Inspirò profondamente spegnendo la seconda sigaretta a terra, vicino alla prima.
Non era servito a nulla fumare, aveva solo contribuito a rovinarsi ancora di più i polmoni; non gli era mai importato della sua salute, lui fumava per stare meglio e perchè gli andava di farlo, ma in quel momento,era totalmente indifferente anche a quello.
Si sentiva vuoto, privato da qualsiasi tipo di stimolo e soddisfazione ma allo stesso tempo pieno; pieno di rabbia, di rancore verso se stesso e verso di Lei, che ancora una volta stava prendendo decisioni stupide, vigliacche e senza alcun tipo di fondamento.
Iniziava davvero a pensare che quello che era successo fra loro, fosse solo un enorme sbaglio. Doveva essere per forza sbagliato, perché in quegli stupidi film d'amore non parlavano di dolore, parlavano di felicità e lui era da troppo tempo, lontano dall'essere felice.
Aveva dato tutto se stesso a Lei, alle sue insicurezze, alle sue paure. Aveva dato talmente tanto da esserne privo in quel momento. Non era privo di amore, era soltanto privo di energie.
Lui era quella macchina abbandonata sul ciglio di una strada per mancanza di carburante. Era alimentato da qualcosa che bruciava, ma al contrario della macchina non era benzina, soltanto sentimenti che Lui si stava pentendo di aver provato.
Diana era un meccanismo complesso, qualcosa che nonostante lo affascinasse come nulla prima, non riusciva a comprendere. Era sempre stato bravo in quelle cose, a catalogare e inquadrare nell'immediato le persone con cui aveva a che fare; ma lei sarebbe stata sempre il suo cubo di rubik. La soluzione c'era, era li a portata di mano, nascosta fra quelle combinazioni da studiare. Ma lui non era bravo in questo, lui era un esperto nell' arrabbiarsi, nell'essere istintivo, nel doversi confrontare solo con se stesso, non con gli altri, non con l'amore e non con Diana.
Recuperò il suo pacchetto di Malboro e ne estrasse un'altra portandola alle labbra. Sapeva che non sarebbe servito a nulla. Il fatto che lui avesse fumato un'altra sigaretta o meno non avrebbe cambiato le cose, forse avrebbe fatto arrabbiare Diana, ma lei al momento non era li, era chissà dove a dare spiegazioni insensate a qualcuno.
Avrebbe scommesso tutto quello che aveva che quel qualcuno, fosse Louis.
Nonostante Lui fosse il principale ostacolo fra loro, non riusciva ad odiarlo. Lui era semplicemente perfetto; un figlio perfetto, un fratello perfetto, un amico perfetto e un fidanzato perfetto, perfetto per la maggior parte delle ragazze, ma soprattutto per Diana.
Nonostante questo Lei non faceva altro che allontanarlo, stringendosi e avvicinandosi a Lui, con quei suoi occhi dolci che nonostante tutto amava, con le sue parole che erano in grado di teletrasportarlo dal paradiso all'inferno in un secondo e con quel suo carattere che nonostante tutto, l'aveva fatto innamorare.
Sbuffò, liberandosi del fumo della sigaretta, mentre l'effetto della nicotina si faceva spazio dentro di Lui.
Si guardò intorno, contemplando i folti e rigogliosi alberi che affollavano quel giardino. Non faceva freddo, aprile e le sue giornate tiepide, avevano donato loro uno spiraglio di calore, dovuto anche alla mancanza di pioggia rara per quel periodo.
"Dovresti smettere"
Non si voltò nonostante la sorpresa lo colpì udendo quella voce al suo fianco. Aveva smesso di sperare in un suo arrivo, nonostante inconsapevolmente era quello che stava aspettando.
Sarebbe stata una motivazione stupida la sua, lo sapeva, ma almeno quella, in tutto quel casino gli spettava.
"Dovresti smettere di fare tante cose Diana, ma invece continui a farle, non sei credibile nel dare consigli, non nella posizione in cui sei" disse evitando il suo sguardo.
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Burning Sun [IN REVISIONE]
Teen FictionC'è una storia dietro a ogni persona. C'è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli. [S.Freud]