LOUIS’S POV
Mi faccio strada verso il corridoio affollato di studenti. Chiunque si trovi davanti a me viene scaraventato da parte. Sono incazzato nero e non mi importa se qualcuno si può fare del male o stronzate simili. Raggiungo la bionda vestita con quel ridicolo vestitino arancione e azzurro, mentre chiacchiera allegramente con altre quattro puttanelle che le vanno dietro, ignara della matta voglia che ho di staccarle i capelli dalla testa e spaccarle la faccia a furia di sberle. Mi avvicino abbastanza da farmi notare bene da tutte e cinque, prima di sbattere una mano sul suo dannato armadietto e bloccarla tra quello e il mio corpo. Sobbalza leggermente a questa violenta interruzione.
- Fuori dai coglioni! – sputo verso le sue amiche, che si allontanano senza aggiungere nulla.
- Louis.. – sorride, quasi come se fosse un’eccitante gioco per lei.
- Sputa ancora merda sulla mia ragazza e giuro su dio che farò si che tua madre non riesca a riconoscerti! – ringhio.
- Scusami? – dice, fingendo scandalo nella sua voce.
- Cos’è questa stronzata della liposuzione e del seno rifatto? –
- Credi che abbia messo in giro io la voce? – ridacchia.
- Non lo credo.. ne sono sicuro. Sei l’unica con un fottuto valido motivo per farlo! –
- Sono voci che c’erano già dopo l’incredibile metamorfosi della piccola Doppia X Louis.. Io non c’entro. – sorride divertita.
- Non provare a giocare con me puttanella da quattro soldi. Ti avverto, se ti metti contro la mia ragazza ti metti contro di me.. e prega il tuo stupido Dio di non avere a che fare con me Amelia perché giuro.. –
- Mi stai forse minacciando Louis? – sorride.
- Ti sto avvisando con gentilezza.. la prossima volta giuro che non risponderò di me! –
- Che a quella sciacquetta di tanto speciale? – ridacchia.
- E’ pura a differenza tua, che sei una lurida doppiogiochista. –
- Pura? – ride.
- Di certo non lo prende in ogni fottuto buco del suo corpo da qualsiasi ragazzo sul pianeta. – sorrido divertito quando lei smette di farlo.
Mi stacco da lei sotto gli occhi di tutti quelli che stanno qui, professori, alunni, bidelli.. tutti quelli che stanno in questo dannato corridoio e guardano ammutoliti la scena.
- Ti ho avvertito Amelia.. se succede di nuovo non risponderò di me! – le ripeto per l’ultima volta.
Faccio qualche passo indietro prima di voltarmi e correre via. Ora che ho risolto questo problema devo trovare Chelsie. Per quanto finga di essere forte questo l’avrà distrutta. Si lascia influenzare troppo dal pensiero che possano avere gli altri su di lei, e non dovrebbe. La mia mente corre subito al peggio, suggerendomi cosa lei avrebbe fatto tempo fa, quindi mi precipito nel bagno del ragazze a vedere se è li e sta per fare qualcosa di stupido. Qualche ragazza del primo anno ridacchia nel vedermi li, esattamente dove non dovrei essere ma cerco di ignorarle. L’unica occasione che hanno per rivolgermi la parola è quando chiedo se hanno visto la mia Chels, descrivendogliela brevemente. Quando negano di averla vista mi lascio scappare un piccolo sospiro di sollievo e corro fuori per cercarla. Passo tutti i quindici minuti di pausa a cercarla all’interno dell’edificio, ma non la trovo. Quando ricominciano le lezioni mi rendo conto che, a questo punto, o è in cortile o se n’è tornata a casa. Decido di andare fuori per cercarla in cortile, e dopo cinque minuti è li che la trovo, da sola. Indossa il suo cappotto color verde militare, lungo fino alla metà coscia. Il cappuccio è imbottito internamente da un morbido tessuto bianco, come il pelo che lo riveste. E’ accucciata a terra, le ginocchia ben attaccate al petto mentre le cinge con le braccia e indossa il cappuccio. La schiena aderisce perfettamente al grigio muro dell’edificio. La testa è bassa, poggiata sulle braccia, e credo che stia piangendo. Mi avvicino correndo un po’, prima di accovacciarmi davanti a lei e attirare la sua attenzione. Fuori fa freddo, non molto, ma tira un venticello invernale freddo e fastidioso che mi scompiglia i capelli, i quali sistemo parecchie volte con le mani.
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HEARTS & GUNS
Fanfiction[Dal Chapterღ 25] - Tu non puoi aiutarmi.. sono io quello forte, quello che deve aiutare te. Tu non devi fare nulla.. – mi deride scherzosamente. - Un giorno avrai bisogno del mio aiuto.. – dico scherzosamente. - Tu dici? Io non credo. Per come sei...