28. Verde smeraldo e verde pastello

2.5K 93 20
                                    

Era da molto che non entrava in una stanza del genere e per quanto potesse sembrarle strano, le mancava.

Le manca il profumo intenso del legno, le grandi finestre con i tendaggi color porpora e quella sensazione accogliente che si percepiva in ogni angolo di quell’edificio. Hamilton era la sua seconda casa, era il posto in cui rifugiarsi; nella sua camera nella torre ovest con la scrivania rovinata dal tempo e il suo letto a baldacchino.

Inspirò a pieni polmoni il profumo dei libri. La biblioteca era il luogo che preferiva; amava perdersi fra le pagine di quei tomi antichi, amava aggirarsi fra gli scaffali alla ricerca di quel libro talmente sconvolgente da aver fatto la storia.

Quella stanza era il suo ossigeno; la realtà non le era mai piaciuta e aveva iniziato ad odiarla quando suo padre l’aveva tradita dimostrandosi soltanto per il mostro che era. Leggere la rendeva leggera, si sentiva sollevata mentre sfogliava le pagine e si immergeva in quelle storie così avvincenti e surreali. Per qualche ora tornava a respirare come se nessun peso stesse gravando sul petto. Negli ultimi mesi però non c’era stata lettura in grado di toglierle quel macigno, nessun libro era riuscito a darle quel sollievo di cui aveva bisogno. Forse perché nessun personaggio inventato riusciva ad essere per Lei, quello che il ragazzo dagli occhi verdi che la guardava distante era diventato nella realtà.

“Non ho molto tempo” la incitò Harry.

“Dove devi andare?” chiese con un filo di voce. Si aspettava che non si sarebbe presentato. Quegli occhi verdi che la guardavano freddamente, non lasciavano trapelare nessun tipo di emozione positiva.

“Non credo siano affari che ti riguardano” rispose serio.

“Però sei qui” sottolineò speranzosa.

“Vieni al dunque Lena” affermò Harry mettendo le mani nelle tasche.

Era nervoso, era confuso e frustrato dalla situazione e ancor di più dalla sua debolezza. Aveva ricevuto il messaggio di Lena e non aveva indugiato a presentarsi da lei come uno stupido cagnolino.

Aveva mentito a Kim dicendole che non poteva fare lezione con Lei perché doveva provare con Niall. Lui  gli avrebbe retto il gioco e nonostante fosse la persona più corretta che avesse mai conosciuto, per qualche strana ragione lo stava supportando in questa grandissima cavolata.

Era li, in una biblioteca quasi deserta con la sua ex ragazza, l’unica ragazza che avesse mai amato nella vita, la causa del suo cambiamento, la cosa a cui  avrebbe dovuto stare lontano, ma dalla quale nonostante tutto non poteva fare a meno di voler delle risposte.

Lena lo guardava come sempre, con quegli occhi da cerbiatto che esternavano solo amore e dolcezza. Riusciva a scorgere dietro quegli occhi verde chiaro che aveva imparato a leggere, anche una sfumatura di paura.

Paura di lui? Era solo uno stupido ragazzo legato al passato che fingeva di essere grande. La dimostrazione l’aveva davanti ai suoi occhi, era li ancora una volta a fare un passo verso di lei nonostante sapesse che non se lo meritava.

“Mi dispiace” sussurrò Lena con un filo di voce.

“Per cosa?” chiese Harry appoggiandosi al muro. Il freddo della pietra a contatto con la sua schiena lo fece rabbrividire.

Faceva freddo, ma non era dovuto solo al poco isolamento termico delle pareti.

“Per averti lasciato da solo, per non averci provato, per aver pensato solo a me stessa”.

Non si aspettava che quel confronto sarebbe stato semplice, ma nemmeno che Harry la guardasse con quello sguardo gelido che aveva così tanto temuto.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora