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Fortunatamente Benjamin ha interrotto quel momento tanto imbarazzante tra me e Federico, mi ha completamente salvata.

In questo momento sono a casa mia, sdraiata sul mio morbido letto e, nel frattempo, contemplo il soffitto bianco che è proprio su di me.

Sono in uno stato assoluto di confusione, non so cosa fare con Fede, ho la testa che mi gira, ma il cuore, è letteralmente chiaro: vuole quello del biondo.

La testa vuole una cosa, il cuore un'altra. Quale sarà la strada migliore da percorrere? E se sbagliassi? Se poi soffrissi?

Sbuffo sonoramente e mi alzo dal letto, comincio a fare avanti e dietro nella mia camera, ogni tanto sbuffo, ma poi, mi siedo sulla sedia accanto alla scrivania.

Tra non molto dovrò fare gli esami di terza media, perciò, comincio a ripetere alcuni argomenti che, sicuramente i professori mi chiederanno.

***

Un acido incredibile "viaggia"  rapidamente dal mio stomaco, alla trachea. Spalanco gli occhi, mi azlo di scatto dal letto e sgattaiolo in bagno.

Continuo a vomitare come se non ci fosse un domani, getto l'anima.

Poco dopo sentendo le acque calmarsi, mi alzo e scarico.

Ho lo stomaco sottosopra, mi scoppia anche la testa... Perfetto direi.

Lentamente mi avvicino allo specchio, mi fisso e prendo un bel respiro e mi sciacquo sia il viso che la bocca, giusto per far andare via quel sapore amaro di vomito, che ancora circola nella mia gola.

Camminando come un zombie, mi reco in camera mia, mi tuffo sul letto e sospiro pesantemente.

Improvvisamente il mio cellulare comincia a squillare senza sosta, non ricordo neanche dove l'ho messo,  come faccio a cercarlo con le poche forze che ho? Poco fa in bagno, ho gettato pure l'anima.

Il mio cellulare, smette di squillare, così, chiudo gli occhi.

***

Stavo per addormentarmi ma, il campanello, mi ha fatto sobbalzare.

Chi è il genio che è venuto a disturbare una povera personcina che non si sente affatto in forma?

Con tutta la pigrizia di questo mondo, scatto in piedi e mi reco all'ingresso.

Una volta aperta la porta, mi ritrovo Federico davanti. E lui cosa ci fa qui?

-Fede- sbotto sottovoce.
-Cosa ci fai qui? Se mio padre ti vede, puoi, o meglio, devi trasferirti subito in Messico- ironizzo.
-Non mi interessa, tuo padre può fare ciò che vuole. Non mi impedirà di amarti- borbotta sorridendomi.
-Dai, seriamente, torna in appartamento. Se ci scopre, andrà su tutte le furie- insisto.
-Non posso, ho troppa voglia di stare con te- farfuglia entrando.

Chiude la porta e mi attacca completamente al muro, poi mette le sue mani su quest'ultimo e mi fissa con i suoi occhioni azzurri.  

-Quanto sei bella- sussurra sorridendo.
-Tantissimo- ironizzo.

Faccio per spostarlo via da me ma, puntualmente, lui mi ferma.

-Seriamente, Rose, mi manchi. Mi manca il rapporto che avevamo prima. Mi mancano le tue labbra, mi mancano i tuoi abbracci. Mi manca il tuo sguardo- confessa.
-Io non posso stare senza te. È una tortura, si chiama sopravvivere questo, non vivere- continua.

Deglutisco e sento il mio cuore danzare: non mi aspettavo queste parole da lui.

-È intutile riprovarci, se poi finirà di nuovo per qualche altra scemenza, no?- domando fissandolo.

Dio, è così tenero. È una persona meravigliosa, piena d'amore, ma soprattutto molto forte. Mi sorprende giorno dopo giorno la sua forza.

-No- dice più che ovvio.
-Se è ciò che vogliamo entrambi, non è sbagliato- borbotta portando le sue labbra, sempre più vicine alle mie.
-Federico, ti supplico, non continuare a complicare tutto. Per me è meglio se restiamo amici- espongo con gli occhi lucidi.
-Amici?- mi domanda come se fosse la parola più divertente del mondo.
-Sì- affermo, subito dopo deglutisco e avverto gli occhi pizzicare.

Mi dà le spalle e sento il mio cuore frantumarsi ancora una volta.

-Perché dici queste cose, se poi, quando incroci il mio sguardo, muori dentro?- mi domanda voltandosi.

Deglutisco ancora una volta e il mio respiro, diventa all'istante irregolare.

-Basta, Fede. Ti chiedo per cortesia di tornare al tuo appartamento. Non ha senso tutto ciò. Non ha senso insistere, quando sai che le mie intenzioni, saranno sempre le stesse- affermo affrontando il suo sguardo magnetico.
-Sempre le stesse? Non penso che riuscirai a starmi lontano. Si vede da chilometri di distanza che ti manco- ribatte affogando nelle mie iridi.

Sbuffo sonoramente e prendo un bel respiro.

-Cosa ti costa riprovare?- insiste ancora una volta.    

Il mio cuore non vuole smetterla di battere così veloce, mi sta scombussolando del tutto i piani che il mio cervello ha progettato.

-Rose- borbotta.

Lo afferro improvvisamente per la maglietta, lo avvicino a me e posiziono le mie labbra sulle sue.

Quanto desideravo questo momento. Finalmente, posso risentire il sapore delle sue labbra, invadere le mie.

Con una mano mi tiene la guancia, invece quell'altra, la tiene sul muro.

Questo è uno di quei momenti in cui vorrei mettere stop e riviverlo all'infinito. 

Dolcemente mordicchia con i denti il mio labbro inferiore, subito dopo posiziono le mie mani sulle sue guance ed interrompo il bacio, guardandolo negli occhi.

-E questo?- mi chiede con il fiatone.
-Questo è per ringraziarti, Fede. Mi sei stato sempre vicino, nonostante la tua carriera, nonostante i giudizi e il resto- borbotto seria.
-Quindi?- domanda perplesso.
-Quindi... Decido di lasciarti libero. È meglio per me, è meglio per te, è meglio per tutti. È inutile continuare a prendersi in giro, perciò, da ora in poi, ognuno camminerà sulla propria retta- continuo.
-Cosa stai cercando di dirmi?- mi chiede.
-Sto cercando di dirti questo: addio- dico decisa.

Fin da qui, ho sentito il suo cuore frantumarsi. Chiudo gli occhi per evitare di piangere, lo supero di qualche passo e porto una mano sulla bocca per calmarmi.

-Dimmi che stai scherzando- quasi mi implora.
Scuoto la testa, ma non mi volto verso di lui, non ce la farei a gestire i suoi occhi.
-No. Sono seria- affermo.

Ebbene sì, ho deciso di seguire la testa. Il cuore l'ho lasciato perdere, anche se, so che soffrirò.

-Avevamo progettato il nostro futuro- mi ricorda.  
-Mh- mugolo, poi non so con che  coraggio, gli rivolgo uno sguardo dispiaciuto: ha gli occhi cristallizzati.
-Adesso sei tu a fare del male a me- dice con il tono di voce tremante.
-Spero che un giorno mi perdonerai. Scusa, ma ho deciso di seguire la testa- sussurro.
-Hai fatto la scelta più sbagliata in assoluto, sappilo- espone, per poi rivolgermi uno sguardo amareggiato, esce e sbatte la porta.

Gli ho detto davvero quelle cose? Gli ho detto veramente "addio?" È uscito seriamente da quella dannatissima porta?

Sì, ha vinto la testa. Ha battuto il cuore per la prima volta.

Spazio autrice
[00:28 02/11/17] 

UN AMORE SEMPLICEMENTE COMPLICATO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora