Lentamente apro gli occhi, li sgrano perché mi trovo nel mio letto e li stropiccio un attimo dopo.
La testa mi sbatte, ho un mal di stomaco indescrivibile ed una voglia di dormire mai avuta prima.
Piano piano mi alzo, sento uno bruciore strano allo stomaco, mi tappo la bocca con la mano e corro verso il bagno. Mi avvicino al water, mi accascio a terra e svuoto tutto il mio stomaco.
Tra un po' mi escono anche gli occhi fuori dalle orbite.
Mi mantengo i capelli e mi calmo. Posiziono di nuovo la mano sulla bocca e mi alzo, per poi scaricare: sono confusa e il mal di testa è aumentato, ma ancora non capisco perché io sia in queste condizioni.
Con la lentezza di una lumaca, mi avvicino al lavandino, bagno le mie mani con l'acqua tiepida e mi sciacquo la bocca, poi la faccia.
Piano piano riaffiorano alcuni ricordi sbiaditi nella mia testa e arrivo ad una conclusione: mi sono ubriacata.
Afferro il mio spazzolino, spremo il tubetto di dentifricio su quest'ultimo, dopo di che lo avvicino alla bocca e comincio a strofinare i miei denti ancora mezz'addormentata.
Dopo aver finito, mi sciacquo la bocca e ripongo lo spazzolino al suo posto.
Con l'asciugamano mi asciugo, poi, faccio per uscire, ma vado a sbattere contro il petto di qualcuno.
Alzo lo sguardo e incrocio gli occhi di Federico, sono spenti, senza alcuna luce e sono anche rossi.
-Ciao- dice quasi in un sussurro.
Fa per sorpassarmi, ma lo blocco afferrandolo per il polso. Lui si gira lentamente verso di me e noto i suoi occhi lucidi.
-Perché hai gli occhi rossi?- gli domando.
I miei sono ancora mezzi chiusi, faccio pena in queste condizioni.
-Non penso siano fatti tuoi- sbotta acido.
Gli rivolgo uno sguardo confuso, lui sbuffa sonoramente, dopo di che molla la presa e afferra la maniglia della porta.
-Mi lasci fare la doccia? Grazie- espone con rabbia.
Alzo un sopracciglio, esco, Federico chiude la porta ed io incrocio le braccia al petto.
***
Sono distesa sul divano, mi sento proprio come se mi fosse passato un rinoceronte addosso, mi fa ancora male lo stomaco, per non parlare della testa.
Improvvisamente un dolce profumo aleggia nell'aria, mi metto a sedere sul divano ed incrocio lo sguardo di Olaf.
-Fede- dico, poi mi alzo e mi avvicino a lui.
-Ma chi mi ha portato a casa ieri?- gli domando con espressione alquanto confusa.
-Cosa ti importa? L'importante è che tu sia arrivata sana e salva, no?- dice con tono freddo, dopo di che molla la presa e deglutisco sonoramente.-Ciao!- esclama, fa per andarsene ma lo afferro nuovamente per il polso.
-Rose, Camilla mi sta aspettando al bar, devo andare- espone, subito dopo serra la mascella.Adesso, piano piano, tutto mi torna in mente e sospiro, così, gli lascio il polso e mi immergo ancora una volta nelle sue iridi azzurre.
-Non dovrei essere io quella arrabbiata?- sbotto acida distogliendo lo sguardo.
-Bello sentirsi dire: "Non sei più nessuno per me", eh?- sbraita lui contro di me.
-A cosa ti riferisci?- gli domando mollando la presa.
-Ieri- inizia.
-Mi hai detto queste parole, o qualcosa del genere- espone, poi deglutisce e distoglie lo sguardo.
-Ero ubriaca- mi giustifico.Incrocia il mio sguardo e sento un grande fuoco nascere dentro di me.
-L'hai detto ugualmente- espone, mi fissa, fa per andarsene, ma mi metto davanti a lui.
-Deliravo- continuo.
-Sai cosa si dice? Si dice che un ubriaco, quando beve tanto, dice la verità- afferma sicuro di sé.
-Ma cosa dici? Io non ricordo nulla- sbotto irritata.
-È ufficialmente finita- dice sfidando il mio sguardo.Una lacrima riga la mia guancia, mi scruta per pochi secondi, dopo di che abbandona la casa sbattendo con rabbia la porta.
Mi volto verso il divano, mi ci siedo sopra e comincio a singhiozzare, stringendo il cuscino.
Tiro su col naso e, una dolce fragranza, diversa da quella di Federico, invade le mie narici, perciò mi giro e scontro le iridi chiare di Benji.
-Ehi- dice sedendosi accanto a me.
Ci fissiamo per mezzo secondo, subito dopo mi tuffo tra le sue braccia e scoppio a piangere nuovamente.
Sono stanca di tutto.
Spazio autrice
[15:31 26/11/17]
STAI LEGGENDO
UN AMORE SEMPLICEMENTE COMPLICATO.
FanfictionL'amore non ha età, giusto? Chi dice che due innamorati debbano essere per forza coetanei? Nessuno. Se si ama, si ama anche con, ad esempio, dieci anni di differenza. *** Rose, una ragazzina di tredici anni, è pronta ad affrontare tutto...