65. In equilibrio sopra la follia

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Tutto quello che riusciva a vedere era il buio. La testa pesava, aveva provato ad alzarla dalla superficie morbida sulla quale era posata, ma i muscoli del collo non rispondevano. Provò ad aprire gli occhi, ma nulla, le sue palpebre rimanevano chiuse, avvolte dal quel fastidioso buio che la circondava.

L’unica cosa che riusciva a sentire era il ticchettio fastidioso di qualcosa, probabilmente un orologio. Provò nuovamente ad aprire le palpebre e stavolta ci riuscì. Fece fatica e la luce della stanza in cui si trovava, era troppo forte per lei. Cercò di sollevarsi ma i suoi muscoli continuavano a non rispondere, poteva contare soltanto su sulla vista e l’udito.

Si guardò intorno, per quanto fu possibile senza muovere la testa. Il tetto di quella che sembrava essere una semplice stanza, era ricoperto con assi di legno scuro. Un lampadario antico sorgeva al centro di esso, abbastanza luminoso da illuminare le pareti bianche.

“Ben svegliata principessa”

Non conosceva quella voce, ma risultava dolce e confortante nonostante la situazione in cui si era appena imbattuta non lo fosse. L’ultima cosa che ricordava era lo sguardo triste di Jhona, mentre con un panno umido dall’odore fastidioso, le aveva fatto perdere conoscenza. Provò a muoversi ancora ma fu tutto inutile. Dei passi lenti si mossero nella stanza, provocando uno scricchiolio tipico delle travi in legno.

Un ragazzo con un sorriso confortante comparve nel suo campo visivo, l’aveva già visto, era uno di loro. La paura si impossessò di Lei quando allungò una mano sulla sua guancia. La accarezzò dolcemente senza smetterla di fissarla, di studiarla, come se volesse assimilare tutti i particolari del suo viso.

Non poteva muoversi, ci provò ancora ma i suoi muscoli continuavano a non rispondere. Quel ragazzo avrebbe potuto farle del male e lei non avrebbe nemmeno avuto la possibilità di difendersi.

Dov’era Jhona e perché l’aveva portata li? Perché aveva tradito la sua fiducia, quella di Vivian, ma soprattutto cosa volevano da Lei?

“Non avere paura principessa, andrà tutto bene”

Sembrava davvero convinto delle sue parole, per qualche strano motivo quel ragazzo non le faceva paura, nonostante lei fosse inevitabilmente preoccupata della situazione, lui le trasmetteva tranquillità. Doveva essere l’effetto dell’anestetico che Jhona le aveva somministrato.

Provò a parlare e inaspettatamente ci riuscì.

“Dove sono?” domandò debolmente guardando negli occhi il suo interlocutore.

Il ragazzo le sorrise spostandole i capelli dal viso.

“Sei al sicuro, non ti succederà niente. Farai quello che ti diremo e non ti accadrà nulla, non permetterò che rovinino questo bel faccino” rispose il ragazzo.

“Chi sei?” domandò ancora sforzandosi per alzare la voce riuscendoci.

“Sono Rick principessa”

Rick. Era l’artista, l’aveva visto milioni di volte sulle riviste che sua madre di settimana in settimana comprava. Tutti lo decantavano come un genio, come il maggior esponente dell’arte moderna, nonostante la giovane età.

“Non riesco a muovermi” disse.

Rick sorrise ancora, sedendosi al suo fianco. Quello su cui era sdraiata doveva essere un letto, che si abbassò una volta che il ragazzo si fu seduto.

“Ci riuscirai presto vedrai. Vuoi dell’acqua?”

Aveva sete, tanta sete, ma la paura che quella che Rick volesse darle non fosse acqua, si impossessò di Lei.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora