Vivian si tolse la chitarra appoggiandola sul sostegno vicino al microfono.
Sforzò un sorriso fra gli applausi e scese dal palco velocemente scoppiando in un pianto senza limiti.
Ce l’aveva fatta, aveva scelto la porta. Ora ogni suo velo era caduto e dopo tanto tempo si sentiva libera, si sentiva bene.
Era ora di cominciare, non sapeva se ce l’avrebbe fatta, ma doveva. Non poteva più resistere in quella situazione di incertezza che l’aveva accolta per troppo tempo.
Jess si mosse per seguirla. Il suo cuore batteva a mille. Per tutta l’esibizione aveva sperato di vedere lo sguardo di Vivian rivolto a lui, ma non era mai riuscito ad incrociarlo. Ora stava piangendo, doveva raggiungerla e consolarla, capire cosa le stesse passando per la testa.
Fece qualche passo verso di lei ma qualcuno lo prese per il braccio.
Si voltò contrariato osservando il ragazzo biondo che con un sorriso sghembo l’aveva fermato.
“Jess giusto?” domandò Jhona.
Gli era sempre piaciuto recitare la parte del buono, ma stavolta sembrava che non fosse solo un teatrino, voleva aiutare Vivan e probabilmente non avrebbe mai smesso di farlo.
“Si, ci conosciamo?” rispose Jess fermandosi.
Conosceva benissimo Jhona Hewings, tutti sapevano chi fosse e per quanto si sforsasse, non riusciva a trovare un motivo per cui un ragazzo così scapestrato fosse li, e volesse parlare con lui. Niente li accumunava.
“No, ma ho bisogno di chiederti delle cose” spiegò Jhona dipingendosi in viso il sorriso più falso si sempre.
Jess lo guardò stranito. Doveva correre da Vivian ora, non aveva tempo per lui.
“Proprio adesso?” chiese infastidito.
“Adesso, ne ho proprio la necessità” rispose Jhona sforzandosi di rimanere serio.
Non sapeva cosa si sarebbe inventato per tenerlo il più lontano possibile da Vivian, ma era certo che qualcosa gli sarebbe venuto in mente. Forse era la volta buona che i suoi studi da economista, sarebbero risultati utili.
Liam si avvicinò a loro superando Jess.
Aveva capito l’intento di Jhona non appena si era avvicinato a Lui. Doveva affrettarsi a raggiungere Vivian, approfittare di questo suo attimo di genialità. Doveva vederla, il suo bisogno di assicurarsi che stesse bene, era impellente.
Jhona lo guardò e gli fece un occhiolino.
Liam ricambiò con un sorriso. Quel ragazzo non era poi così male, doveva riconoscerlo. Le parole che gli aveva detto l’avevano rassicurato, ne aveva bisogno e per qualche strana ragione aveva bisogno che fosse proprio lui a dirgliele.
Si avvicinò alla portafinestra e uscì, trovandosi sul grande balcone coperto. Si guardò intorno, osservando in entrambe le direzioni cercando la figura di Vivian che però non trovò.
Mancavano pochi minuti a mezzanotte, lei era in lacrime, doveva trovarla, anche se non sapeva esattamente cosa le avrebbe detto.
Fece un passo avanti passandosi una mano nei capelli. Doveva essere li, non c’erano altre porte che conducevano al balcone, se non quella dalla quale lui era appena entrato.
Una figura rannicchiata su un divano in fondo alla stanza attirò la sua attenzione. Il suo cuore iniziò a battere forte. Questo era l’effetto che Vivian gli faceva; la necessità che il suo corpo aveva, di percepire quello della ragazza a contatto con il suo.
STAI LEGGENDO
Burning Sun [IN REVISIONE]
Teen FictionC'è una storia dietro a ogni persona. C'è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli. [S.Freud]