Chapterღ 7

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Passo circa una ventina di minuti da sola, se non mezzora, restando seduta sul divano a guardare un po' di televisione. Non che mi concentri proprio sulla televisione, diciamo che è solo una scusa per avere un briciolo di compagnia, mentre penso e ripenso a cosa mi sono messa in mezzo, e resto un po' in ansia per Wendy. Il rumore della porta spalancarsi, però, mi riporta alla realtà e mi fa sobbalzare. Mi alzo dal divano spegnendo la televisione, sperando che sia Wendy. Passi pesanti risuonano nel seminterrato. Abbasso lo sguardo, prima di alzarlo e incontrare due occhi azzurrissimi, posseduti da un bellissimo ragazzo però sanguinante. Il suo sguardò è scosso, scioccato, nel vedermi. Evidentemente non si aspettava di trovarmi anche qui. Aspetto qualche secondo prima di pensare anticipatamente alla sua fatidica domanda.

- Che cazzo ci fai tu qui? - chiede, mentre un cipiglio gli si forma in viso.

- Io.. E' una cosa un po' lunga da raccontare.. - divago un po' imbarazzata.

Mi avvicino per esaminare le sue ferite. Quella di qualche giorno prima, sullo zigomo, si è riaperta, e le nocche sono distrutte. Mi guarda con preoccupazione, rabbia.. non so nemmeno io dare un nome a tutte le emozioni che gli balenano negli occhi.

- E' pericoloso, non dovresti stare qui.. - dice con calma.

- Credevo fosse un posto sicuro visto che è il tuo rifugio.. - dico alzando gli occhi al cielo.

- Io sono pericoloso, la mia vita è pericolosa, tutto ciò che mi circonda lo è.. quindi vattene Chelsie. Sul serio non sto scherzando.. - dice in un avviso.

- Da quando ti importa di me e dei pericoli che corro? - chiedo con ironia.

Non mi risponde. Si fionda in bagno a passo svelto trovando quasi un modo per sfuggire alle mie parole dure. Lo seguo nel piccolo bagno essenziale, e lo osservo dallo stipite della porta mentre si sciacqua il viso e le nocche con acqua fredda, emettendo piccoli lamenti di dolore.

- Dovresti disinfettare quei tagli con qualcosa.. - dico semplicemente.

- Sciocchezze.. - dice strizzando un occhio mentre tasta le nocche completamente distrutte.

La pelle che le riveste è completamente lacerata, quasi a chiazze tra la carne e la pelle rosea. Il taglio sul viso non è molto profondo, ma non smette di sanguinare macchiandogli la guancia e un lato delle sottili e rosee labbra, ricadendo a gocce sul leggero strato di barba che gli riveste il mento. Continua a sciacquarsi il viso, le mani, incurante del mio piccolo consiglio. Quando noto il sangue continuare a scendere mi muovo io, impulsivamente. Mi avvicino, chiudo il rubinetto dell'acqua e gli passo un asciugamano mentre cerco in uno dei ripiani affianco allo specchio dell'alcol e del cotone. Lui non dice niente, i lineamenti del suo viso sono ancora duri. Le labbra tese in una linea dritta e un cipiglio si sofferma sul suo viso.

- Che cazzo.. - prova a dire, ma lo interrompo bruscamente.

- Siediti.. - dico seria, quasi gli ordino.

Lui non obbietta. Con lo sguardo ancora incazzato nero, forse per la mia presenza qui, chiude la tazza del water e ci si siede sopra. Mi avvicino imbevendo un dischetto di cotone con l'alcol rosa e tampono gentilmente il taglio sullo zigomo. Lamenti di dolore e occhi strizzati sono l'unica cosa che sento e vedo. Tampono finché il sangue non smette di fluire sulla sua guancia, ripetendo poi l'operazione sulle nocche lacerate.

- Come fai a ridurti così? - chiedo un po' scioccata.

- Ti interessa davvero? Perché non riesco a capirti.. Un giorno mi dai dello stupido analfabeta e mi odi.. il giorno dopo sei qui, nel mio rifugio, a medicarmi stupidi taglietti.. Si può sapere che cazzo di problemi hai? Che cazzo sei, bipolare? - chiede freddamente.

HEARTS & GUNSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora