36. Ti va di fare una passeggiata?

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“Domani la rivoglio!” esclamò Vivian allungando la maglia.

I suoi occhi si sbarrarono quando incontrarono la figura di Jess.

Sperava con tutta se stessa che fosse un’allucinazione, che Spencer fosse diventata più alta in poche ore. Ma i muscoli che vide davanti a se le provarono, che la persona davanti a lei, non era di certo Spencer.

Fece per richiudere la porta contrariata, ma Jess la bloccò con un piede.

Vivian lo fulminò con lo sguardo facendo cadere a terra la t-shirt che teneva fra le mani.

“Al diavolo!” esclamò allontanandosi.

Si diresse verso il letto e vi si buttò, affondando il viso nel cuscino morbido.

Non voleva vedere nessuno, a maggior ragione la causa di tutti i suoi problemi.

Jess sorrise guardandola.

Pensava che sarebbe andata peggio, anche se sapeva che il momento meno favorevole, doveva ancora arrivare.

Chiuse la porta alle sue spalle e entrò nella stanza guardandosi intorno.

Quella era soltanto una delle tante camere degli ospiti, ma entrandovi non aveva avuto dubbi sul fatto che quella fosse la stanza di Vivian; la sua chitarra acustica era posizionata a terra, vicino all’ inconfondibile raccoglitore in pelle, dove Vivian era solita tenere gli spartiti musicali. Tutti i suoi cd, e i vecchi vinili che aveva collezionato nel tempo, erano posizionati rigorosamente in ordine nella libreria.

Sorrise scuotendo la testa, si ricordava perfettamente come lo infastidisse il fatto che Vivian ogni volta che si spostasse, portasse con se tutti i suoi cd. Diceva che non sarebbe stato lo stesso senza, che erano una parte di lei e in base alla situazione e al suo umore, doveva essere libera di scegliere cosa l’avrebbe fatta stare meglio.

Si voltò nuovamente a guardare la ragazza perfetta distesa sul letto. Era sempre bellissima, esattamente come se la ricordava. Qualcosa nei suoi occhi aveva attirato la sua attenzione incrociando il suo sguardo. Li aveva visti sempre vispi, svegli, a dimostrare quanta forza potesse essere contenuta in un corpo così bello; ma stavolta c’era qualcosa in più.

Una luce diversa, qualcosa che lui per la prima volta, non sapeva interpretare.

Si avvicinò al letto sedendosi sul bordo. Avrebbe voluto allungare la mano e accarezzarle i capelli, ma sarebbe stato eccessivo.

“Come stai, Vi?” chiese.

Vivian alzò un braccio e poi il pollice.

Jess scosse la testa divertito.

“Vivian” l’ammonì.

Vivian sbuffò e contrariata si mise seduta a braccia incrociate.

“Non sono mai stata meglio Jess! Non vedi come sono felice? Sono felicissima di vederti qui, dopo così tanto tempo, come se niente fosse successo, come se tutto fosse fantastico e meraviglioso ... Adesso puoi andartene?” chiese sarcastica gesticolando.

Jess abbassò lo sguardo.

Nei suoi occhi vedeva solo odio, e quello sarebbe riuscito a decifrarlo sempre molto bene.

“Davvero credi che per me sia facile presentarmi dopo tanto tempo?” chiese.

Vivian lo guardò seria.

Odiava il fatto che lui fosse in quella stanza, odiava il fatto che lui fosse semplicemente fra quelle quattro mura.

“Non mi sembra tu ti stia facendo problemi ad invadere il mio spazio vitale, nonostante la cosa mi infastidisca!” esclamò alzando il tono di voce.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora