Capitolo 37

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《M-Ma...》

《Perfavore Federico...risparmiamoci le parole. Io esco per qualche ora. Ci vediamo dopo》

Il moro uscì di casa e sbattè la porta.

Il biondino scoppiò a piangere.

《M-Mi dispiace B-Ben》 Singhiozzò sentendosi, per l'ennesima, volta il colpavole di tutto.

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《Cazzo ma perché devono succedere tutte a me?》

Urlò attraversando il giardinetto del suo appartamento prendendo il suo adorato skateboard.
Camminò per più di venti minuti.
Era arrabbiato, ma non sapeva esattamente per cosa.
Entrò in un negozio e comprò tre barrette di cioccolata bianca, dopodiché si andò a sedere vicino ad una pista abbandonata per skate.
Aveva scoperto quel posto da qualche giorno e lo adorava.
Nonostante fosse abbandonato Benjamin lo trovava molto poetico, tranquillo per poter riflettere.
Sorrise guardando tra le mani quelle barrette di cioccolata.
"Perchè l'ho comprata se io neanche la mangio?" Si chiese.
Perchè gli ricordava Federico: quella era la risposta corretta.
Decise di aprirne una e assaggiarla.
Voleva capire cosa ci trovasse di tanto buono quel biondino in quel dolce.
Ne mise in bocca un quadratino.
Forse iniziava a capire il perché Fede era tanto legato alla cioccolata bianca: era dolce e fragile...come lui.
Ipotizzò che il minore si paragonava alla cioccolata, per questo la mangiava. Si sentiva un po' come lei.
Fragile e dolce, però senza colore; infatti normalmente la cioccolata ha un colore scuro a differenza di quella.
Forse, la cioccolata "colorata" rispecchiava la gente, il mondo e la crudeltà e quella bianca era pura.
Si, al moro piaceva tanto questa versione.
Federico era puro, proprio come la sua cioccolata preferita.
Passarono i minuti e ormai aveva finito una bustina di cioccolata.
Pensò al bacio della notte prima.
Non poteva farlo, l'aveva illuso. Aveva giocato con i sentimenti di un ragazzino con mille problemi. Il problema era solo uno: a lui andava di farlo.
Ok, questa questione l'avrebbe affrontata più avanti.
Poi pensò anche a quanto era stato stupido a lasciarlo da solo in casa sua.
In una casa, che proprio la sera prima gli aveva spiegato di essere estraneo, troppo grande per una persona sola.
Lui era stato licenziato, lui non era riuscito a gestire la situazione e aveva scaricato tutta la colpa a quel povero biondino che cercava solo protezione.
All'improvviso nella mente di Benjamin tornò una frase che, poche ore prima, accecato dalla rabbia non aveva considerato.
"Mi hanno picchiato"
Aveva detto Federico.
Questo spiega le ferite, i tagli e le cicatrici.
Il più piccolo molto probabilmente si sentì nella stessa situazione di dieci anni prima e, per questo, decise di scappare.
"Sono un coglione" Disse a sè stesso, alzandosi e correndo verso casa.

《Federico》

Urlò appena arrivò sulla soglia della porta, non aveva le chiavi.

《Federico apri》 Gridò ancora.

《Fede》.

Niente.

《Federico non è divertente. Apri sta cazzo di porta.》

《Fedeeeee》 Gridò per l'ennesima volta sbattendo la porta.

Ancora niente.

La finestra della sua camera era aperta, così disperato decise di entrare da lì. Era l'unica soluzione. Arrivò in camera e chiuse la finestra.

《Fede, perché non mi hai aperto?》

Disse scendendo in salotto per cercare il più piccolo.
Ma non era lì.

《Federico.》

Andò in cucina.

《Fede ma dove cazzo sei? Se è uno scherzo, sappi che non è gradevole》

All'improvviso sentì dei singhiozzi provenienti dal piano di sopra.

《Cazzo in bagno》 pensò Benji correndo per le scale.

Aprì velocemente la porta e ciò che si trovò davanti non fu una bella scena.
Il suo cuore si frantumò in mille pezzi, non doveva lasciarlo solo.
Sangue sparso ovunque, lametta per terra e il biondino steso sul pavimento privo di sensi.
Il moro si precipitò sul suo corpo, gli mise una mano sotto alla testa e gli prese il polso.
Il suo battito era debole, aveva perso troppo sangue.
Una lacrima rigò la guancia di Benjamin.

《Perché l'hai fatto Dede?》

Lo alzò da terra e lo portò sul suo letto stendendolo a pancia in su.
Corse in bagno e prese i suoi attrezzi da medico portandoli in camera.
Bagnò un po' di ovatta col disinfettante e iniziò a pulire le ferite di Federico.
Erano dei tagli abbastanza profondi.
Dopo aver medicato quel braccio, tolse la benda dall'altro che aveva notato la sera prima.
Solo guardandoli a Benjamin venne un dolore atroce sul braccio.
Quelli del braccio destro erano ancora più profondi e potevano facilmente prendere infezione.
Nei minuti successivi si prese cura del più piccolo.
Gli medicò le ferite sul volto, poi gli tolse la maglietta e medicò le lesioni sul petto e sulla pancia.
Dopo circa una mezzoretta Fede aprì gli occhi.

《Fede...Oddio piccolo. Mi hai fatto prendere un infarto.》

《B-Ben m-mi d-dispiace...》

《Shh. Adesso parlo io.
Sono stato un coglione, un emerito coglione.
Ho scaricato su di te tutta la mia rabbia.
Si, è vero. Sono arrabbiato perché mi hanno licenziato, perché ho perso il lavoro e perché non so più che cazzo fare della mia vita.
Ma tu non centravi niente.
Sei venuto qui perché ti sei fidato di me, e non immagini neanche quanto io sia felice di questa cosa, mentre io sono stato uno stronzo a scaricarti i miei problemi.
Quando sono tornato a casa e ti ho visto sul pavimento mi sentivo morire dentro. Ti supplico non fare mai più una cosa del genere.
Per questa volta ti è andata bene, sono riuscito a bloccare il sangue in tempo, ma il rischio è alto.
Non voglio che ti accada niente.
Scusami, scusami per tutto.》

《B-Ben i-io devo andarmene d-da qui. Ti s-sto mettendo in pericolo》sussurrò Fede alzando la schiena dal materasso.

Il moro gli mise una mano sul petto e lo fece ristendere.

《Tu non vai da nessuna parte Dede, ti devo curare e...》

Benji lo guardò negli occhi.

《E voglio che resti qui》continuò.

《Ben ti procurerò solo guai. Hai ragione, non dovevo venire qui》

《Dede, ascoltami. Tu hai bisogno di me e anch'io sto iniziando ad aver bisogno di te.》 Gli confessò 

《Ben se ci scoprono ti arrestano.》

《Troveremo una soluzione.》

Il moro si avvicinò al biondo e gli stampò un sonoro bacio sulla guancia.

《Scusami》

《Che hai in tasca?》

Chiese curioso il biondino notando la bustina della sua cioccolata preferita.

《Te lo dico soltanto se rispondi ad una domanda》

《Ok spara》

《Quando eri in ospedale l'hai letta la mia lettera?》

《Si Tato...sei il mio moretto preferito.》

Eilà! Vi è piaciuto il capitolo.
Benjamin si è preso qualche ora per riflettere e ha capito di aver sbagliato.
Ma riusciranno a restare insieme in quella casa?💕💕

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora