48. Sogni premonitori

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Occhi scuri, sorriso dolce, carnagione chiara.

Era agitata. I suoi occhi erano rivolti a lei, seppur intorno a loro ci fossero centinaia di persone. Accennò un sorriso, ma quello che ricevette in cambio, fu solo uno sguardo duro e severo.

Non smise di guardarlo, doveva raggiungerlo ma le sue gambe erano pesanti, come se una forza magnetica davvero elevata le impedisse qualsiasi movimento.

Si sforzò e riuscì a fare qualche passo avanti.

Avevano una questione in sospeso, questo era l’unico motivo per cui lo vedeva. Lo sapeva.

Avanzò di qualche passo ancora, attraversando il prato d’erba che si estendeva intorno a loro. Sentiva freddo ma non le importava, doveva raggiungerlo, trattenerlo e parlarci.

Lui era ancora li, fermo e immobile. La guardava severo, senza che alcuna emozione potesse attraversargli il viso. Niente l’avrebbe fermata dal raggiungerlo, dal chiedergli scusa per non averlo salvato, dal prendergli la mano e appurare che lui era ancora li, con il suo neo leggero sulla guancia destra e i capelli indisciplinati.

Si guardò intorno nervosa. I ragazzi che si trovavano intorno a loro sembravano non accorgersi di Lui. Era l’unica a vederlo?

Doveva calmarsi, agitarsi non sarebbe servito a niente. Si passò una mano fra i capelli scuri e fece un respiro profondo. Era a pochi metri da Lui ormai.

Provò a sorridere ancora e sorprendentemente lui ricambiò. Quel sorriso le mancava, quegli occhi vispi le mancavano dannatamente e il rimpianto di non averlo salvato, nonostante lui l’avesse da sempre ingannata, era troppo. Non sarebbe mai stata sicura che quello fosse soltanto un inganno, non avrebbe mai capito se le attenzioni che le aveva sempre rivolto, fossero sincere.

Lui fece un passo verso di Lei. Le sarebbe bastato allungare la mano per toccarlo ma era come pietrificata da quello sguardo.

Lui sorrise ancora e indietreggio.

Cerco di fare o dire qualcosa ma la voce non le uscì. Lui scosse il capo mentre il vento sembrava portar con se,  quello che rimaneva del suo corpo slanciato.

“David”

Aprì gli occhi facendo un respiro profondo. Il cuore le batteva a mille e la testa la pulsava. Si passò una mano sui capelli guardandosi intorno. Era nella sua stanza e l’aveva sognato ancora una volta.

Era ad un passo dal toccarlo, dal parlargli ma per quale strana ragione non ci riusciva.

Si mise seduta infilando velocemente le scarpe. Non si era nemmeno accorta di essersi addormentata, aveva appuntamento con Zayn e Kim in cortile ed era in ritardo.

Si soffermò davanti allo specchio prima di uscire. Fece un respiro profondo cercando di sistemarsi i capelli scompigliati. Quel sogno l’avrebbe accompagnata ancora per molto, lo sapeva, come aveva la certezza di averne bisogno; sentiva di essere più vicina a lui ogni volta che accadeva. Un giorno sarebbe riuscita a raggiungerlo, a dirgli addio e a lasciarlo andare. Solo allora si sarebbe liberata dai sensi di colpa che la attanagliavano da troppo tempo ormai.

Mentre ripensava a quel sorriso sincero e a quegli occhi dolci, raggiunse il cortile del college guardandosi intorno. 

La sua attenzione fu catturata da una voce femminile che urlava a gran voce il nome del suo fidanzato. Si voltò in quella direzione riconoscendo Zayn e Kim seduti su una panchina.

L’immagine che si trovò davanti però non fu una delle migliori. A pochi metri da Lei Zayn sorrideva felice una ragazza dai lunghi capelli biondi che gli saltò in braccio. Spalancò gli occhi vedendo il moro stringerla a se. Kimberlee era li con Lui, salutò la ragazza con enfasi senza che questa lasciasse il bracciò di Zayn nemmeno per un secondo.

Burning Sun [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora