CHELSIE’S POV
Wendy si chiude la porta di casa mia alle spalle, mentre io mi muovo velocemente verso la cucina per vedere se mia madre è in casa. Come immaginavo non c’è, e ne ho la conferma per il piccolo post-it verde attaccato al frigo. Wendy mi segue silenziosa, infondo non abbiamo parlato per tutto il viaggio, perché farlo ora? Non voglio parlare di Louis, non voglio parlare della sua breve presenza alla festa. Ma le mie suppliche silenziose, affinché non se ne parli, non vengono ascoltate, e così sono costretta a parlarne con lei, prima di darle il bicchiere di succo che mi ha chiesto.
- Voglio sapere che succede tra te e Louis.. – dice senza un briciolo di emozioni.
- Che cosa dovrebbe succedere? – chiedo indifferente.
- Cos’era quel dibattito che ovviamente non aveva nulla a che fare con la lezione? – chiede, e riesco a leggere divertimento sul suo viso, ora.
- Io.. non lo so. Non mi va di parlarne Wendy.. – ammetto esausta.
Piccole scene delle occhiate che ci siamo lanciati e delle parole, usate per difendere noi stessi e non i personaggi del romanzo, si materializzano nella mia mente. Rimugino su ogni sua parola, fino a tornare alle ultime dette: “Allora forse sono in due a portare un freddo peso sulle spalle.. ”. Questo ora che significava? Forse non ha colto il senso di ciò che gli ho detto, o forse l’ha colto fin troppo bene, cercando di dirmi che non vive in una vita facile. Anche se così fosse non può lontanamente immaginare cos’ho vissuto io in questi vent' anni di vita. Lui non ha fatto altro che dargli una piega ulteriormente negativa, rovinando i miei primi anni di liceo, iniettando in me un odio profondo per Chelsie Morris.
- A che pensi ora? – chiede Wendy interrompendo i miei pensieri negativi.
- Pensavo alle sue parole.. – ammetto per metà.
Forse è brutto il fatto che io, genericamente, le menta così spudoratamente. Mi ritiene la sua migliore amica, uno scrigno che può contenere tutti i suoi segreti, un aiuto importante, quando in verità non sa nulla di me, di tutto ciò che offusca il mio passato prima del liceo, prima dell’estate dei cambiamenti. E’ che ora che ho amici, perché dovrei rovinare tutto? Probabilmente è egoistico ma non mi importa.
- Louis.. beh.. sai per lui le cose non sono mai andate rose e fiori come penso tu creda.. – ammicca sbuffando.
- Cosa credi che io pensi di lui? – dico un po’ confusa.
- Sono sicura che lo vedi come un ragazzo perfetto, bellissimo.. e soprattutto come il lurido stronzo che è stato con te.. Ma lui non è così. – dice accennando un sorriso.
- E com’è allora? – chiedo.
Ogni volta che cerco di spingermi oltre sull’argomento, per avere altre informazioni, lei si ritrae indietro azzittendosi. Credo di volerne sapere di più per avere un’arma da usare contro di lui.. anche se non penso di essere stronza quanto lui lo è stato con me. Non credo riuscirei mai ad essere così infima e cattiva da poter usare il suo stesso gioco contro di lui.
- E’ un ragazzo che ha sofferto tanto. – si limita a dire, e so che lei non vorrebbe andare oltre.
- Sofferto tanto? Non credo lui abbia mai avuto la percezione del vero dolore.. – dico in tono derisorio.
- Ha sofferto più di quanto immagini.. credimi. – dice seria.
- Non capisco.. ha sofferto, perché allora fa soffrire anche le altre persone? E’ una cosa stupida.. – penso a voce alta, in quello che è un altro commento derisorio.
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HEARTS & GUNS
Fanfic[Dal Chapterღ 25] - Tu non puoi aiutarmi.. sono io quello forte, quello che deve aiutare te. Tu non devi fare nulla.. – mi deride scherzosamente. - Un giorno avrai bisogno del mio aiuto.. – dico scherzosamente. - Tu dici? Io non credo. Per come sei...