Capitolo 52

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Passarono tre settimane dal giorno in cui Benjamin e Federico dipinsero tutta la parete della stanza del minore.
Il moro fu costretto a subire, il giorno dopo, i mille disprezzi e rimproveri del suo capo, infuriato per ciò che aveva fatto.
Era andato anche vicino ad essere licenziato per la seconda volta, ma poi il direttore vide le tante lacrime uscire dagli occhi azzurri del biondino e, come tutti, si sciolse.
"Mascolo, non so come fare con voi due. Mi farete diventare pazzo."
Gli aveva detto arrendendosi l'uomo.
Per la prima volta da quando era in ospedale ricevette un sorriso da Federico.
Il direttore però iniziò a sospettare che tra i due non ci fosse soltanto un rapporto paziente-medico.
Insomma, quale medico impiega quasi tutta la giornata per una visita?
Se ci fosse stato un rapporto che andava oltre la sua professione, per legge avrebbe dovuto licenziarlo. Però col passare dei giorni si rese conto di quanto il ragazzo si stesse affezzionando al suo nuovo medico.
Andava a dormire col pensiero di rivederlo la mattina successiva e, si svegliava, chiedendo di lui.
Si preoccupava quando il moro faceva ritardo e, aspettava il suo arrivo guardando fuori dalla finestra per ore intere.
Appena lo vedeva varcare il confine dell'ospedale, correva all'ingresso saltandogli in braccio.
Benjamin non protestava, non lo scacciava via come facevano tutti. Si limitava a stringerlo più forte e a portarlo nella sua camera, visitandolo e dandogli affetto.
Ormai tutti gli infermieri si erano abituati a queste loro dimostrazioni di affetto, non si preoccupavano neanche più di guardarli...anche se, secondo il moro, erano uno spettacolo stupendo.
Quel giorno il biondino si stava recando nello studio di Benji, più agitato del solito.
Non aveva notizie del moro dalla sera precedente e Carlo, il suo infermiere, l'aveva chiamato alle 9:00 di mattina dicendo di raggiungere il suo studio.
Inizialmente Fede si preoccupò, però appena gli dissero che Benjamin era già lì ad aspettarlo si avviò uscendo dalla camera.
Arrivò davanti alla porta del suo studio, era un po' incerto, ma si fece coraggio e bussò.

《Si, avanti》Disse il moro.

In quell'istante il minore sorrise.
Si soffermò a riflettere su quanto fosse bello sentire il suono della sua voce.
Non lo vedeva solo dalla sera prima, eppure già avvertiva la sua mancanza.
Sentire la sua voce era come avere una spinta per andare avanti, un qualcosa che gli urlava in continuazione "non arrenderti".
Può sembrare assurdo agli occhi degli altri, ma quel ragazzino era diventato totalmente dipendente dal suo medico, se si poteva ancora definire così.
Era come se fosse la sua ancora, la sua luce nel buio, il suo unico sorriso in mezzo ad una moltitudine di lacrime.
Era come se...

《Allora? Chi è?》Gridò il moro da dentro la stanza risvegliando il minore dai suoi tanti pensieri.

Sbattè più volte gli occhi e aprì la porta.

《C-Ciao B-Benji》

《Buongiorno occhi blu》 Esclamò il moretto contento di vederlo, andando ad abbracciarlo.

《B-Buongiorno Tato》

《Perché ci hai messo così tanto ad entrare? Ti stavo aspettando.》

《E-eh scusami m-mi s-sono distratto u-un attimo. Di-Dimmi c-cosa c'è?》

《Ei, perché stai parlando velocemente?》

《I-io...》

《Cosa c'è piccolo?》Chiese Benji un po' preoccupato.

《V-Volevo sapere p-perchè mi h-hai chiamato q-qui》Spiegò il più piccolo.

Il moro sorrise. Nonostante tutto il tempo che Federico aveva passato con lui, aveva sempre paura di entrare in qualsiasi posto dove ci fossero medici.
Gli baciò la fronte e gli accarezzò dolcemente la guancia.

《Quando capirai che io non ti farò mai del male? Anche se volessi non riuscirei a farlo, sei troppo dolce per ricevere cattiveria.》

Il biondino arrossì visibilmente, succedeva ogni volta che il maggiore gli faceva un complimento.
Era molto timido e non era facile esternare le proprie emozioni.

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora