete preoccuparvi per me" sorrisi, cercando di smorzare tutta quella tensione presente nell'area.
"Harry ne ha combinata un'altra delle sue?" Bisbigliò Angie, avvicinandosi al mio orecchio.
"Mi ha solo difeso da commenti squallidi di Liam" chiarì, guardandolo male e trovando già i suoi occhi proiettati nella mia direzione.
"Ovviamente tu credi ad Harry?" Sorrise Clarissa "quanto siete dolci"
"Non-non è questo" balbettai, presa in contropiede, avevo ancora dei problemi a parlarle apertamente con loro, con Niall tutto si sarebbe rivelato più semplice "diciamo che... Insomma lo conosco meglio rispetto a Liam e quindi..." Sbuffai, non sapendo neppure io come continuare quella frase "insomma avete capito" sospirai alla fine.
"Abbiamo capito, abbiamo capito" annuirono in contemporanea, strappandomi un sorriso "oh sta tornando"
Drizzai la schiena, mettendomi seduta meglio su quella panca, prima di osservarlo mentre prendeva posto sulla sua.
"Direi di metterci qualcosa nelle tasche" scherzò Niall, prendendo però, dei grissini che erano soliti mettere al centro del tavolo "la notte è lunga"
"Già" disse Harry, stringendo le mani a pugno.
Avevo il timore che, da un momento all'altro, sarebbe scoppiata un'altra rissa se Liam, avesse ribattuto.
"Per tua informazione" come non detto, prese parole, non guardando Harry neppure negli occhi, ma continuando a girare l'indice sul bordo del suo bicchiere "non sei neanche capace a tirare un pugno, il mio naso è ancora intatto" ridacchiò, ma senza alcuna traccia di divertimento.
Era strano vederlo così, conoscevo un tipo di Liam completamente diverso, ma forse, pensai, che ciò fosse giustificato dal rancore che riservava nei confronti di Harry.
"Posso sempre riprovarci" la risposta di Harry non si fece attendere e il modo così pacato in cui lo disse, mi fece capire come lui, alle volte, riuscisse ad essere così padrone delle sue emozioni.
"Ragazzi non rincominciate" Louis cercò di rimettere ordine e fortunatamente nessuno dei due aggiunse parole, Smith davvero avrebbe dato di matto stavolta.
Presi una forchettata dal mio piatto, sentendomi a disagio per la sensazione di essere costatate osservata, ma non era piacevole come quando era lui a farlo.
Alzai di poco lo sguardo, confermando i miei dubbi.
Liam, continuava ad osservarmi senza pudore, nonostante Harry non potesse vederlo, avendolo di fianco, avevo comunque paura che i guai per quella sera non fossero ancora finiti.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora