Capitolo 47

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Non tutto era perduto.
Un colpo di tosse lo fece scattare in piedi sulla sedia.
Guardò verso il viso di Federico e, finalmente, incontrò i suoi splendidi occhi azzurri.
Benjamin sorrise, sorrise come mai aveva fatto nella sua vita.
Quel piccolo biondino era ancora lì, a lottare con lui, nonostante tutto.
Il moro si perse nell'azzurro di quegli occhi, poi decise a parlare.

《È assurdo come, ogni volta che guardo i tuoi occhi, mi ci perdo dentro come se fosse la prima volta》

Federico ritrasse tutto il suo corpo terrorizzato.
Benjamin fece un'espressione confusa.

《Ei piccolo, sono io.》

Sussurrò accarezzandogli una gamba.

《N-Non t-toccarmi》

Il moro ritrasse la mano... si limitò a guardarlo, era strano il suo comportamento.
Fino a quella mattina il biondino era pronto a buttarsi tra le sue braccia in ogni momento, in quel momento invece Benji potè giurare di aver intravisto nei suoi occhi un filo di paura.
Si esatto, Federico aveva paura di essere toccato da Benjamin.
"Com'è possibile che abbia paura di me dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme?" Si chiese il maggiore.
Sembrava di essere ritornati indietro alla prima volta che si sono incontrati in ospedale. Il moro non sapeva, ancora una volta, come conportarsi.

《Che hai piccolo?》

《N-Non f-farmi m-male》Gli sussurrò Federico.

Ancora quella frase.
Per l'ennesima volta, il minore aveva pronunciato quella frase.

《Dede sono io, Benjamin. Lo sai che non ti farei mai del male.》

Federico strinse con le braccia le sue ginocchia rannicchiandosi sul letto vicino al cuscino.
Ci furono attimi di silenzio, poi il moro si alzò, si sedette sul letto a parecchia distanza da lui e lo osservò.
Era pallido, gli tremavano le mani e aveva il respiro irregolare.

《Perché hai paura di me?》

《N-Non h-ho p-paura》Balbettò il biondino.

《E allora perché stai tremando?》

Silenzio.

《Cosa è successo dopo che sei uscito di casa piccolo?》Domandò ancora.

Fede spalancò gli occhi e si agitò più di prima.

《N-Niente》

《Come niente? Ti hanno trovato svenuto.》

Silenzio.

《Fede di me puoi fidarti.》

《I-io》

《Dimmi cosa ti è successo. Ti aiuterò io a risolvere tutto, qualsiasi cosa sia》

Benji si avvicinò a lui con l'intento di prendergli la mano.

《No》 Urlò Federico.

《Non to-toccarmi ti prego》 gridò alzandosi dal letto.

Il moro era sempre più confuso.

《Ma che hai? Volevo soltanto prenderti la mano.》

《N-Non t-toccarmi》

《Perché Fede? Spiegami perché. Fino a ieri sera ti aggrappavi al mio braccio nel letto per essere abbracciato e non dormivi se non lo facevo.
All'inizio non ti fidavi di me e non ti ho forzato in nessun modo, ti ho dato il tempo per conoscermi e per fidarti di me.
In questo momento però mi sembra come di essere tornato indietro e so che non è per caso.
So che ti è successo qualcosa quando sei uscito di casa che evidentemente ti ha spaventato.
Ti chiedo solo di permettermi di aiutarti, non voglio farti nulla e lo sai bene.
Ti sei fidato di me, sei venuto a casa mia nel momento del bisogno e io ti ho accolto pur sapendo i rischi a cui andavo incontro.
Ti ricordi quella sera? Mi hai baciato e hai detto che mi volevi tanto bene.
Federico tutto questo non può essere svanito in sole due ore. Capisci?》

《B-Ben i-io n-non posso. Non ce la faccio. È s-stato orribile.》

《Cosa è stato orribile?》

《N-Niente》

《Fè cosa ti ha spaventato?》

Silenzio.

Benjamin sospirò.

《Ascoltami, il direttore dell'ospedale mi ha riassunto. L'ha fatto per te, perché sa che sono l'unico con cui parli e ti confidi. Mi ha affidato il tuo caso, quindi questo significa che posso stare di nuovo con te qui, senza scappare. Mi hanno detto che devo visitarti ma io non voglio fare nulla finché prima non mi dici cosa è successo.》

Federico si sedette a terra con la testa appoggiata sulle gambe e non parlò.

《Non ti capisco.》disse solo il moro.

Silenzio.

《Se non mi parli non posso aiutarti》

Silenzio.

Benji sospirò per l'ennesima volta.

《Ok, allora facciamo una cosa. Io rimango qui seduto in silenzio. Quando ti sentirai pronto a spiegarmi cosa è successo, me lo dici e parliamo.
Ti va?》

Il biondino annuì.

《Perfetto. Sono disposto ad aspettarti quanto vuoi pur di aiutarti. Penso che ormai l'avrai capito, ma in caso contrario te lo ribadisco lo stesso...io non sono un medico che si arrende facilmente.》

Si guardarono negli occhi e restarono in silenzio per un tempo indeterminato.
Nessuno poteva saperlo, ma in realtà quei due ragazzi stavano scavando l'uno dentro l'altro.
Benjamin cercò di capire cosa spaventasse il più piccolo in un modo così esagerato scavando nelle sfumature azzurre dei suoi occhi, mentre il più piccolo seduto a terra lo guardava per comprendere se poteva, ancora una volta, fidarsi di lui.
Il moro non aveva la minima idea di ciò che avesse passato Federico in quelle ore.
Trovava assurdo l'atteggiamento assunto da quel ragazzino, senza sapere ciò che si celava dietro quegli occhi.
Ogni volta che lo guardava vedeva solo paura.
Passarono minuti, addirittura ore e Benjamin non si era ancora mosso da quella sedia.
"Forse sono uno stupido, nessun dottore avrebbe fatto una cosa del genere per un semplice paziente"
Pensò tra sè e sè.
Ma Benjamin si. Lui l'avrebbe fatto.
Sapeva ormai che Federico non era come tutti gli altri.
Non poteva essere paragonato alla massa, ad un gruppo o ad una categoria.
Lui era diverso.
Era unico.
Speciale.
Lo osservò.
Si era addormentato rannicchiato per terra, apooggiato al muro.
Il moro si alzò e gli andò vicino.
Piegò le ginocchia e, molto cautamente lo prese in braccio.
In quell'attimo Benji pensò che al mondo non esistesse cosa più tenera del ragazzo che aveva tra le braccia.
Il biondino non era cosciente delle sue azioni, ma nonostante stesse dormendo, si strinse con le mani al corpo del moro.
Sul volto del maggiore spuntò un enorme sorriso.
Lì capì che Federico si fidava ancora di lui, anzi non aveva mai smesso di farlo.
Aveva riconosciuto, anche se nel sonno, il suo corpo cercando protezione.
Qualcosa o qualcuno lo avevano spaventato talmente tanto da terrorizzarlo e lui era intenzionato a scoprirlo.
Lo poggiò con tutta l'attenzione possibile sul morbido materasso del letto conprendolo con un leggero lenzuolo fino alla vita.
Si risedette sulla sedia e si soffermò su ogni dettaglio del più piccolo.
Aveva dei lineamenti perfetti, le ciglia gli ricadevano sulla parte bassa degli occhi, l'espressione rilassata e i capelli sparati in tutte le direzioni.
Gli scostò il ciuffo dalla fronte e dopodiché gli accarezzò il braccio.
Erano passate ore, eppure lui non lo aveva ancora visitato.
Non poteva svegliarlo, si era finalmente tranquillizato e voleva lasciarlo riposare un altro po'.
"Magari starà sognando qualcosa di bello"
Si disse Benji.
Restò incantato a fissarlo per minuti interi, fin quando anche i suoi occhi si fecero pesanti, si appoggiò sul cuscino mettendo il viso vicino a quello di Federico, gli prese la mano e cadde pure lui tra le braccia di morfeo.

Eilà!
Allora? Cosa mi dite del capitolo di oggi?
Vi è piaciuto?
Benjamin non è riuscito ancora a scoprire nulla, Federico e terrorizzato e non sono riusciti a dialogare.
Cosa succederà adesso?
Se avete domande scrivetemi, vi rispondo nei commenti😘
A domani💕💕💕

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora