Benjamin tornò in macchina più infuriato che mai.
《Se le cose stanno così, allora firmerò io quella maledetta autorizzazione. Vaffanculo, lotterò per il mio Federico.》
Prese la prima penna che gli capitò tra le mani e, con estrema attenzione, falsificò la firma della madre del più piccolo.
Sapeva di correre tanti rischi, ma per Federico lo avrebbe fatto.
Per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Non sopportava più di vederlo così.
Meritava di vivere, di godersi la vita...non di stare rinchiuso in una stanza d'ospedale.
Era arrabbiato, sbalordito e schifato allo stesso tempo.
Come poteva una madre parlare in quel modo del proprio figlio?
Come poteva non voler bene ad una creatura così bella come quel biondino?
Come poteva continuare a fargli del male, nonostante tutto quello che stava passando?
Per un attimo Benji si sentì fortunato.
La sua famiglia non era mai stata una delle migliori, ma almeno c'era il rispetto reciproco.
"C'era" pensò il moro, perché ormai non sapeva più neanche cosa significasse la parola "famiglia".
Per anni era stato ingannato da quelli che chiamava genitori. Aveva chiamato "padre" un uomo che in realtà non lo era. Aveva passato notti intere a piangere sentendo le urla degli adulti al piano di sotto.
Per anni lo hanno oscurato da tutti i problemi trattandolo come uno stupido.
Per ventiquattro fottuti anni lo avevano ingannato dalla testa ai piedi, riempiendolo di bugie sopra bugie.
In quell'istante avvertì quanto lui e Federico fossero simili.
Quanto in realtà, senza volerlo, si erano rincontrati con lo scopo di aiutarsi a vicenda.
Entrambi si erano persi.
Persi da tutte le certezze che la vita cerca di costruire a qualsiasi persona fin da piccola.
Avevano perso la strada di casa, ma chi lo sa...forse avrebbero potuto ricostruirla insieme la loro casa.
Erano ancora in piedi, stavano ancora lottando per essere felici. Non tutto era finito.
Benjamin accese la macchina e si avviò verso l'ospedale.
Guardando fuori dal finestrino, osservava il caos di Milano. Notò quanto fosse caotica e movimentata quella città, nonostante la sua bellezza.
Ricordò che quando da piccolo venne in vacanza adorava sentire il rumore delle auto, dei clacson e della gente che parlava perdendosi nei lunghi discorsi.
Ora era cresciuto e tutto ciò non aveva più importanza.
Non se lo seppe spiegare
"Com'è possibile che una persona cambi in questo modo?" Si chiese.
In realtà non c'era una precisa risposta a questa domanda, solo delle ipotesi.
Forse tutto ciò che aveva passato durante la vita lo avevano portato a cambiare.
Forse il fatto di essere diventato un medico lo aveva fatto responsabilizzare rendendolo più autocritico e ragionevole.
O forse perché non aveva bisogno di sentire il caos della città...adesso lo aveva dentro.
Ed era vero.
Dentro di sè sentiva un miscuglio di emozioni assurdo.
Quando si avvicinava a Federico nel suo corpo scoppiava una guerra.
Una guerra lunga e difficile da terminare. Una guerra tra il suo cuore che diceva di restare con quel ragazzo senza lasciarlo più, e il suo cervello che lo ossessionava di allontanarsi per non finire nei guai e per mantenere la reputazione per la quale ha studiato e combattuto per tutta la vita.
Ma poi pensò attentamente e si rese conto di quanto, pur essendo totalmemte opposte, le due parti erano collegate sempre da un filo: Federico.
È grazie a lui se il moro ha scelto di diventare un medico.
Quella notte quando lo trovò su quella casetta nel bel mezzo di un temporale ferito gravemente, capì che quella era la sua strada.
...tra un pensiero e l'altro, finalmente raggiunse l'ospedale. Aveva deciso di non dirgli nulla riguardo alla firma falsa per evitare di farlo stare in pensiero per lui.
Per una volta, una sola, voleva vederlo felice.
Scese dalla macchina e si recò nella sua stanza.
Aprì delicatamente la porta e trovò Federico steso sul letto a pancia in su intento ad osservare il dipinto che avevano fatto sulla parete bianca della sua camera.
Appena si accorse della sua presenza si alzò di scatto e gli corse incontro sprofondando tra le sue calde braccia.《Allora? Cosa ha detto?》Chise agitato e ansioso Fede.
《Ha detto di si. L'ho convinta e ha firmato.》
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Ho bisogno di te || Fenji
FanfictionMolte volte la vita causa brutti scherzi, ti fa crollare il mondo addosso facendoti perdere ogni briciolo di speranza. Spesso ci sentiamo persi, non riusciamo più a trovare la strada di casa, non riusciamo più a capire niente di ciò che è giusto e d...