Capitolo 47

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Una sensazione di vuoto nello stomaco, mi fece capire che eravamo appena decollati, dando definitivamente addio a quella terra che probabilmente non avrei mai rivisto in vita mia.
Continuai a guardare attraverso l'oblò, fin quando tutto non divenne un ammasso di nuvole bianche.
Al mio fianco Angie e Niall non facevano altro che baciarsi, ero felice per loro ma sopratutto felice che le parole di Smith, prima della nostra partenza, si fossero avverate, stavamo tutti bene, anche se non eravamo tornati tutti a casa.
Quelle ore in aereo furono come un tuffo nel passato, mi era impossibile non guardare quel posto che un tempo fu occupato da lui, come mi fu impossibile non ricordare le prime parole che Angie disse su Harry.

Non fa altro che guardarti.

Fin dall'inizio c'era stato fra di noi quel gioco di sguardo, come se non riuscissimo a farne a meno.
Era una gara a chi resisteva di più e lui aveva sempre vinto, una delle cose che amavo di lui era sicuramente il modo in cui mi guardava, era unico.

"Tutto ok?" Mi chiese Niall, posandomi una mano sulla spalla.
"Si" sorrisi debolmente mantenendo gli occhi bassi, in caso contrario avrebbe capito che stavo mentendo, nulla andava bene, non andava bene il fatto che io fossi sola, ma a chi avrei dovuto dirlo?
Chi mi avrebbe capita?
"Va bene" sospirò, per nulla convinto, ma fui contenta del fatto che non aggiunse parola.
Ero stanchissima, quella notte non ero riuscita a chiudere occhio nemmeno per un'ora, ne mancavano altre cinque per il nostro arrivo, così posai la testa sul bracciolo del mio sediolino e il sonno mi colse immediato.

"Isabelle svegliati"
Qualcuno continuava ad infastidire il più bel riposo di sempre.
Ero in un'altra dimensione e non avevo alcuna intenzione di mollare la presa, ma non ero l'unica, dato che quel fastidio proseguì.
"Isabelle siamo arrivati"
I miei occhi erano incollati fra loro, chiunque fosse, poteva aspettare, non mi capitava di dormire così bene da tempo.
"Cazzo Isa svegliati" un forte scossone, mi fece automaticamente spalancare gli occhi.
Ma dov'ero?
"Dobbiamo scendere dall'aereo" ridacchiò Niall, afferrandomi per la mano.
"Oh davvero?" Borbottai ancora in uno stato di dormi veglia.
Quelle cinque ore erano passate in un batti baleno ed io avrei preferito dormire per altre dieci.
"Ritorna fra noi" sorrise Angie, passandomi il mio bagaglio a mano.
"Oh sì certo" mormorai, guardandomi in torno, tutti erano già scesi.

"Chi verrà a prenderti?" Mi chiese Liam, una volta raggiunto il rullo sul quale avremmo invece recuperato le valigie grandi.
"Mio padre" sussurrai, come si sarebbe comportato?
Cosa sarebbe successo d'ora in poi?
Ma sopratutto avrei scoperto la verità?
Mille domande continuavano a tormentarmi e solo la calda ed accogliente voce di Liam, riuscì a farmi rinsavire dal quel tunnel nel quale stavo precipitando.
"Nei prossimi giorni ti va bene incontraci per il test?" Chiese, passandomi la valigia che aveva recuperato per me.
Ero così distratta da non averla neppure vista passare.
"S-si va benissimo, non vedo l'ora di farlo" sorrisi, avevo sete di verità, tutte quelle bugie mi rendevano giorno dopo giorno sempre più debole.
"Bene" ricambiò il sorriso, prima di incitarmi a raggiungere gli altri ragazzi che aspettavano solo noi.

"E così dobbiamo salutarci" iniziò Niall, posando un braccio sulle spalle della sua ragazza, loro non avrebbero dovuto farlo, loro avevano già una casa ad aspettarli.
"Ma se ci vediamo lunedì in caserma" ridacchiò Louis, anch'egli abbracciato alla sua fidanzata.
"Ma infatti non mi riferivo a te" disse, guardando nella mia direzione "Isabelle spero di rivederci presto, voglio che venga a vedere la nostra casa il prima possibile" il suo sorriso era così contagioso.
"Vero tesoro" si aggiunse Angie "e sappi che casa nostra è sempre aperta per te"
"Grazie ragazzi, verrò a trovarvi presto"
Per i primi tempi mi sembrava giusto che stessero da soli, non era il caso di accamparmi da loro fin da subito, sicuramente un po di privacy era quello di cui avevano più bisogno.
"Non vedo l'ora" disse Angie abbracciandomi.
"Anch'io" sussurrai appena.
****
"Pronta a rivedere tuo padre?"
Liam aveva deciso di accompagnarmi fino al parcheggio, non voleva che affrontassi la mia famiglia da sola, ma ero più che certa che mia madre non si fosse neppure presentata.
Dopo il primo mese avevamo smesso di parlare ed ogni qualvolta mio padre cercava di passarmela, lei era sempre impegnata in altro.
Forse quella era l'unica cosa che sarebbe rimasta immutata nel tempo; il suo odio nei miei riguardi.
"Più o meno" ridacchiai nervosa, mordendomi l'interno guancia.
"Vedrai che andrà bene" mi incoraggiò con una pacca sulla spalla, ma ero così tesa che non riuscì ad essere così ottimista come lui.
"Oddio eccolo" sussurrai, prendendo a sudare, quando intravidi da lontano la sua macchina.
Avvicinandomi notai che fosse poggiato a questa mentre fumava una sigaretta e pensare che io non sapessi neppure di quel vizio o meglio non lo aveva mai fatto in casa.
"È lui?" Chiese Liam, continuando a camminare al mio fianco e lanciando delle occhiate curiose in direzione di mio padre.
Vederli vicini era impressionante, forse mi stavo solo facendo suggestionare, ma la somiglianza c'era, eccome se c'era.
"Si, noti qualcosa di familiare in lui?" Chiesi, trascinando il mio piccolo bagaglio a mano.
"Non saprei" mormorò, continuando a guardarlo, fin quando mio padre, accortosi della mia presenza, iniziò a correre verso di me con un enorme sorriso stampato in volto, che nonostante tutto, neanch'io riuscì a trattenere.
"Piccola" sussurrò fra i miei capelli, stringendomi a se.
Era una sensazione bellissima.
"Papà" mormorai con il cuore in gola, aggrappandomi alla sua maglia, era un vizio per me farlo.
"Come stai?" Chiese, scrutandomi attentamente "sei dimagrita" storse il naso.
"Sto bene" sorrisi, avevo perso il conto delle volte in cui avevo risposto in quel modo, spesso mentendo.
"E lui?" È Harry?"
"O no" disse Liam, scuotendo il capo "io sono Liam" allungò una mano in direzione di mio padre e potei giurare di vedere la faccia di quest'ultimo sbiancare "un amico di sua figlia"
"Oh piacere di conoscerla" sembrava imbambolato, lo stava letteralmente fissando.
"Ehm papà" presi un colpo di tosse, affinché si rendesse conto di quello che stava facendo.
"Oh, quindi sei un militare?" Gli chiese mio padre, guardando la borsa mimetica che Liam portava sulle spalle.
"Si lo sono"
"Liam vuoi un passaggio?" Chiesi, vedendo che nessuno era lì per lui, ma dovetti ricredermi quando da un auto non molto lontana dalla nostra, spuntò una donna che prese a correre verso di noi, sua madre.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora