Il moretto era in una pozza di lacrime. Quelle parole lo avevano toccato nel profondo facendolo riflettere su ciò che avrebbe dovuto fare.
Il suo capo aveva ragione, doveva stare vicino al suo amico non dargli la colpa di tutto.《H-Ha r-ragione. So-Sono un i-idiota》
L'uomo gli sorrise e accarezzò con una mano la sua guancia.
《Non sei un idiota. Sei soltanto un ragazzo disperato all'idea di perdere il suo migliore amico.
E credimi...la tua reazione, le tue parole e le tue lacrime hanno dimostrato in questi pochi minuti quanto tu tenga a lui.》《Grazie mille direttore. Le voglio bene》
《Anch'io e basta a darmi del lei...adesso vieni con me, ti accompagno nella sua stanza.》
Benji sospirò.
《Non so se sono pronto.》
《Si che lo sei.》
Il medico non disse più niente. Si lasciò condurre fino alla stanza del suo amico in silenzio.
Arrivò davanti e fissò la porta: stanza 423. La stessa di Federico.
"Se questo è uno scherzo del destino, non è affatto piacevole" pensò.
Con più di 1000 stanze che quell'ospedale poteva avere, proprio quel numero doveva capitare al suo migliore amico? Perché? Perché stavano giovando con lui?
Benji non seppe rispondere a questa domanda e mai avrebbe avuto risposta.
Una cosa era certa: non credeva più nella casualità.
La coincidenza può capitare una volta, ma nella sua vita se ne sono presentate fin troppe per definirsi tali.
Qualcuno lassù stava giocando con la sua vita, si stava divertendo come se fosse una marionetta.
Forse in quel cielo misterioso che ogni giorno aveva sulla sua testa, qualche essere senza cuore giocava ad inventarsi una storia, e purtroppo lui, era la vittima.
Non pensava di essere punito in questo modo dal destino.
Infondo, cosa aveva fatto di male?
Il suo unico sogno era quello di diventare un bravo medico per aiutare a far star bene le persone.
Voleva regalare un sorriso anche a chi durante tutta la sua esistenza aveva visto solo lacrime. Era una punizione ingiusta.《Forza ragazzo. So che sei forte e supererai anche questa》
Gli disse il suo capo prima di lasciarlo solo davanti a quella stanza con sopra un numero a lui così familiare, ma che in quel momento stava odiando.
Restò interi minuti a fissare quella porta.
Osservò le impronte di dita sporche lasciate sul candido bianco della vernice. Chissà quante persone prima di lui avevano aperto quella stanza.
Chissà quante lacrime sono state versate tra quelle mura.
Chissà quante persone avevano sofferto nel vedere un loro caro star male.
La stessa identica cosa che tra pochi attimi farà lui.
Dall'altra parte della parta lo attendeva una persona malata, con soli pochi giorni di vita.
Benjamin non aveva mai fatto distinzioni tra persone. Nero o bianco, biondo o bruno, piccolo o grande. Al moro non interessavano queste piccolezze. Per lui qualsiasi persona era un essere umano e, come tale, doveva aiutarlo.
Quella volta però non fu così.
Probabilmente per colpa della rabbia e della delusione, si ritrovò a pensare per la prima volta a quanto sarebbe bello se al posto di Zambo ci fosse qualcun altro.
Perché si, era la verità...dall'altra parte di quella maledetta porta non c'era un paziente come tutti gli altri.
Solo una semplice sbarra di legno, metallo, plastica o qualsiasi cosa sia, lo separava da una delle persone più importanti della sua vita. Quello che considerava un secondo fratello tra qualche giorno lo avrebbe lasciato per non tornare più.
Basta...
Non poteva perdere un secondo di più.
Strinse i pugni e, finalmente, abbassò la maniglia bianca della porta.
Appena entrò lo colpì subito una sagoma snella seduta sul letto con un ciuffo castano ben visibile.
Il suo volto guardava verso la finestra, dava le spalle all'entrata, tanto da non poter osservare i suoi occhi.
Non appena il ragazzo si accorse di un'altra presenza nella stanza si girò per scoprire chi fosse.
![](https://img.wattpad.com/cover/150430236-288-k906480.jpg)
STAI LEGGENDO
Ho bisogno di te || Fenji
FanfictionMolte volte la vita causa brutti scherzi, ti fa crollare il mondo addosso facendoti perdere ogni briciolo di speranza. Spesso ci sentiamo persi, non riusciamo più a trovare la strada di casa, non riusciamo più a capire niente di ciò che è giusto e d...