35.

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La verità viene sempre a galla: è una delle regole fondamentali del tempo.
E quando lo fa può renderti libero o annullare del tutto quello per cui hai lottato...

Cerco di reprimere il dolore nel petto e mi allontano discretamente sotto gli occhi della coppietta felice e dei miei amici, volendo scappare via da questa brutta situazione.
Arturo e Dylan assistono alla scena da lontano, mormorando qualche parola con disappunto.

«Fanny vieni, è l'ora del brindisi» Giulia accosta accanto a me fermandomi, mentre tento di varcare l'uscita della sala

Per un secondo chiudo gli occhi tirando un sospiro, volendomi ricomporre «Brinda anche per me allora, io adesso devo andare via...» dico cercando di celare le mie emozioni, per poi allontanarmi gradualmente lasciandola sola.

Asciugo velocemente una lacrima di troppo col dorso della mano e continuo a camminare verso l'uscita a testa bassa, per non farmi vedere.

«Fanny, aspetta!» la voce spezzata di Katherine fa eco nella mia testa, attirando la mia attenzione

Mi volto verso di lei che ormai stanca si ferma davanti a me, col fiato mozzato «Ascoltami, mi dispiace...» si ferma per prendere un respiro

«Come hai potuto mentirmi Kath? Credevo fossi mia amica» sento gli occhi bruciarmi e per reprimere le lacrime prendo a mordermi il labbro

«Lasciami spiegare...Nicolò oggi avrebbe dovuto lasciare lei e...» scuote il capo amareggiata «Voleva il nostro sostegno per farla finita, per questo mi trovo qui con Gionata» soggiunge spiegandomi

Un altro modo in cui la verità viene fuori è quando lo fa del tutto spontaneamente, oppure quando senza dire una parola tutto è forte e chiaro.

Il mio stato d'animo sembra peggiorare man mano che Katherine va avanti con la spiegazione «Non so cosa dirti Kath, basta così ti prego» scuoto il capo in maniera frustrata e la guardo annuire comprensiva, in segno di resa.

Le volto le spalle per poi salire velocemente in auto e mettere in moto. Le lacrime colmano i miei occhi che straripano quando incrocio un'ultima volta lo sguardo straziato di Nicolò.

È abbastanza buio, non riesco a guidare in questo stato quindi decido di svoltare nella prima strada solitaria che incrocio.
Voglio fermarmi per attutire il colpo e schiarirmi le idee, tutto ciò mi fa sentire davvero male.

Mi sento ferita, illusa, usata...credevo che le cose stessero cambiando e che tra noi potesse funzionare.
Urlo disperatamente lasciando che le lacrime bagnino il mio viso quando i ricordi vividi fanno spazio nella mia mente, lacerandomi dentro.

Qualcuno bussa al finestrino e giro la faccia per inquadrare chi sia, i miei occhi scorgono una figura maschile a me sconosciuta «Stai bene?» la sua voce rimbomba nel vetro del finestrino, che abbasso per replicare.

Rivolgo al ragazzo una delle mie peggiori occhiatacce e per la prima volta da quando sono a Milano spicco delle parole in dialetto «Ma t' par'?» indico il mio viso con fare ovvio

«E io che credevo di essere l'unico di Napoli a Milano, ma guarda» commenta lui con un sorrisetto furbo che mi fa mettere su una smorfia buffa.

Il ragazzo ride derisoriamente facendomi alzare gli occhi al cielo «Comunque è pericoloso stare qui di sera per una ragazza» osserva

«Infatti adesso vado a casa, grazie del consiglio» giro la chiave nel contatto e faccio per ripartire, lasciando la strada in cui mi ero appartata

-Ma tu pensa! Non posso nemmeno piangere in pace adesso.- sbuffo in maniera frustrata, pensando poi all'approccio simpatico del ragazzo che mi fa scappare un mezzo sorriso, -Sarà stato un Angelo.- scuoto la testa sminuendo la situazione

Durante il viaggio cerco di pensare quanto meno possibile a ciò che è successo con Nicolò, per evitare di sentirmi male. Adesso l'unica cosa che desidero è tornare a casa mia, dove posso stare indisturbata.

———
È la sesta sigaretta di fila che accendo, non riesco ancora a realizzare che Nicolò avesse una relazione e che io abbia fatto da amante a mia insaputa.

Mi dispiace per come ho trattato Kath, so che lei è sempre stata leale con me e non mi avrebbe mai fatto del male, ne sono sicura, è solo che in quel momento mi sono sentita stravolta.

Sorrido amaramente a pensare che l'evento che ha preso i miei ultimi tre mesi di lavoro è stato organizzato per il ragazzo con cui sono "impegnata".

Impegnata, pff! Sembrava tanto carino quando mi parlava della questione relazione e poi? Ancora non ci credo, rischierò d'impazzire prima o poi

Il campanello suona, facendomi sobbalzare dalla sedia e lascio la sigaretta nel posacenere per poi recarmi alla porta ed aprire, aspettandomi di trovare Gionata e Katherine.

Resto impietrita quando scorgo gli occhi scuri di Nico che mi fissano.
«Fanny...» pronuncia lui, faccio per chiudere la porta istintivamente e vengo contrastata dal moro che la blocca, facendomi cedere «Ascoltami!» esordisce mettendosi di fronte a me

«Non urlare che è tardi, sveglierai i vicini» lo ammonisco io, scostandomi per farlo passare
Chiudo la porta alle mie spalle e incrocio le braccia «Cos'hai da dirmi, sentiamo» dico con un velo di rabbia, aspettandomi una cantilena di scuse patetiche

«Io ho cercato di dirtelo...» dice per giustificarsi

«Apprezzo lo sforzo» lo interrompo, ridendo dal nervoso

«Non ti ho presa in giro, io provo veramente qualcosa per te» alle sue parole sento il cuore infrangersi in mille pezzi per l'ennesima volta e le lacrime corrono spensierate lungo la mia faccia

«Come hai potuto? Sei perfino venuto a letto con me, mi hai illusa fino all'ultimo secondo» lo accuso a voce spezzata

«Ti giuro che non l'ho fatto per divertirmi, credimi» dice supplichevole, avvicinandosi a me
Mi accarezza il braccio delicatamente in segno di conforto e mira ai miei occhi reggendo lo sguardo «Possiamo ancora provarci» soggiunge

Mi scosto dalla sua presa, ormai delusa «Non sono il tipo di persona che separerebbe una coppia, è troppo tardi Tony» scuoto il capo in maniera frustrata «È meglio che tu vada adesso e che dimentichi tutto, per favore» gli parlo col cuore in mano, sperando che accetti senza fare ulteriori storie.

Nicolò si arrende e annuisce avanzando verso l'uscita col capo chinato, chiudendo la porta senza proferire alcuna parola.

...ma la cosa peggiore che la verità possa fare è non renderti libero dopo averla detta.

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Problemi d'amore||Tony EffeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora