Capitolo 82

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《...Il blu mi ricorda te...te che sei sempre unico, e mai scontato.
Non metterò mai in dubbio la bellezza della rosa rossa, però la rosa blu è unica.
È speciale e non è mai scontata.
Perché tu Federico non sei mai scontato.》

"Perché tu Federico non sei mai scontato"

Il moretto probabilmente continuò a parlare per altre intere ore, ma Fede non se ne accorse.
La sua mente si bloccò, si destabilizzò a quella frase.
Nelle sue orecchie risuonava solo quella frase.
Si rifugiò nel suo mondo estraneandosi da quel contesto e pensò a quante volte nella sua vita era stato dato per scontato.
Praticamente sempre. Per tutto.
Tutte le persone che gli stavano accanto l'hanno sempre dato per scontato.
L'hanno sfruttato, accusato, maltrattato con la consapevolezza che tanto lui sarebbe sempre stato lì a piangersi addosso.
I suoi genitori non gli hanno mai dedicato la minima attenzione, dando per scontato che il suo affetto e le sue suppliche nei loro confronti rimanessero.
I suoi compagni di scuola, o anche quelli più grandi, davano per scontato ogni giorno che sarebbe venuto a lezione obbligato dai genitori e che quindi lo avrebbero potuto picchiare.
La gente che gli camminava intorno dava per scontato che stava bene, ma in realtà stava morendo.
Ad ogni sguardo che incrociava, si sforzava di sorridere come meglio poteva e tutti davano per scontato che quel sorriso fosse reale, che fosse puro...ma nessuno si soffermava mai sulla trasparenza dei suoi occhi.
Se soltanto qualcuno avesse provato a guardare oltre lo specchio trasparente che riproducevano i suoi occhi, avrebbe capito tutto.
Ma nessuno lo fece.
Almeno, nessuno fino a pochi mesi prima.
Perché una persona ce l'aveva fatta.
Benjamin ci era riuscito.

《Ti va se ci sediamo per la cena?》

Fede riportò i piedi sulla terra e sobbalzò a quella frase.

《Tutto a posto?》Gli domandò il moro, mentre fece accomodare Federico su una delle due sedie.

《C-Cena?》

《Si, ho preparato tutto io.》

《T-Tato ma p-perchè non mi hai d-detto nulla?》

《Perché dovevo organizzare tutto, consideralo come un appuntamento.》

《U-Un a-appuntamento?》

《Si, c'è qualche problema?》

《Ben ma sono vestito con dei pantaloni orrendi e la felpa della tuta. Sei matto?》

Il moro gli diede un bacino sulla guancia.

《Cucciolo ma a me non interessa come sei vestito...l'importante è la tua presenza.》

《Lo so però...》

《Però?》

《Però...e-ecco i-io mi sento a disagio.》

《Se ti senti a disagio scambiamoci la maglia.》

Fede arrossì.

《N-No i-io》

Benji gli accarezzò la mano e si alzò dal tavolo iniziando a sbottonarsi quella lussuosa camicia.
Aveva capito che Federico si sentiva inferiore, perché non avrebbe mai portuto permettersi una camicia del genere.
Si vergognava di non essere alla sua altezza.

《Dede, ascoltami. Io non sono superiore rispetto a te solo per il fatto che indosso una camicia firmata di 3000€ e tu una felpa di tuta.
Ti prego non pensare questo di me, di noi, perché non me ne può fregare di meno.
E te lo farò vedere davanti ai tuoi occhi.》

Si sfilò la camicia e rimase a petto nudo.

《No Tato, non lo stai facendo davvero?》

《Si che lo sto facendo, ed ora dammi questa.》

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora