4. Inaspettato benvenuto

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Il fischio dei treni in arrivo e di quelli in partenza; milioni di persone che si muovono in contemporanea nelle direzioni opposte. Gente che va, gente che arriva, gente che attende perchè in anticipo e gente che corre perchè è in ritardo. Musicisti di strada che suonano le più svariate melodie. Mille destinazioni con obiettivi diversi, un ritorno, tanto atteso o non sperato. Una partenza, voluta da tanto tempo o temuta. Viaggi di lavoro, viaggi di divertimento, viaggi di dolore. Tutto racchiuso in un unico meraviglioso edificio: la stazione.

Vivian aveva sempre amato quel luogo, sin da quando era bambina. Si ricordava di come le sembrasse strano vedere quegli bizzarri mezzi di trasporto in ferro, correre veloci lungo le rotaie, per poi sparire dalla sua visuale quando erano ormai lontani.

Amava il rumore che le rotaie provocavano. Tutti si lamentavano di quello che per loro, era soltanto un fastidioso rumore, ma a lei piaceva. Era costante, pulito, metallico e la cullava mentre ad occhi chiusi si perdeva nei suoi sogni. Aveva molti sogni e sapeva che il posto giusto per vederli realizzati era l’Hamilton college e il tanto atteso giorno della partenza era arrivato.

Era strano da dirsi, ma ogni anno quel momento le riservava un emozione strana, indimenticabile.

“Ehi Vi, buon anno!” le augurò sua madre avvicinandosi e abbracciandola forte.

Vivian chiuse gli occhi lasciandosi cullare da quell’abbraccio così caldo e confortante.

Stava crescendo, ma era sicura che di quelle braccia non si sarebbe mai stancata. Quella era la sua casa e quel profumo l’avrebbe riconosciuto fra mille.

Riemerse da quel momento con un sorriso stampato sul volto.

“Non smettere mai di essere la persona stupenda che sei Vi” le ricordò sua madre rivolgendole uno dei suoi stupendi sorrisi.

Vivian annuì debolmente con gli occhi lucidi. 

Ogni anno sua madre prima di partire, le diceva qualcosa di diverso; qualcosa di semplice ma che racchiudeva al suo interno un significato davvero importante per Lei. La conosceva così bene, probabilmente perché, come diceva sempre sua zia Grace, erano una la fotocopia dell’altra sia dentro che fuori.

“Ciao Vi, divertiti mi raccomando e non fare impazzire troppi ragazzi” le raccomandò suo padre avvicinandosi a Lei ,facendole una dolce carezza sui capelli color mogano.

“Non c’è pericolo papà!” rispose Vivian abbassando debolmente lo sguardo.

Quelle parole la riportarono immediatamente a Lui che non riusciva a darle tregua, nemmeno a mille chilometri di distanza.

Non l’aveva chiamata nemmeno stavolta, le aveva promesso che l’avrebbe fatto e invece nulla. Aveva trascorso la sua notte a piangere, a pensare a quanto fosse sbagliato farlo ma nonostante questo non era riuscita a smettere.

Aveva sentito Lena partire nel cuore della notte e immediatamente il suo pensiero aveva raggiunto suo cugino Harry. Forse quell’anno avrebbe avuto qualcuno con cui condividere la sua situazione scomoda e difficile. Lena se n’era andata, proprio come aveva fatto Jess.

Jess, dannazione a Lui, dannazione all’amore e a tutti quei sentimenti stupidi!. Doveva prendere una decisione al più presto e dare una svolta alla sua vita. Non si era mai sentita così in difficoltà, era in un momento di stallo e totale insicurezza. Voleva solamente tornare ad essere quello che era; felice, solo questo e niente altro.

“Vi guardami” le sussurrò suo padre Gabe posandole entrambe le mani sulle spalle.

Obbedì incrociando quegli occhi profondi, identici ai suoi.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora