47. Libra

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Percorse i corridoi velocemente stringendo la sua borsa al petto. La chiacchierata con Liam l’aveva turbata e aveva bisogno di parlare con Jhona e pensare ad altro.

Arrivò in poco tempo davanti al suo ufficio e bussò.

Nessuno rispose. Era strano, molto strano ma probabilmente era solamente uscito a cercarla. Negli ultimi tempi era diventato paranoico sulla puntualità e tutto il resto, si stava sempre più immedesimando nel suo ruolo di professore.

Infilò la mano nella borsa estraendone poi un mazzo di chiavi. Controllò che nessuno la notasse e le infilò nella serratura che con uno scatto si aprì. Jhona le aveva fatto una coppia delle chiavi in caso di emergenza e quella di lei confusa in un corridoio attualmente deserto, era da considerarsi un’emergenza.

Chiuse nuovamente a chiave, la porta alle sue spalle e fece un respiro profondo.

Si guardò intorno e notò un grande disordine nella stanza. Più del solito per lo meno.

C’erano molti tomi aperti sulla scrivania e fogli sparsi sul pavimento. Si avvicinò alla vecchia poltrona in pelle, lasciando scivolare la sua borsa. Guardò fuori dalla finestra, il paesaggio innevato era davvero bellissimo ma preferiva di gran lunga l’estate, quando il sole era alto e il cielo azzurro.

Le sfumature non le erano mai piaciute. Amava il cielo azzurro senza nuvole, le piaceva il blu della notte puntellato di stelle e adorava la luna piena in tutta la sua lucentezza.

Odiava al contrario il cielo grigio e nuvoloso. In realtà odiava tutto ciò che non fosse definito.

Si voltò sospirando e prese posto sulla sedia di Jhona.

Sorrise accomodandosi, pensando alla reazione che avrebbe avuto il biondo se l’avesse vista seduta li. Sapeva quando fosse geloso di quella vecchia sedia, forse perché lo faceva sentire importante.

La avvicinò alla scrivania e ci appoggiò i gomiti sopra. Posò il mento sulle mani e si guardò intorno soffermandosi su tutti i dettagli della stanza.

Si stava annoiando ad aspettare, dove diavolo era finito Jhona?

Sbuffò e decise di fare ordine nella stanza per ammazzare il tempo. Iniziò dalla scrivania, prendendo un foglio bianco e ritagliando tanti listelli, in modo da creare dei segnalibri. Non voleva che Jhona perdesse il segno sui libri aperti.

Iniziò piano piano a radunarli tutti, soffermandosi a riordinare i ritagli di giornale sparsi sul ripiano in legno. Si accorse che parlavano tutti dello stesso argomento e rabbrividì.

Libra.

Sgranò gli occhi rileggendo più e più volte, quella parola era in grado di spaventarla ancora, nonostante il tempo passasse apparentemente veloce.

Si ricordò che ne avevano parlato una volta, quando lei le aveva raccontato la storia dell’anno passato, quando avevano rapito Harold per avere il riscatto. Si ricordò in quel momento, con quanta velocità Jhona avesse cambiato discorso, come infastidito dalla cosa.

Non ci aveva fatto caso, Jhona era strano, non c’era da stupirsi di nulla in realtà, probabilmente non voleva impicciarsi in affari che non lo riguardavano.

Sorrise soffermandosi su un tomo sottolineato, nascosto sotto ad altri. Sembrava un diario scritto a mano e ormai sapeva riconoscere la scrittura del biondo.

Iniziò a leggere incuriosita, parlava di un gruppo di persone, persone che volevano ristabilire l’equilibro. Di che equilibrio parlava?

Sfogliò velocemente le pagine partendo dall’inizio. Si accorse che in alto alla pagina c’erano delle date. L’ultimo scritto risaliva a qualche mese prima, prima che lui diventasse professore. Sfogliò le pagine ingiallite fino a raggiungere la prima.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora