Chapterღ 48

787 18 0
                                    

LOUIS’S POV

Finisco di cuocere i miei pancake con le gocce di cioccolato, prima di metterli in un piatto uno sopra l’altro. Faccio scivolare dello sciroppo d’acero sulla pila da tre e alla fine ci butto un po’ di mirtilli e lamponi che ha comprato Roberta l’altro giorno. Mi chiedo se Wendy sia stata in grado di prendersi cura di Sophia con le dovute maniere. Non è mai stata capace di stare coi bambini, quindi mi sono stupito quando ha seriamente parlato di tenerla lei ieri sera. Controllo l’ora sull’orologio sopra il muro. In teoria Wendy dovrebbe riportarla qui fra più di mezzora e quindi riesco a fare colazione e a svegliare nel dovuto modo Chelsie. Metto i due piatti in tavola, vicino alla mia tazza di caffè e al suo bicchiere di quella roba verde e mi dirigo verso la mia camera per svegliarla. Non riesco ancora a credere della notte che ho appena passato e di come mi sia sentito. E’ stata la scopata migliore di tutta la mia fottuta vita, lei, è la cosa migliore di tutta la mia fottuta vita. E’ stata in grado di farmi sentire così vivo, così.. a casa? Si può dire? O sto letteralmente andando fuori di testa? E poi quel “ ti amo ”! Quello mi ha fatto vedere le porte del paradiso per dieci fottuti secondi. Non posso dire cosa si prova quando una persona ti fa una tale rivelazione, decisamente è qualcosa che amo.

Mi faccio strada lungo il corridoio, arrivando davanti alla porta in legno di ciliegio e aprendola piano. La visione che mi si presenta davanti sembra essere quella di una dea che dorme beata nel mio letto. I capelli color caramello sono leggermente arruffati e fra essi, c’è qualche petalo giallo. Sul viso un’espressione beata, priva di qualsiasi tipo di trucco, mentre il lenzuolo bianco copre il suo corpo, dimenticandosi di un seno. Decido di prendere il mio telefono e scattarle una foto prima di avvicinarmi, coprirla e sedermi vicino a lei per svegliarla.

- Piccola? E’ tardi.. – dico scuotendola leggermente.

Mugola qualcosa di incomprensibile che mi fa ridacchiare, prima di stropicciarsi gli occhi e stiracchiarsi appena. Li sbatte un paio di volte, quasi a dover mettere a fuoco e poi sorride, sfoggiando il sorriso più bello di tutto il mondo.

- Giorno.. – sorride, la voce ancora impastata dal sonno.

- Ho preparato la colazione.. vieni? – le sorrido.

Annuisce alzandosi col busto, tenendosi coperta dal lenzuolo bianco. Le sposto una ciocca di capelli dal viso e mi avvicino per stamparle un casto e tenero bacio sulle labbra. Senza dire nulla le sfilo dolcemente dai capelli qualche petalo. Ridacchia alla vista dei petali gialli. Le candele rosse sono ormai mucchi di cenere incollata al legno chiaro dei comodini. Hanno lasciato un intenso profumo di frutti che si sente tutt’ora, nonostante siano spente da ore.

- Non voglio andare a scuola.. – dice, portando il viso sulla mia spalla.

- Allora non ci andiamo. – le sorrido.

- E cosa facciamo? –

- Quello che vuoi tu. – dico baciandola di nuovo.

- Facciamo un giro in centro? – chiede sorridente, e io annuisco.

- Tra un po’ torna Sophia.. possiamo portarla a scuola e andare a fare un giro in centro, ok? – dico, e il mio tono suona il più dolce possibile.

- E se Sophia venisse con noi? –

-Non voglio perda giorni di scuola perché tu sei così ammaliata da me e dalle mie innate doti seduttive da non voler andare a studiare! – sorrido divertito sentendola ridacchiare spensierata.

HEARTS & GUNSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora