Capitolo 75

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Attenzione: VI HO FATTO UNA SORPRESA❤
So che nel precedente capitolo avevo scritto che avrei dovuto aggiornare domani, però poco fa mi è venuta voglia di scrivere e avevo ispirazione...così ho deciso di farvi una sorpresa...oggi doppio aggiornamento.
Sono così, ogni tanto me ne esco con ste cose.
D'altronde è anche sabato quindi ci sta dai.😁💖
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.
Ok non vi annoio più.😅
Buona lettura.

Perché doveva essere tutto così complicato?
Perché ogni volta che qualcosa andava bene doveva essere per forza rovinata?
Perché sentiva un vuoto all'altezza della pancia che lo stava man mano divorando?
Queste erano le domande che stavano scatenando una guerra nel cervello di Benjamin, in attesa di trovare una risposta.
Ma la più importante di tutte le domande era solo una:
Perché si sentiva così in colpa di aver usato quel tono gelido nei confronti di Federico la sera prima?
Era stato lui quella volta a sbagliare.
Gli aveva promesso che non l'avrebbe più rifatto. Aveva giurato che non si sarebbe più tagliato mettendo a rischio la propria vita, eppure ha infranto le sue parole.
Doveva essere arrabbiato con lui?
No, ma certo che no.
Benji non era arrabbiato...era deluso.
Si stava odiando per non riuscire ad odiarlo.
Può sembrare una frase contorta ma era la pura verità.
Benjamin non riusciva, e non sarebbe mai riuscito, ad odiare Federico.
Per quanto fosse a pezzi per ciò che aveva appena visto non poteva negare a sè stesso la voglia che aveva in quel momento di correre al piano di sopra e coccolarlo, baciarlo, abbracciarlo forte fin quando ogni suo dolore non fosse svanito.
Ma l'essere umano è dotato di una brutta bestia: l'orgoglio.
Spesso desideriamo compiere delle azioni fuori dal normale, cerchiamo di dimostrare affetto, ma l'orgoglio è un grande ostacolo che frena i desideri.
La mattina seguente il moro era lì in piedi, fermo, nella cucina vuota e priva di vita mentre era indeciso su cosa fare.
Aprì le ante di uno dei tanti mobili presenti in quella stanza e prese due barrette di cioccolata bianca che il biondino aveva nascosto lì la sera precedente, credendo ingenuamente che se fosse venuto un ladro la prima cosa che avrebbe potuto rubare erano proprio le sue barrette.
Sorrise leggermente a quel ricordo.
Come poteva non volergli bene?
Mise le tavolette nel frullatore e frullò tutta la cioccolata bianca facendola diventare un liquido caldo e profumato.
Prese dei tovaglioli e un po' d'acqua e risalì in camera da letto.
Aprì piano la porta e vide Federico steso a pancia in giù con la testa sprofondata nel suo cuscino mentre cercava di nascondere i singhiozzi.
Benjamin aveva sempre creduto, fin dalla prima notte che lo aveva incontrato su quella casetta, che uno dei suoi punti deboli fosse proprio la tenerezza di quel ragazzo.
Anche in quel momento, vedendolo così triste, tutto ciò che era avvenuto il giorno prima gli si cancellò dalla mente e si sedette accanto a lui sul letto.
Iniziò lentamente ad accarezzargli la schiena e a quel contatto il biondino sobbalzò.

《Calmati piccolo, sono solo io.》

《N-Non e-eri arrabbiato con m-me ieri, vero? Che c-cosa ci fai qui a c-consolarmi?》Sussurrò piangendo.

《Non sono arrabbiato, piuttosto sono deluso.》

《Vabbè è la s-stessa c-cosa》

Benji sospirò.

《Non conosci la differenza tra essere arrabbiato ed essere deluso?
Te la spiego io.
Quando si è arrabbiati si urla, si piange, si litiga, ci si scaricano colpe a vicenda.
Quando invece si è delusi, si urla dentro, si mostra calma apparente anche se si sta provando l'inferno.》

《E allora non essere deluso, non è una bella cosa. Piuttosto urlami in faccia e sfogati. Preferisco vedere quanto sei arrabbiato piuttosto che sapere che stai male dentro.》

Benjamin sospirò.

《Tieni, bevi quasto.》Disse porgendogli il bicchiere con la ciccolata bianca sciolta in un liquido caldo.

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora