15. Sole e luna

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“Finalmente” sospirò Vivian avvicinandosi alla chitarra di Niall.

Adorava quello strumento così semplice ma capace di regalare ottima musica.

Aveva imparato a suonare la chitarra quando era piccola, non aveva mai giocato con le bambole, aveva sempre preferito la musica nelle sue mille forme.
Sua madre era la musica, con quel suo stile strano e graffiante che in pochi anni aveva conquistato il mondo. Amava sua madre, e per quanto tutti pensassero che il suo obbiettivo fosse quello di imitarla, non era così. Lei non aveva il desiderio di condividere la sua musica con il mondo. La musica era la cosa più intima e cara che aveva; era il suo mezzo di espressione, non aveva bisogno di introduzioni, le bastava una chitarra e un microfono e all' improvviso ogni barriera cadeva. La ragazza ribelle lasciava spazio alla semplice ragazza, troppo sensibile per lasciarsi andare davvero.

Liam la raggiunse e si sedette vicino a lei.

“Se volevi rimanere da sola con me bastava che me lo dicessi subito, li avrei mandati via prima” scherzò.

Aveva trascorso l'intero pomeriggio insieme ai ragazzi. Avevano provato e riprovato la stessa canzone senza sosta.

Erano bravi, ma per lei troppo puntigliosi. Questa era la differenza fra chi faceva musica per gli altri, diversamente che per se stesso.

“L’unico motivo per cui sono qui è la musica Liam, lo sai” disse sorridendo. Non era la realtà, ma il fingersi disinteressata ad ogni situazione che si presentava, era diventata una routine per lei.

“Non avevo dubbi! Quindi possiamo iniziare la lezione?”.

Liam l'aveva osservata da tutto il pomeriggio, qualcosa le frullava per la testa. I suoi occhi verdi erano più scuri del solito.

“Mancano due ore alla partenza per Londra, non riusciremo a fare una lezione decente”

“Perché ho l’impressione che tu voglia fare tutt’altro, piuttosto che studiare?”

“Perché è così cervellone!”  rispose Vivian poggiando la chitarra e mettendosi seduta a gambe incrociate sul divano.

In quella stanza si sentiva pienamente a suo agio, come se fosse nella sua stanza a casa sua.

“Questo mi rimanda alla prima cosa che ti ho detto” scherzò Liam divertito.

“Nemmeno tra un milione di anni Liam!” rispose fingendosi infastidita.

Le attenzioni di Liam le piacevano, le attenzioni di tutti le piacevano. Per la prima volta nella sua vita aveva la necessità di avere quegli sguardi di cui aveva sempre fatto a meno.

Aveva sempre preferito l'ombra alla luce, ma qualcosa nel suo universo stava cambiando.

“Peccato un vero peccato” sussurrò Liam che si concentrò sue gambe di proposito.

Vivian prese un cuscino e glielo lanciò. 

Liam scoppiò a ridere accasciandosi sul divano seguito dalle risate di Vivian che si sdraiò vicino a Lui.

“Che cosa fai?” domandò stupito dalle mosse della bruna.
Era bipolare, un minuto prima lo allontanava con uno sguardo glaciale, quello dopo gli si buttata addosso; non che gli dispiacesse, ma quel comportamento lo stordiva. Vivian lo stordiva.

“Mi ispiri fiducia, non ci posso fare niente ... Un po’ come se tu fossi il mio amico gay!” spiegò divertita voltandosi a guardarlo.

“Fantastico! Cosa potrei chiedere di meglio?” rispose Liam sarcastico.

“Dai sto scherzando! Il mio amico gay, non avrebbe questi addominali!” ironizzò Vivian indicando il suo petto.

“Quindi ti ispiro fiducia e basta?” domandò Liam mettendosi le braccia dietro la testa.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora