- Non so come tu abbia fatto, di solito quando è triste resta giù di morale per un paio di giorni.. ma ti ringrazio, davvero. – dice, baciandomi il naso e facendomi ridacchiare.
- Non ho fatto niente.. –
Ripenso all’aiuto che credo di aver dato a Sophia. Resto dell’idea che una bambina di cinque anni non possa portare il peso delle ingiurie degli altri. Faccio fatica a portarlo io, a vent’anni, sulle mie spalle.. figuriamoci lei. I bambini sono esseri spensierati e felici, o almeno così dovrebbe essere.
- Lei mi assomiglia.. – mi lascio scappare, mentre gioco col tessuto bianco che gli riveste il petto.
- In che senso? – chiede, cercando il mio sguardo, ma è troppo basso e timoroso per poter incontrare il suo.
- La madre che non c’è mai, il padre.. beh.. – inciampo sulle mie parole.
- Bastardo.. – dice con semplicità.
- La prendono in giro per questo Lou.. perché non ha un padre.. le dicono che nessuno le vuole bene e che non la vuole nessuno. So come ci si sente.. – sospiro.
- Devo starle più vicino.. – sospira.
- Si dovresti.. Ha bisogno di te. – dico, accarezzandogli una guancia, leggermente coperta dall’accenno di barba.
- Mia madre non lo fa con cattive intenzioni.. dirige un’agenzia immobiliare, spesso va fuori città per lavoro. Lo fa per lei, per me.. Sophia resta per la maggior parte del tempo con me, o con Roberta, la baby-sitter che si occupa di farle fare i compiti e tenerla d’occhio.. –
- Dovrebbe stare più con te che con la baby-sitter.. – dico, senza alcun giudizio nei suoi confronti.
- Lo vorrei Chel.. ma ho il lavoro, i ragazzi.. Sam da tenere d’occhio.. non posso gestire tutto! – sbuffa.
- Che lavoro? – chiedo.
E’ la prima volta che lo sento parlare di lavoro. E poi andiamo, da quando lui lavora? Credevo che il suo “ Lavoro ” fosse la vita coi ragazzi.. Resto un po’ perplessa dalle sue parole. Quante cose non conosco di Louis? Il trillo del tostapane irrompe nel breve silenzio che s’è formato, ma lo ignoriamo entrambi. Quell’affare scocca, spegnendosi automaticamente da solo.
- Una casa editrice mi manda dei manoscritti per e-mail.. io li leggo e li correggo, poi li invio al direttore. Nulla di che.. giusto due o tre manoscritti a settimana. Mi pagano come stagista, ma almeno contribuisco con le spese per mia madre.. – sospira ancora.
Gli bacio teneramente una guancia prima che mi stringa fra le sue braccia. Piega il viso verso il mio solo per far si che le sue labbra siano sulle mie, per torturarle e baciarle con infinita dolcezza. Esplora ogni millimetro della mia bocca, prima di staccarsi e lasciarmi umidi baci affettuosi sulla guancia e sulle labbra. Stringo forte i suoi fianchi con le braccia, i nostri petti si sfiorano più volte. Ridacchia ogni tanto, contagiando anche me.
- Cercherò di prestarle ancora più attenzioni.. mi è rimasta solo lei di cui prendermi cura in questa casa.. la sto praticamente crescendo! – sorride amorevolmente.
- E’ la cosa giusta.. – gli sorrido.
- Anche prendermi cura di te è la cosa giusta.. –
- Sono io che devo prendermi cura di te a dire il vero.. o mi sbaglio? – ironizzo.
- Giuro su Dio che se diventi una rompi coglioni come Wendy.. – ride bloccandosi a metà.
Ridacchio anch’io. In effetti era una scena più paragonabile a Wendy e Niall che me e Louis. Non penso di volerlo pressare come Wendy fa con Niall, o almeno non per ora. Finché le cose sono così tranquille mi può andar bene anche così, anche se so che non sarà così per molto… Mi preparerò psicologicamente a qualsiasi pericolo corra, per affrontarlo con lui. Mi lascia un altro umido bacio sulle labbra prima che la voce di Sophia irrompa nella cucina. Posso sentire le guance arrossarsi mentre la bambina entra stropicciandosi gli occhi e sbadigliando. E’ davvero tardi per lei.
STAI LEGGENDO
HEARTS & GUNS
Fiksi Penggemar[Dal Chapterღ 25] - Tu non puoi aiutarmi.. sono io quello forte, quello che deve aiutare te. Tu non devi fare nulla.. – mi deride scherzosamente. - Un giorno avrai bisogno del mio aiuto.. – dico scherzosamente. - Tu dici? Io non credo. Per come sei...