“Vivian hai la febbre?”
Si avvicinò a lei divertito spostandole una ciocca di capelli dal viso. Amava quel viso, amava quei lineamenti dolci in contrasto con le sue espressioni sempre imbronciate.
“No Jhona, non sono mai stata così seria in tutta la mia vita” rispose Vivian facendo un passo indietro.
Non poteva perdere tutta la determinazione che aveva acquistato grazie a Diana, non adesso.
“Ok, cosa ti ha detto il paparino? Che è da ragazza cattiva frequentare un professore?” domandò Jhona sorridendo amaramente.
Era infastidito da quel ragazzo; non capiva come fosse riuscito a condizionare così tanto la ragazza ribelle che aveva conosciuto più di un mese fa.
Le sue espressioni imbronciate si stavano addolcendo e il suo sorriso un po’ strambo era sempre più spesso disegnato sul suo viso. Non poteva negare che vedere Vivian sorridere potesse essere paragonato a uno dei migliori concerti rock a cui avesse mai assistito; ma voleva essere lui il direttore artistico di quel concerto.
“Liam non centra, è mia la decisione. Non voglio più nascondere niente a nessuno, quando uscirai di qui continueremo a vederci, ma per ora non mi va di continuare. Sto mentendo a troppe persone e non sto rispettando le regole” spiegò Vivian.
Non seppe dire se le desse più fastidio il fatto che Jhona stesse parlando di Liam in quel modo, oppure se le sue stesse parole le risuonassero così strane.
“Stai diventando noiosa Vivian” si lamentò il ragazzo sbuffando.
Si allontanò da Lei spostandosi i capelli dalla fronte. Quella situazione gli stava scomoda, la nuova versione di Vivian non gli piaceva e lui aveva assolutamente bisogno dell’originale per poter continuare in quello stupido compito che gli era stato affidato da suo padre.
“Io ci tengo al mio futuro Jhona!” esclamò Vivian scendendo dalla scrivania con un salto.
“Vivian è da quando ti ho incontrata che ci tieni al tuo futuro, questo però non ti ha mai impedito di entrare in questa stanza e fare la civetta con me!”
“Io non ho mai fatto la civetta con te!” rispose Vivian arrossendo.
Lei non era una civetta; non era di certo quel lugubre predatore notturno dagli occhi grandi e tanto meno il significato che tutti davano a quella metafora.
Jhona scosse la testa divertito.
“Se avessi voluto rovinare il tuo futuro avrei ceduto alle tue provocazioni da un pezzo!” disse giocando con il suo piercing al labbro.
Vivian rimase scossa a quelle parole. Diana aveva ragione. Perché quella ragazza dagli occhi dolci doveva sempre aver ragione sul suo conto? Almeno per stavolta avrebbe potuto fare un eccezione!
“Cosa?!” chiese incredula.
Jhona si avvicinò a Lei.
“Vivian, sei la ragazza più interessante che io abbia mai conosciuto. A te ci tengo e credimi, non vedo l’ora di uscire da qui per potermi avvicinare a te senza problemi”.
“O mio dio!” esclamò Vivian indietreggiando con gli occhi sbarrati.
Al diavolo la verità, i professori sexy, le civette e le figure retoriche.
“Adesso non fai più la civetta ragazzina?” domandò il biondo divertito avvicinandosi a Lei.
Vivian lo scrutava incredula incapace di fare qualsiasi cosa. Ascoltare la verità da quelle labbra fini ma decisamente invitanti, le faceva un strano effetto.
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Burning Sun [IN REVISIONE]
Novela JuvenilC'è una storia dietro a ogni persona. C'è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli. [S.Freud]