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Le goccioline di pioggia picchiettano ogni tanto sul tetto, producendo quel rumorino rilassante. I tuoni si fanno spazio nel cielo scuro raramente e il vento soffia fortissimo.

In questo momento mi sento bene, perché sono stretta dalle braccia di Federico. Siamo sotto le coperte, dato che l'aria è abbastanza fresca.

Quando sono accanto a lui, sento il mio cuore battere forte, sempre di più.

-Mi piace stringerti- sussurra improvvisamente al mio orecchio.

Sorrido e avvicino la mia testa al suo petto: sì, sono bassa e anche molto disagiata.

-E a me piace essere stretta da te- borbotto incrociando il suo sguardo.

È bello visto da qualsiasi prospettiva questo ragazzo, è incredibile.

-A te come piacerebbe chiamare i nostri figli?- gli domando poco dopo prendendo coraggio.

Lui deglutisce e diventa leggermente rosso. Oh, no. Cosa avrà capito?

-Ehm...- sussurra.
-No, tranquillo. Intendevo seriamente i nomi- ribatto, subito dopo avverto le guance infuocarsi.
-Nient'altro- sussurro ritornando al mio colore naturale.

Mi osserva e sorride un'istante dopo.

-Mh, Ginevra, Carlotta... Tu?- mi domanda, è evidente che sia a corto di idee.
-Non so. So solo che uno dei nostri futuri figli, dovrà avere un nome speciale- sussurro, lui intanto sfoggia uno dei suoi sorrisi migliori, uno di quelli che mi ripongono i pezzi dell'anima.
-Se fosse femmina, che nome le daresti?- mi domanda stringendomi un po' in più rispetto a prima.
-Non so. Probabilmente un nome particolare. Un nome magico e molto carino- rispondo con aria sognante.
-Ad esempio?- borbotta, per poi lasciarmi un bacio a stampo sulle labbra.
-Tipo, pff... Ariana, Jessica, Giulia, Hope...- farguglio.

Lui sorride e avvicina il suo volto al mio.

-E se fosse maschio?- borbotta.
-Mirko- espongo.

Sembra si sia paralizzato improvvisamente. Il suo sorriso è completamente sparito e, le sue iridi, si sono cristallizzate in meno di mezzo secondo.

Ci rifletto e poi afferro tutto: ho toccato un tasto dolente, ma come ho potuto?

Mi maledico mentalmente e deglutisco subito dopo.

-S-scusami Fede- borbotto accarezzandogli la guancia in modo molto delicato.
-Tranquilla- borbotta con il tono di voce insicuro, dopo di che molla la presa e si mette a sedere sul materasso: è posizionato verso la porta.

Lentamente mi alzo sulle ginocchia, lo contemplo attentamente e mi siedo accanto a lui poco dopo.

-Ehi- sussurro alzandogli il volto con le dita.

Mi trafigge con i suoi occhioni azzurri che, in questo momento, sono lucidi e avverto un brivido lungo la schiena.

-Io non...-
Mi interrompe e afferra la mia mano, che avevo posizionato poco prima sul mio viso.

La bacia e poi la stringe lievemente, senza farmi male, poco dopo.

-È tutto okay, davvero- sussurra cercando di non versare lacrime.
-A me piace tanto questo nome- sussurra abbozzando un sorriso.

Ammiro un sacco Federico, è una persona molto forte, ne ha subite tante, ed ora eccolo qui. Continua a vivere la sua vita.

-Lui è sempre con te- borbotto cercando di trasmettergli forza e calore.
-Non dimenticarlo mai- dico, per poi prendere il suo viso tra le mani e posargli un bacio dolce sulle labbra.

Chiede immediatamente accesso con la lingua, mi afferra per i fianchi e mi posiziona sul suo corpo.

Accarezzo la sua nuca, lui invece, infila una mano sotto la mia maglietta celeste e mi accarezza la schiena, procurandomi brividi interminabili.

Lentamente si stende all'indietro, fino ad arrivare al materasso. Io sono ancora su di lui, le nostre labbra si sfiorano e lo nostre anime si legano.

-Non lasciarmi mai, Rose- sussurra staccandosi dalla mia bocca.
-No, non ti lascio, Federico- farfuglio, poi gli stampo un bacio sulle labbra.
-Non lo farò mai!- esclamo sottovoce dopo di che mi fiondo nuovamente tra le sue braccia e lo bacio.

***

-Fede, vuoi un po' di caffè?- gli domando versando il liquido nella mia tazza.

Lui annuisce e sfoggia un lieve sorrisetto.

-Adoro il caffè. Mi conosci proprio bene- dice, dopo di che sorride e sfoggio anch'io un sorriso luminoso.

Mi avvicino al tavolo, mi siedo di fronte a lui e gli porgo la tazza. Afferra la sua e beve un sorso.

-Perché non usciamo un po'?- mi domanda sorseggiando il caffè.
-Ottima idea!- esclamo ridacchiando.
-Dove mi porta, signor Rossi?- gli domando abbozzando un sorriso mentre mi fingo la regina di non so quale regno.
-In un semplice ristorante a mangiare come i semplici umani, signorina Grillo- ribatte lui con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.

Spazio autrice
[18:37 21/11/17]

UN AMORE SEMPLICEMENTE COMPLICATO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora