LOUIS’S POV
- Tesoro che diavolo hai fatto al viso? – quasi urla mia madre senza nemmeno dire prima buongiorno.
- Mamma è un graffio, non è niente.. – dico, togliendo il viso dalla sua dolce e delicata presa.
- Dio, Louis! – riesce solo a dire, prima di allontanarsi e prendere una tazza di caffè fumante.
Credo sappia che devo essere stato partecipe di una rissa la scorsa notte, ma la sola idea sembra ferirla, o forse preoccuparla. Di più la seconda credo. Mi porge una fumante tazza di caffè, dalla quale bevo subito un sorso. Il mio viso non è così messo male come mia madre sembra vederlo. Un solo ed unico taglio mi macchia la guancia sinistra, unica ferita che porto con me, per ora. Lo sguardo preoccupato di mia madre mi è costantemente addosso, anche quando Sophia corre in cucina abbracciandomi. La prendo in braccio giocando con lei mentre lo sguardo di mia madre sembra addolcirsi.
- Dove sei andato ieri? – chiede la piccola bambina di cinque anni.
- Ho fatto una corsetta per tenermi in allenamento.. – mento sorridendogli e mostrando con finto orgoglio i miei bicipiti.
- E che hai fatto alla faccia? – chiede, posando la piccola mano fredda sulla ferita.
Involontariamente mi esce un piccolo lamento di dolore, che la bambina sembra non aver sentito.
- Se te lo dico ti metti a ridere.. –
- No. – dice lei scuotendo il capo.
I lunghissimi e biondo scuro capelli lisci, ondeggiano di qua e di la, mentre dalle sue labbra ne esce una piccola risatina trattenuta.
- Giuramelo. – dico facendola ridacchiare ancora.
- Giuro. – dice annuendo.
- Sono inciampato su un sasso e sono caduto.. ho sbattuto la faccia.. Sapessi che male!! – mento, facendo scoppiare a ridere quella piccola peste.
- Avevi giurato di non ridere! – dico fingendomi offeso.
Ma prima che la piccola bambina possa ribadire in qualsiasi modo mi metto a farle il solletico, sotto le piccole ascelle, il mento.. ridacchia talmente tanto forte che non riesco a non essere contagiato dalla sua risata così genuina, pura e priva di qualsiasi conoscenza che si ha nel mondo dei grandi. Anche a mamma scappa una risata a guardarci, mentre scuote il capo ridendo. Sophia inizia a lanciare anche qualche piccolo urlo, così decido di fermarmi e di fargli riprendere fiato. Ridacchia ancora, ma poi si appoggia al mio petto, ansimando, cercando di far tornare i piccoli respiri regolari, quasi avesse sollevato chissà quale peso. L’abbraccio forte con un braccio, stringendola a me in un gesto protettivo, mentre con l’altra mano avvicino la tazza, che non fuma più, alla mia bocca per prendere un altro sorso di caffè.
- Non mi hai raccontato nessuna storia ieri! – mi dice la bambina, facendolo sembrare quasi un rimprovero.
- Stasera prima di uscire te ne racconto una promesso.. – dico sbuffando un po’ e poi ridacchiando.
- Dove vai? – chiede la voce della donna seduta di fronte a me.
- Vado ad una festa coi ragazzi.. Nulla di che a dire il vero.. – dico facendo spallucce.
- Sta attento, per favore. – mi supplica.
- Mamma è solo una sciocca festa per adolescenti.. – dico divertito dalla sua preoccupazione.
- Non per la festa Louis.. – dice stringendo una mia mano nelle minute sue.
- Te lo prometto. – riesco solo a dire, stringendole forte la presa per provare a confortarla.
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HEARTS & GUNS
Fiksi Penggemar[Dal Chapterღ 25] - Tu non puoi aiutarmi.. sono io quello forte, quello che deve aiutare te. Tu non devi fare nulla.. – mi deride scherzosamente. - Un giorno avrai bisogno del mio aiuto.. – dico scherzosamente. - Tu dici? Io non credo. Per come sei...