22

928 53 24
                                    

-Rose, hai capito?- mi chiede Ben passeggiando al mio fianco.
-Ehm, cosa?- domando stordita alzando lo sguardo.
-Non mi stavi ascoltando?- borbotta rivolgendomi uno sguardo confuso.
-No- sussurro appena.
-Cos'hai?- farfuglia posizionandosi davanti a me.

Fisso i suoi occhi che sono di un colore indecifrabile, poi sospiro.

-Niente. È tutto a posto, davvero- affermo debolmente.
Lui, in tutta risposta, scuote la testa e appogia le mani sulle mie spalle.
-Sei strana, i tuoi occhi sono vuoti. Ci sei fisicamente, ma con la mente sei altrove- mi fa notare.
-Sì- sbuffo.
-È vero, è tutto così confuso!- esclamo guardandolo.
-Fede?- domanda subito.

Incrocio ancora una volta i suoi occhi splendenti e annuisco senza timore.

-Cosa è successo ancora?- mi chiede, poi sbuffa.

***

Gli ho raccontato tutto, per filo e per segno, mi ha ascoltato senza commentare. Sono felice che non abbia giudicato le mie scelte, ciò significa che mi rispetta come persona e come amica.

-Ho capito, Rose. La situazione è complicata. Però... Posso darti un consiglio?- mi domanda tenendo l'indice vicino alla bocca.
-Mh- mugolo indecisa.
Infila entrambi le mani in tasca e incrocia il mio sguardo un attimo dopo.
-Tu hai deciso di seguire la testa, giusto?- borbotta fissandomi con le sue iridi belle e cristalline.

Annuisco e sospiro.   

-Be'... Io ho sempre pensato che si debba seguire la testa, ho sempre pensato che si debba usare la logica in situazioni come queste- inizia, poi prende una breve pausa.
-Ma in questo caso, potresti concedere un'altra chance a Fede. Gli farebbe tanto bene, te lo assicuro- dice scrutando i miei occhi verdi.

Dopo queste parole, sbuffo sonoramente e deglutisco.

-Non è semplice, Ben- ribatto con espressione seria. 
-Non è un gioco. Si tratta di due cuori- continuo.
-Il tuo cuore cosa vuole?- mi chiede.

Collego il mio sguardo al suo e sento gli occhi illuminarsi.

-Dai, non fare l'orgogliosa anche adesso!- esclama cercando di incoraggiarmi.  
-Il mio cuore vorrebbe solo il suo. Contento?- farfuglio con un pizzico di acidità. 
-Allora cosa aspetti? Va' da lui, no?- mi consiglia.

Mi alzo dalla panchina sulla cui ci siamo seduti all'incirca una mezz'oretta fa, lo stesso fa lui poco dopo.

-Te l'ho mai detto che ti voglio bene?- gli chiedo abbozzando un sorriso fin troppo sincero.
-Ovvio, sempre- ridacchia.

Con Benjamin posso essere me stessa, posso essere trasparente. Lui non mi ha giudicata, e mai lo farà, me lo sento. Semmai mi darà consigli, proprio come ha fatto ora.

Cosa si vuole più dalla vita? È davvero un ragazzo straordinario.

Si avvicina in un batter d'occhio a me, apre le braccia, così mi ci tuffo all'interno e chiudo immediatamente gli occhi.

-Sei speciale- sussurro stringendolo lievemente a me.
-Dici?- mi domanda ridacchiando.
-Sì, te lo assicuro- sussurro.

Non lo vedo ma, so per certo, che sta sorridendo: lo conosco davvero troppo bene.

***

Ho deciso di seguire il consiglio di Ben: mi ha sempre aiutato e continua a farlo tutt'ora, incredibile!

Chiudo la porta di ingresso e cammino. Cerco la mia meta: Federico.

Non urlo il suo nome per non sembrare una psicopatica, così da brava tredicenne che sono, sgattaiolo in cucina.
Entro, ma non lo vedo da nessuna parte. Mi avvicino poco dopo al divano, ma è vuoto. Mi dirigo verso camera di Ben, apro la porta, c'è un po' di disordine, ma nessuna traccia del biondo.

Sarà nel bagno? Chiudo la porta della camera di Benjamin e mi dirigo verso quest'ultimo. Abbasso la maniglia molto frettolosamente, spalanco la porta, ma niente. Dove si sarà cacciato?

Ma certo! La sua camera. Non ho controllato lì. Quanto posso essere poco lucida la notte? 

Lentamente, mi avvicino alla camera di Federico, noto all'istante la porta semichiusa. Le mie narici nasali vengono invase da un profumo femminile, segno che, insieme a Fede, c'è qualcuno. 

Il sorriso che avevo poco fa stampato sul volto, è dimunuito, dando spazio ad un'espressione più che ansiosa.

Con la mano tremante, apro la porta senza produrre alcun rumore e, la scena che mi compare davanti, mi spiazza completamente.

Camilla è sdraiata sul letto di Fede, mentre quest'ultimo, è sdraiato su quell'oca: si stanno baciando passionalmente.

Il mio cuore si sgretola, avverto una fitta allucinante al petto, dopo di che sento delle lacrime ghiacciate, scivolare sulle mie gote ancora poco abbronzate.

Indietreggio e, senza accorgermene, vado a sbattere contro qualcosa, producendo poi, chiasso a volontà.

Ho appena fatto cadere dei libri dal mobiletto, perciò, mi abbasso rapidamente e, con le poche forze che ho, li rimetto al loro posto.

Faccio per allontanarmi da quella camera ma, una mano calda, mi afferra per il polso.

Mi volto in un batter baleno e affogo subito dopo negli occhi profondi di Federico.

-Lasciami- mi ribello.
-Mi stavi spiando?- mi domanda all'istante.

Incapace di sostenere il suo sguardo serio, abbasso la testa e la scuoto immediatamente.

-N-no- balbetto.

Alzo lo sguardo di mia spontanea volontà e scorgo delle macchie di rossetto sulle sue labbra.

Faccio per dire qualcosa, ma Fede, mi precede.

-Non è come sembra- si giustifica.
-Invece sì, vi ho visti- ribatto.
-Allora mi stavi spiando!- esclama fissandomi.
-E-ero venuta a cercarti per parlarti di una cosa, ma a quanto pare, già ti sei consolato- sbotto acida.

Faccio per mollare la presa ma, poco dopo, Federico appoggia le mani sui miei fianchi e mi appoggia al muro.

Inizia a scrutarmi con i suoi occhioni azzurri e avverto immediatamente scariche elettriche in tutto il corpo.

-Non è come sembra- ripete puledosi le labbra con un fazzolettino di carta.
-Ti giuro- borbotta in sua difesa.
-Ah, no? Adesso mi dirai che aveva una ciglia nell'occhio e tu gliela stavi soffiando via, giusto?- domando, poi deglutisco.
-No- afferma deciso.
-È stato soltanto un attimo- si giustifica.
-Nulla di più- continua.

Affogo nei suoi occhi e avverto le farfalle nello stomaco, svolazzare felici.

-Non mi interessa. Tanto noi due non abbiamo più nulla a che fare, giusto?- gli chiedo evitando le lacrime.
-Giusto- ammette sottovoce abbassando lo sguardo.

Punto lo sguardo altrove e mi mordo il labbro inferiore.

-Che cretina che sono stata. Non sarei dovuta venire qui- borbotto sorridendo nervosamente, poi incrocio nuovamente i suoi occhi.  

-Cosa volevi dirmi?- sussurra.
-Volevo dirti che... Rincoglionito eri e rincoglionito rimani- ringhio acida.

Lo spingo lievemente via da me, senza dargli nemmeno il tempo di giustificarsi e mi chiudo in camera mia, sbattendo forte la porta.

Mi tuffo immediatamente sul mio soffice letto e scoppio a piangere.

Spazio autrice
[23:00 02/11/17]

UN AMORE SEMPLICEMENTE COMPLICATO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora