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Ho la testa che mi scoppia, a malapena riesco a mantenermi in piedi. Sono distrutta, ho il cuore spezzato.

Sono trascorsi appena tre giorni, ma a me sembra passata una vita.    

Ora sono qui, a passeggiare sotto questo cerchio, comunemente chiamato sole, caldo e quasi dorato.

Il mio aspetto fisico in questo momento, non è uno dei migliori, ma non mi interessa. Da poco ho smesso di piangere.

Mi volto verso sinistra e, davanti, mi compare una coppietta felice che si tiene per mano. 

Improvvisamente lui prende in braccio la sua fidanzata e la bacia, proprio come se non ci fosse un domani.

Distolgo lo sguardo, lo punto a terra e continuo a camminare, cercando di dimenticare tutto.

Punto lo sguardo a destra, dopo aver camminato e noto un bar. È colmo di ragazzi di tutte le età. Dai quattordici anni in su.

C'è chi fuma, chi beve, chi bacia la propria morosa, oppure c'è chi semplicemente si gusta il proprio gelato, osservando ciò che ha intorno.  

Mi avvicino alla struttura, subito dopo conquisto gli occhi di un ragazzo, lo fisso proprio come lui fissa me, dopo di ciò mi sorride dolcemente. 

Sembra un ragazzo semplice e anche molto gentile, però, meglio non badare all'apparenza. Alla fine anche le stelle sembrano briciole di pane da lontano, quando poi, in realtà, sono enormi.

Ha gli occhi celesti, i capelli biondini ed un sorriso tenero. Mi scruta con attenzione, il suo amico lo chiama per fargli lanciare la carta, ne butta una a caso, poco dopo ritorna a fissarmi.

Il tipetto sfila un pacchetto di sigarette dai suoi pantaloni, ne appoggia una sulle labbra, subito dopo l'accende e comincia ad aspirarla.     

Lentamente mi avvicino, mi siedo composta sulla sedia libera e lo osservo giocare.

Questo ragazzo ha gli occhi di un vincente, ha gli occhi di un vero e proprio leone. Le sue iridi sono sommerse di fuoco, di coraggio e forza di volontà: mi ispira.

Fissa l'ultima carta che gli è rimasta a disposizione, fa un altro tiro, infine la lancia e sfoggia un lieve sorriso.

-Ho vinto- dice ridacchiando al suo amico che, subito dopo, sbuffa.

Poco dopo mi alzo, mi avvicino al tipo biondo, gli sfilo la sigaretta dalle labbra e faccio un tiro, per poi soffiare via il fumo.

Schiaccio la cicca nel posacenere posizionato proprio sul tavolo sul cui questi due stavano giocando, e rivolgo uno sguardo al biondino, dopo scorgo un sorriso sul suo volto.

-Ciao- mi dice.
-Piacere, Michael- espone porgendomi la mano.
-Rose- dico stringendogliela un attimo dopo.
-Mic, torno dalla mia ragazza- annuncia il suo amico alzandosi dalla sedia.

Si scambiano un bel batti cinque, dopo di che rimaniamo io e il tipetto a fissarci.

-Desideri qualcosa?- mi domanda sorridendo.
-Ehm... No, tranquillo- sussurro abbassando lo sguardo.
-Facciamo due passi?- mi domanda alzandosi dalla sedia.

Si aggiusta i pantaloni, dopo di che si immerge nelle mie iridi.

-Va bene- rispondo poco convinta.

***

-Così, hai sedici anni?- gli chiedo ridacchiando.
-Certo. Quanti anni mi avevi dato?- borbotta assumendo un'espressione buffa.

Ridacchio e punto immediatamente lo sguardo su di lui.

-Minimo venti- ribatto tra una risata e l'altra.
-Sembro così tanto vecchio?- dice camminando accanto a me.
-Mh... Sì!- esclamo.
-Ah, bene. Grazie per l'avvertimento, eh- espone facendo il finto offeso.

Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere contemporaneamente.

-Tu invece, seriamente ne hai tredici?- mi domanda diminuendo le risate.

Annuisco, subito dopo lui mi sorride.

***

Michael ha insistito così tanto, che alla fine ho accettato e mi ha accompagnato a casa.

Apro la porta, lui invece rimane impalato davanti a me, così sorrido e lo invito ad entrare.

-Dai, entra. Ti preparo un caffè!- esclamo ridacchiando.
-No, magari qualche altra volta- borbotta infilando le mani nei in tasca.

Be', in effetti non ci conosciamo, siamo due perfetti estranei, però questo ragazzo, mi ha trasmesso tanta potenza non appena l'ho guardato davvero negli occhi: ha seriamente lo sguardo di un leone. Di un leone ricco di forza.   

-Magari ci becchiamo in giro da queste parti, eh?- mi domanda arrossendo leggermente.

Sorrido, dopo di che lo saluto scuotendo la mano e chiudo la porta.

Appena mi volto, mi ritrovo Federico davanti, perciò sobbalzo e deglutisco un attimo dopo.

-Chi era quello?- mi chiede stando vicino al mio viso.
-Un ragazzo. Non si vede?- sbotto acida.
-Calmati, ho solo fatto una domanda- espone fissandomi le labbra.

Mi mordo il labbro inferiore, osservo le sue calde e morbide, dopo di ciò distolgo lo sguardo.

-Vedo che già hai trovato un altro- commenta girandosi di spalle.
-Non iniziare con i tuoi soliti film mentali, Federico- dico.
-Neanche lo conoscono- continuo.

Si volta e aggancia il mio sguardo, per poi serrare la mascella. Mi osserva, sbuffa, dopo di che si reca verso la sua camera a passo veloce.

Spazio autrice
[23:49 18/11/17] 

UN AMORE SEMPLICEMENTE COMPLICATO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora