Chapterღ 24

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CHELSIE’S POV

- Non posso venire con te? – chiedo non appena si stacca da me.

Non capisco perché sia così dura da accettare l’idea di lui che parte di nuovo. Forse perché il fatto di essere stati così sinceri l’uno con l’altra non ha fatto altro che unirci di più. Evidentemente l’idea di provare ad essere amici davvero è una cazzata. Non possiamo ritrovarci sempre così. Sempre col pensiero di essere amici e poi baciarci quando più se ne ha il bisogno. Se ne abbiamo il bisogno un motivo ci sarà, basta solo scoprire quale, farlo venire a galla da entrambi.

- No piccola, tu sei la causa maggiore della mia confusione.. – sorride con divertimento.
- Quindi te ne stai andando da me.. – suppongo con ironia.
- Più o meno.. si! – dice facendomi la linguaccia.

Mi piacciono questi momenti con il “ Louis scherzoso ”, anzi, direi che sono i miei preferiti quando sono in sua compagnia. Mi guarda fisso negli occhi, dopo essersi passato con un casto gesto la lingua sulle labbra. Mi sta chiedendo qualcosa, con lo sguardo, solo che la mia mente non vuole recepire e leggere quel messaggio. Mi avvicina ancora per baciarmi, e mentre ha le labbra premute contro le mie, sento la sua morbida mano sfiorare la nuda pelle del mio fianco, sotto l’enorme maglietta della vecchia Chelsie. Quando la sua mano mi sta accarezzando la schiena mi allontano scossa, scuotendo il capo e trattenendomi dall’avere una crisi di pianto ora. Ecco cosa mi stava chiedendo. Come posso essere così fragile?

- Louis non posso.. – dico scuotendo la testa.
- Non voglio arrivare subito a quello Chelsie.. – mi informa.
- Ti prego, davvero, non posso.. – dico coprendomi il viso con le mani.

Mi vergogno così tanto delle mie debolezze. Mi vergogno della mia sudicia prima esperienza e dell’inesperienza che ho, al tempo stesso, nel sesso. Non credo di essere pronta per una cosa del genere, non ora, forse non con lui. Mi stringe il viso al suo petto, in un gesto rassicurante.

- Volevo solo farti sentire bene piccola.. – dice sorridendo, quasi a provare ad incoraggiarmi a fidarmi delle sue parole.
- Provarci almeno.. – aggiunge poi insicuro.

Non dico nulla, mi stringo al suo petto, mentre inspiro forte il suo dolce profumo per provare a tranquillizzarmi. Non posso cadere in una fossa tutte le volte che affronto situazioni simili. Devo imparare a superarla, saltarla via, altrimenti non vivrò mai a pieno questa dannata vita. Per quanto mi incoraggi a dare il massimo, a superare gli ostacoli, non reggerei mai una cosa simile. Non riuscirei a rilassarmi o a vedere i lati positivi della situazione. Inoltre vogliamo parlare del mio corpo? Non è ancora pronto a mostrarsi nudo ad un uomo, soprattutto se è quell’uomo che un anno fa lo derideva. Forse è questa una delle mie maggiori paure. Sapendo di avere davanti Louis, so che non potrei mai immaginare quelle orribili scene. Ho più paura che questo corpo possa essere ancora sotto giuria, e che resti sconfitto dal risultato finale, una presa per il culo. Una parte di me però, seppure più piccola, mi sta pregando di fidarmi di lui, di vedere se davvero può farmi stare bene. Se Louis non dovesse tornare non avrò rimpianti, anche se ne resterò segnata. 

- Fidati di me Chelsie.. non potrei più farti del male.. non ne avrei il coraggio.. – ammette sfiorando il mio collo con le labbra.

La sveglia sul mio comodino segna le sei e un quarto. Credo che oggi salterò scuola. Non ho la forza di andare e, per quanto mi sarà difficile, inscenerò una sorta di qualche commedia con mia madre. Da capo infermiera non ci cascherà, ma almeno potrò dire di averci provato. Ho bisogno di passare quanto più tempo possibile con l’uomo difronte a me, prima che se ne vada. E’ il mio cervello, in comunione col cuore, a decidere che è giusto così.
Mi lascio trascinare dalle sue labbra. Ho capito le vere intenzioni che ha. Non vuole correre, precipitarsi subito su quella meta. Vuole procedere con calma, senza fretta, e a me sta bene così. Ho preferito dare ragione a quella piccola parte di me che mi stava supplicando di fidarmi di lui. Decido di rilassarmi e lasciarmi sopraffare dalle emozioni del momento. Di farmi sopraffare dall’amarotico gusto di caffe delle sue labbra, dal dolce profumo della colonia che ne sovrasta la pelle. Immergo le mani nei suoi discretamente corti capelli castani, che ricoprono perfino il retro del collo. Lascio che sia il mio istinto, guidato da lui, a guidare me. Ma in un momento dove può sembrarci che il mondo attorno a noi sia scomparso, se pur momentaneamente, la suoneria del suo telefono comincia a squillare interrompendo tutto. Lo prende dalla tasca dei jeans e risponde all’istante, una volta visto il nome della persona che chiama.

- Ehi.. è tutto ok?.. si almeno un paio di giorni.. l’ho detto io a Sophia.. dove volete e quando volete.. ok. Saluto alcune persone e torno.. una mezzoretta? Perfetto.. anch’io mamma. – sorride sincero.

Sorrido mentre lo osservo rimettere a posto il telefono. Una volta fatto lo noto cercare di riprendere l’aria di prima, totalmente imbarazzato. Può sembrare un’altra persona visto così. Dov'è il Louis che tanto odiavo? Non può essere sfumato tutto, sarebbe troppo bello per essere vero.

- Quindi parti.. decisione definitiva? – chiedo un po’ troppo amaramente.
- Direi di si.. è egoistico e codardo da parte mia, lo so, e ti prego di non avercela con me, ma giuro che ne ho davvero bisogno per tornare a pensare lucidamente! – dice dolcemente.

Mi abbraccia stringendomi al suo corpo e io ricambio stringendolo di più. Sembra quasi abbia bisogno d’affetto. Tengo le dita intrecciate ai suoi fini capelli castani finché non decide di staccarsi da me per poter riprende ciò che dovevamo iniziare. Nervosa, mi passo una mano fra i lisci capelli castani e li porto tutti su una spalla. Lo noto sfilarsi le scarpe e quindi, in imbarazzo, faccio lo stesso, sfilandole pigramente con i piedi e lanciandola a lato, proprio come lui. Fa scendere i palmi delle mani, portati prima sulla mia schiena, sui fianchi, facendo si che il tessuto dei pantaloncini mi accarezzi le gambe, scivolando al suolo. Faccio un paio di passi per liberarmene definitivamente, mentre lui armeggia con i suoi jeans. Una volta liberatosi dall’aderente tessuto chiaro, con un veloce cenno del capo, indica il letto. Mi ci siedo sopra, gattonando fino al centro e dandogli le spalle. Lo sento raggiungermi e rimanere dietro di me, mentre con un braccio mi cinge i fianchi per far si che la mia schiena sia completamente attaccata al suo petto. Bacia la parte scoperta del mio collo, dopo un piccolo mugolio lasciatosi scappare quando ho abbandonato la testa su una sua spalla. Si stacca solo un momento da me, giusto il tempo di sfilarmi la maglia, di liberarsi dalla sua, e poi tornare come prima. Passa una mano sulle scapole, sulle costole.. tutte parti che si dovrebbero sentire e non vedere, ma che sul mio corpo risaltano troppo. Ho perso così tanti chili che ora è inevitabile non rimanere scioccati dal come la mia pelle avvolga e metta in mostra le sottili ossa del mio corpo. Le costole sono quelle più evidenti, quelle più scioccanti. Non una maniglia, magari anche piccolina, dell’amore sul mio ventre, non un gonfiore qualsiasi sui fianchi.. nessun rotolino. Solo ossa e pelle a rivestirle. Le morbide labbra di Louis, accompagnate dai pizzichi della sua barba sulla mia belle, sfiorano la mia guancia baciandola.

- Non voglio nemmeno sapere come hai fatto a ridurti così.. – sbuffa ironico al mio orecchio.
- E’ stato stupido lo so.. Ma cosa c’è di non stupido nella mia vita? – mi derido amaramente.
- Io sono stato stupido.. – dice girandomi il viso per guardarmi.
- Per lo meno ora sono carina.. – mi lascio sfuggire freddamente.
- Sei sempre stata carina piccola.. ero solo troppo coglione per capirlo! – ammette, più a se stesso che a me.
- Sarebbe successo questo con la vecchia Chelsie? Quella di un anno e più di 40 kg fa? – chiedo amaramente.

Lui non mi da risposta, portando il suo sguardo malinconico verso il basso. Non credo sia stata del tutto colpa sua. Diciamo che un buon 85 % lo è, ma il resto è diviso. Il 5 % è la colpa di tutti gli altri, del quale per me non è mai stato importantissimo l’opinione, o almeno non era importante quanto quella di Louis. Il fatto che avessi una piccola cotta per lui non è mai stata una novità facile da ammettere. Come si può provare qualcosa per una persona che non fa altro che umiliarti? E il restante 10 %? E’ colpa mia. Da dopo quell'accaduto famoso non sono stata più capace di amare me stessa, altra cosa ormai conosciuta dalla stessa me. Como posso guardarmi allo specchio e dire “ Wow, come sono carina oggi! ” ? Non ne sono capace, perché non è la verità per me. Ci credereste se vi dicessi che se mi guardassi allo specchio ora, nonostante sia pelle e ossa come dice mia madre, vedrei irritanti cuscinetti sui fianchi e rotolini in vita? Come può questo essere bello?

- L’essere così magra allora ha un suo lato positivo, se questo vuol dire averti qui con me.. – mi lascio sfuggire sbuffando.
- Sarei comunque se mi fossi sforzato di conoscerti.. Mi sono affezionato al tuo carattere, a ciò che hai dentro.. – 
- No Louis, sei attratto da quello che vedi fuori. Un seno poco pronunciato e un culo sodo e stretto.. ti prego di ammetterlo almeno a te stesso, se non vuoi farlo davanti a me. – dico freddamente.

Lo lascio riflettere qualche minuto mentre assimila le mie parole. Ha lo sguardo perso nel vuoto. So di essere stata leggermente fredda nei suoi confronti, ma è ciò che penso e ripenso ogni volta che mi bacia. Lui lo sa è che è così.

- So che pensi questo e ad essere sinceri i primi giorni è stato così, ma non da dopo la festa. C’è una parte di te, che nascondi spesso sotto la maschera della “ cattiva ragazza ”, che è debole e impaurita. L’ho vista la sera che provai a baciarti. E’ come se quella parte avesse preso una parte di me supplicandola di aiutarla. Mi sono affezionato a te nel momento preciso in cui mi sono ripromesso di salvarti.. – dice, cercando di incastrare le sue irridi azzurre nelle mie.

Avvicina il viso al mio collo, baciandone un lembo di pelle con le labbra umide.

- E si, mi ecciti da morire quando fai la “ cattiva ragazza ” della situazione.. o quando manca il professore di sociologia e decidi di seguire il corso di yoga.. – sorride malizioso, soffiando sulla mia pelle con l’alito caldo da caffè, mettendomi i brividi.

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