-Buone- commenta Francesca mettendo in bocca una patatina fritta.
Io sono in trance, sono seduta intorno al tavolo della cucina della mia amica e fisso il vuoto, poi, ogni tanto sospiro pesantemente.
-Goditi la vita!- esclama Francesca.
-Come faccio?- le chiedo puntando il mio sguardo nelle sue iridi verdi.
-Divertiti, Rose- espone mangiando l'ennesima patatina.
-Come? Ho l'umore a terra- le spiego dopo di che addento una patatina fritta ancora calda.
-Be', pensavo fosse quello giusto per te Federico, ma, a quanto pare, mi sbagliavo- farfuglia.Punto nuovamente i miei occhi su di lei e prendo un bel respiro, giusto per non far formare dalle lacrime sulle mie gote.
-Già, mi sono sempre sbagliata anche io!- esclamo esausta.
-Ma sei proprio sicura di averli visti nel letto abbracciati?- mi domanda.
-Sì- borbotto.
-E se avessero soltanto dormito? Alla fine non gli hai neanche dato il tempo di spiegare- commenta.
-Dormito? Davvero? Certo, giustamente tu, per dormire, lasci alcuni indumenti accanto al divano e altri per terra in camera tua, vero?- sbotto acida.Irrigidisce lo sguardo e mi accorgo di aver alzato un po' troppo la voce.
-Innanzitutto calmati, io non c'entro nulla- espone.
-Sì, scusa- bisbiglio abbassando lo sguardo.
-È che sono talmente arrabbiata, che in questo momento riuscirei a ferire tutte le persone che, almeno un po' di bene, me ne vogliono- le spiego mortificata.Sospira, dopo di che mi appoggia una mano sulla spalla.
-Tranquilla, so che non è una situazione facile- borbotta avvicinandosi a me.
-Sono distrutta- dico, per poi scoppiare a piangere.
-No, vieni qui, Rose- dice, subito dopo mi stringe forte a sé come non ha mai fatto prima.
-Ci sono io qui con te, non preoccuparti- mi sussurra dolcemente all'orecchio.
-Grazie- sussurro tra una lacrima e l'altra, mentre la stringo ancora più forte.***
Alla fine ha insistito, perciò sono rimasta a dormire qui a casa sua. Lei sta dormendo nel suo letto, mentre io sono sdraiata nell'altro.
Fran ha subito preso sonno, ma io non riesco a chiudere occhio.
Improvvisamente il cellulare si illumina, qualcuno mi sta chiamando, ma ho la vista offuscata dalle lacrime, perciò avvicino lo strumento al viso e leggo quel benedettissimo nome: Fede.
Clicco il bottoncino rosso con decisione, subito dopo sospiro.
Dopo neanche cinque minuti, ritorna a chiamarmi. Rufiuto anche la seconda volta, poi la terza e anche la quarta.
Il cellulare squilla per l'ennesima volta, così, esausta, rispondo.
-Cosa vuoi?- sbotto acida sottovoce.
-Dove cacchio sei finita?- urla agitato.
-Per prima cosa, calmati- sussurro.
-Seconda cosa: non sono affari tuoi- concludo.
-Mi spieghi cosa ti è preso?- mi chiede con freddezza.
-Certo, adesso fai anche finta di non ricordarti- bisbiglio, subito dopo una lacrima scivola lungo la mia guancia.
-Stai piangendo?- mi domanda poco dopo.
-No!- esclamo con il tono di voce tremante.
-Dove sei?- insiste.
-In un letto. Questo ti basta?- ironizzo.
-Non fai ridere. Dimmi dove sei che ti vengo a prendere- dice con tono più calmo.
-Basta, non insistere. Ciao- sbotto acida, subito dopo stacco la chiamata e spengo il cellulare.In compagnia delle lacrime, cado in un sonno profondo.
***
Stavo facendo un sogno strano, molto dettagliato, ma il campanello mi ha fatto sobbalzare.
Francesca ancora dorme: come fa?
Lentamente mi alzo, esco dalla camera della mia amica e mi reco alla porta d'ingresso, subito dopo la apro.
-Come sei arrivato tu qua?- gli chiedo tra uno sbadiglio e l'altro.
-Con i piedi, forse?- ironizza fissandomi con quelle iridi che mi fanno impazzire sempre di più.
-Non sei divertente- sbotto.
-Lasciami in pace- bisbiglio.
-Mi spieghi cosa ti è preso?- mi domanda avvicinandosi a me.
-Oh, lo sai troppo bene!- esclamo incrociando le braccia al petto.
-Cosa dovrei sapere?- mi domanda.
-Ma cavolo!- esclamo irritata.
-Hai anche i segni stampati sul collo- mi ribello.Abbassa immediatamente lo sguardo, ciò mi ferisce ancora di più.
-Esci- gli ordino.
-No- sussurra fissando i miei piedi.
-Esci- ripeto.
-No- espone puntando le sue iridi nelle mie.Stavolta sono io a distogliere lo sguardo, ma lui, subito dopo mi alza il viso ed una lacrima scivola lungo quest'ultimo.
-Ti assicuro che non è come sembra, Rose- si giustifica scrutando i miei occhi lucidi, con i suoi.
-Non mi interessa. È finita, basta- sussurro sfinita.
-Fammi almeno spiegare- dice assumendo un'espressione tenerissima.
-No- espongo immergendomi nelle sue iridi.
-Ci metterò due minuti- insiste.
-Federico, esci fuori- ripeto con rabbia puntando la porta.Spazio autrice
[14:06 28/11/17]
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UN AMORE SEMPLICEMENTE COMPLICATO.
FanfictionL'amore non ha età, giusto? Chi dice che due innamorati debbano essere per forza coetanei? Nessuno. Se si ama, si ama anche con, ad esempio, dieci anni di differenza. *** Rose, una ragazzina di tredici anni, è pronta ad affrontare tutto...