71. Goodbye my lover

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Stringeva forte la sua mano, quello era l’unico appiglio che aveva, l’unica fonte di calore che riusciva a percepire da due giorni. Aveva aspettato buone notizie in continuazione, mentre alternava il pianto al silenzio. Ascoltava, ascoltava tutto, ma la smorfia di dolore sul volto di Louis le ricordava in continuazione quello che era successo. Non aveva il diritto di stare bene, non quando Lui era in un letto di ospedale, ferito al posto suo.

Era Lei che se lo meritava, era Lei che volevano, non quel ragazzo dagli occhi blu, troppo buono con tutti.

Sua madre era preoccupata, suo padre ancor di più; avevano permesso a Zayn di stare con Lei tutto il tempo, di condividere con Lei la camera da letto senza obiettare e questo di certo, non era da loro. Erano sempre stati rigidi nelle regole, ma Lei li adorava con tutta se stessa, perché nonostante il loro lavoro li tenesse lontani da casa per la maggior parte del tempo, loro c’erano sempre; la sera prima di andare a dormire con il bacio della buona notte, durante la giornata con le chiamate che non mancavano mai, e in quelle sere in famiglia, dove il tempo si fermava e Lei era semplicemente felice.

Non riusciva a provare pace nemmeno nei ricordi, non dopo che tutto accadeva per la seconda volta. Dall’ospedale arrivavano notizie ogni giorno, l’operazione era andata bene, ma Lui non si era ancora svegliato e finché questo non fosse successo, non avrebbero potuto scongiurare il pericolo.

Aveva smesso di crederci; vedeva quegli occhi blu nei suoi sogni tormentati, erano i suoi, che si chiudevano inesorabilmente per non riaprirsi più.

Dopo quella chiamata dall’ospedale però, qualcosa si era accesso in Lei. Qualcosa che le aveva permesso di alzarsi dal letto, vestirsi e salire su quella macchina che la stava portando da Lui.

Rafforzò la stretta sulla mano di Zayn che sedeva di fianco a Lei. A Lui doveva tutto, tutta la pazienza che aveva avuto mentre lei piangeva, mentre Lei si rifiutava di dire o fare qualcosa di diverso che non fosse dormire nella sua stanza. Lui però non aveva mai ceduto, aveva continuato a parlarle, a raccontarle quello che succedeva di sotto, di come Kim e Harry fossero innamorati, di come i gemelli rallegrassero quella casa circondata dalla preoccupazione.

Aveva sorriso pensando a loro, a loro che l’avevano raggiunta nella sua stanza sdraiandosi vicino a Lei. Erano stati stupendi, come tutti i suoi amici, che l’avevano supportata, che non avevano fatto altro che darle tutto quello che potevano, anche se Lei stava male, anche se Lei a loro non poteva dare nulla, se non piccoli cenni di assenso o negazione.

Si sentiva un robot, un piccolo robot privo di sentimenti, programmato solamente a compiere semplici azioni.

Zayn le diede un bacio sui capelli, riportandola alla realtà. Non aveva fatto altro che viaggiare nei suoi pensieri in quel giorni, che nonostante portassero sempre a Louis, le avevano permesso di apprezzare quello che fin ora la vita le aveva regalato; qualcosa che non si può comprare, che non si può pretendere, ma solamente dare e ricevere: l’amore.

“Siamo arrivati Di” le disse Zayn.

Diana lo guardo sorridendogli, forse per la prima volta dopo quella notte.

“Grazie” disse con tutta sincerità.

Zayn la ripagò con uno dei sorrisi più belli che Lei avesse mai visto. Era innamorata persa di Lui, di quel sorriso, delle sue mani che inesorabilmente tenevano le sue al caldo, di quegli occhi che non smettevano un secondo di guardarla con amore, semplicemente di Lui che era stupendo, dentro, fuori e tutto intorno.

Scese dalla macchina e Harry la raggiunse in compagnia di Kim. Avevano voluto esserci tutti, non potevano mancare perché quello che era successo,riguardava tutti loro. In quell’anno insieme avevano costruito qualcosa di più forte di una semplice amicizia, qualcosa che li aveva fatti crescere e cambiare per sempre, ma l’avevano fatto insieme, fra risate, litigi, stupidate e sbagli.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora