Capitolo 48

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Molte volte non ce ne accorgiamo, ma quando siamo felici o stiamo accanto alle persone più importanti per noi, il tempo passa più in fretta del solito.
Erano le 21:00 di sera quando il capo di Benjamin, ovvero il direttore dell'ospedale entrò nella stanza di Federico.
Aprì la porta e ciò che vide gli fece letteralmente spalancare la bocca.
Federico era steso sul letto, coperto da un lenzuolo ed un'espressione serena sul volto; mentre il moro era seduto sulla sedia accanto al biondino, con la testa appoggiata sul suo cuscino e le loro mani erano intrecciate.
In quel momento il direttore avrebbe dovuto mettersi ad urlare e licenziarlo per l'ennesima volta, però in un certo senso la dolcezza di quei due ragazzi lo colpì profondamente e non ebbe il coraggio di farlo.
Infondo, poteva essere padre di entrambi. Erano due ragazzi della stessa età, avevano bisogno di un minimo di comprensione.
Si avvicinò cauto e appoggiò una mano sulla spalla di Benji.

《Dottore》Lo chiamò.

《Dottore》Lo scosse leggermente.

Il moro ancora assonnato alzò la testa dal cuscino e, non appena vide la figura del suo capo, balzò in piedi lasciando la mano del minore.

《D-Direttore l-le g-giuro che non è co-come s-sembra》

《Tranquillo, non sono qui per rimproverarla》

《Oh, ok. Mi dica allora》

《Come sta questo ragazzino?》

Benji abbassò la testa.

《Venga, parliamo fuori》Gli disse il moro.

Uscirono dalla stanza e chiusero la porta.

《Non sono riuscito a visitarlo direttore》Ammise Benjamin.

Basta bugie, il suo capo sembrava una persona molto comprensibile e disponibile. Per questo aveva deciso che da ora in poi gli avrebbe detto sempre la verità, senza nascondere nulla.
Capì che voleva, come lui, solamente il meglio per Federico.

《Che significa non è riuscito?》

《Federico è spaventato.
Qualche ora fa, qualcosa o qualcuno lo avrà terrorizzato. Ha paura ad essere toccato.》

《Vabbè Mascolo, questa non è una novità. Quel ragazzo non si è mai lasciato toccare da nessuno, se non con la forza.》

《Tranne con me però.
Con me si è confidato e si è lasciato toccare. Ma questa volta no, non ha lasciato avvicinarmi.》

《E cosa significa questo?》

《Significa che ha paura.》

《Quindi lei non può fare più nulla?》

《Si che posso fare invece. Gliel'ho detto anche a Federico, non mi arrenderò tanto facilmente.》

《Va bene Mascolo, adesso vada a casa. Domani mattina deve fargli una visita, dobbiamo accertarci delle sue condizioni fisiche.》

《Ok, a domani》

《A domani, le auguro una buona serata》

《Anche a lei. E grazie di tutto ciò che ha fatto per me, davvero》

《Si figuri. Ho capito che è una brava persona》

Benji gli sorrise e dopodiché si avviò verso l'uscita dell'ospedale.
Tornò a casa e subito chiamò il suo amico Zambo per informarlo su tutto.
Loro erano distanti, tanti chilometri li separava, erano dalle due parti opposte del mondo, eppure vivevano parlando come se fossero a due centimetri di distanza.
Dopo aver finito la videochiamata con Zambo ed essersi sfogato per qualche ora ricevendo i consigli dell'amico, decise di andare a letto.

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora