Capitolo 34

1.1K 85 4
                                    

"Cosa ne avrebbe fatto della sua vita?"
Questa era la domanda alla quale non rousciva a darsi una risposta.
All'improvviso sentì il campanello suonare.
Guardò l'orario.

《Le 2:04 di notte? Ma chi cazzo è a quest'ora?》

Si alzò e barcollando assonnato si avviò verso la porta.

《Arrivo》 urlò.

Poi si fermò un attimo a riflettere.
"Solo un maniaco può bussare ad un appartamento dove abita un ragazzo"

Aprì la porta e imprivvisamente tutto ciò che aveva intorno svanì.
La casa, la famiglia, il lavoro...tutti i problemi vennero sovrastati dai suoi occhi.
Incontrò un'altra volta quegli occhi.
Quegli stessi occhi che da più di una settimana lo ossessionavano, lo riempivano di sensi di colpa e lo distruggevano dentro.
Quegli occhi che Benjamin ha sempre paragonato una linea di mezzo tra il mare e il cielo.
Quegli occhi di cui, forse, pian piano,  si stava innamorando.
Non poteva crederci.
Non ebbe neanche il tempo di formulare una frase in con un senso logico che aveva già il corpo del più piccolo catapultato nelle sue braccia.
Da quel momento la mente del moro si scollegò completamente dalla realtà.
Strinse forte a sè il suo biondino, regalandogli dopo tanta sofferenza quel senso di protezione che tanto adorava.
Ad un tratto la signora che accompagnò Federico parlò.

《Mi scusi》 Disse.

Il moro inizialmente sussultò, era talmente perso a guardare il minore che neanche si era accorto della presenza di quella donna accanto a loro.

《Mi dica》

《Insomma, non so chi lei sia. Ci tenevo solo a dirle che quel ragazzino ha bisogno di cure mediche. Si è sentito male per strada e io, passando per casualità, l'ho trovato a terra che non riusciva a respirare. Erano quasi le 2:00 di notte e mi ha chiesto un passaggio. Mi ha detto che dovevo portarlo da un suo amico. Tutto qui.》

Da una perte Benji rimase male a sentire le parole di quell'anziana donna. Federico lo aveva definito "amico"...ma infondo era solo il suo medico. Cosa si aspettava?

《Non si preoccupi signora. Da adesso in poi me ne occuperò io. Grazie mille per averlo aiutato.》

Il maggiore sentì le braccia che stringevano il suo corpo aumentare sempre di più la loro presa.

《Oh, di nulla. È stato un piacere. Buona sera, o meglio buona notte ragazzi》

《Buona notte anche a lei. E grazie ancora》

Disse il moro prima di vedere l'anziana sparire dietro l'angolo della strada.
In tutto questo Federico rimase immobile.
Da quando Benjamin aveva aperto la porta il non aveva detto una parola, si era limitato solamente a stringerlo forte...più forte di quanto Benjamin si aspettasse.

《Ei piccolo.》

Silenzio.

《Vieni con me cucciolo.》Sussurrò sollevandolo da terra per poter rientrare in casa.

Benjamin chiuse a chiave la porta e raggiunse il divano nel salotto, sedendosi su di esso con Federico in braccio.
Non disse nulla.
Chiuse gli occhi.
Federico si appoggiò sul petto facendo aderire perfettamente i loro corpi.
Infondo per il più piccolo funzionava così.
Lui era del parere che negli abbracci sono nascoste le parole più belle del mondo. Perché in un abbraccio non si può fingere.
Secondo quel biondino che all'apparenza poteva sembrare tanto ingenuo, ma in realtà era molto intelligente,  c'è un certo senso di appartenenza in questo atto in cui ci si stringe oltre i limiti del corpo. Te ne accorgi se l'altra persona finge.
In un abbraccio non ci sono barriere e, per un istante, ti fa sentire l'uno parte dell'altro.
È un gesto morbido che avvolge tutte le emozioni, anche le paure e le insicurezze.
Era convinto che, in qualsiasi tipo di relazione, anche in amore, un abbraccio possa valere molto di più do un bacio. Perché il bacio può avere secondi fini. Durante un bacio si possono pensare tantissime cose, come per esempio l'aver conquistato quella persona e vantarsi di ciò.
Durante un abbraccio, invece, non c'è cattiveria. L'unico scopo è quello di proteggere la persona che stringi tra le braccia.
Questo era ciò che pensava Federico.
L'abbraccio era il gesto che preferiva più in assoluto.
Purtoppo però la vita non gli ha offerto l'opportunità di riceverlo spesso.
Prioprio per questo, quando gli capitava di essere abbracciato da qualcuno, non pensava alle conseguenze e si godeva semplicemente il momento.
Nel caso di Benji le cose erano un po' differenti.
Aveva più di diecimila domande da rivolgere al più piccolo, ma nonostante tutto sapeva della fragilità di Federico in quel momento e decise di lasciar perdere le preoccupazioni e rimandare l'interrogatorio alla mattina successiva...voleva farlo stare tranquillo almeno per quella notte. Solo per una notte.
Benjamin prese ad accarezzargli la spalla.

《Stai bene piccolo?》

Silenzio.

《Non vuoi proprio parlarmi eh》

Disse ridacchiando Benji.
Delicatamente gli alzò la felpa scoprendo i suoi fianchi.
Iniziò a lasciare cerchi immaginari su di essi.

《Sei proprio un cucciolino》

Il fiato caldo di Benji cadde proprio sul collo del più piccolo facendolo rabbrividire.
Il moro se ne accorse e rise.

《Mi piace l'effetto che ti provoco》

Il maggiore lo osservò attentamente.
Notò che indossava la sua felpa.

《Hai la mia felpa》Disse felice il moro.

《E hai anche un buon profumo...profumi》

Tu profumi di casa

Eilà! Bello questo capitolo vero?
Scusate se sto aggiornando tardi e i capitoli non sono lunghissimi, però sto avendo parecchi impegni in questi giorni.
Detto questo se avete domande o volete chiedermi qualcosa commentate. A domani💕💕

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora