Confronto

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Fuoco e lame argentate ben visibili a occhio nudo stavano infestando il porto, divenuto in pochissimi attimi l'epicentro di quell'intenso scontro. Erano passati a malapena dieci minuti e Sayuri correva con rapidità evitando le furtive fiamme rossastre che tentavano di catturarla, nel mentre Ace faceva lo stesso con i suoi attacchi. Si stavano studiando a vicenda ma era evidente che la giovane cercasse il combattimento ravvicinato; si manteneva a distanza unicamente per poter escogitare il modo migliore per avvicinarsi.

Pugni e calci non servivano a nulla: essendo lui fatto interamente di fuoco era invulnerabile alle lame e ai comuni attacchi, ma ciò non toglieva che abbassare la guardia fosse sinonimo di stupidità.

Difatti, quando finalmente si ritrovarono vicini, Ace volle saggiare le potenzialità fisiche della sua avversaria e fu messo in difficoltà: la castana era veloce, ogni suo colpo faceva parte di una sequenza perfettamente allineata e la sua forza metteva ancora più in risalto quel suo particolare stile di combattimento.

Pratica le arti marziali e anche bene. Constatò nel mentre si difendeva.

A ogni mossa era allegata una contromossa.

Non faceva uso delle Roku-shiki, si trattava di semplice karate da lei personalizzato, il che rendeva ancora più difficile prevederne il seguito. Lo scontro ravvicinato si stava rivelando veramente impegnativo ma ad un certo punto, scoperta una falla nella difesa, entrambi riuscirono a colpirsi a vicenda: lui le sferrò un poderoso destro al fianco mentre lei, con un sinistro impeccabile, gli colpì la mascella.

Cercando di infierire nuovamente, Sayuri fece riapparire magicamente tra le proprie mani i suoi sai, eseguendo un secco fendente. Purtroppo per sua sfortuna, la lama trapassò Ace senza neppure ferirlo.

Fu nello squarciare le fiamme e non il corpo fisico del suo avversario che si ricordò che i frutti del diavolo appartenenti alla tipologia Rogia rendevano invulnerabili i loro possessori da attacchi come quelli.

Me ne ero completamente dimenticata.

"Higan!(trad: pistola di fuoco)"

Non ebbe il tempo di distrarsi che Ace si era liberato dalla morsa ed era balzato su una pila di casse per avere una visuale migliore e iniziare così a mitragliarla con molta più precisione. Bianco Giglio dovette fare nuovamente affidamento alla sua velocità per schivare quei proiettili infuocati; scattando lateralmente, si riparò in una viuzza, inginocchiandosi con la schiena appoggiata al muro di un magazzino per recuperare un pò di fiato.

Il pugno datole era stato consistente e lei, nonostante si fosse appositamente allenata per sviluppare una certa resistenza, non potè trattenere una smorfia di dolore.

Non posso continuare ad affrontarlo in questo modo, se non cambio strategia rischio di venir sconfitta. A questo punto non ho scelta.

Contro un Rogia l'unica arma possibile era soltanto una e visto che la situazione poneva il suo avversario un gradino al dì sopra di lei, non poteva indugiare ulteriormente.

Era in gamba.

Lo doveva proprio ammettere, quella Sayuri sapeva il fatto suo.

Gli teneva testa, molto di più di quanto avesse immaginato e ciò bastava per tenere alto quel suo sorriso sghembo e furbesco. Nessuno era mai riuscito a evitare la sua Pistola di Fuoco e da quel che aveva osservato non era stata semplice fortuna. Si vedeva che aveva talento da vendere; solitamente non gli piaceva infierire su delle ragazze, anzi non gli piaceva per niente essendo un persona educata e con dei principi, ma avendola sfidata lui stesso non poteva di certo andarci leggero, considerata la forza della pirata. Inoltre, non ci teneva a essere da meno e quindi le avrebbe dimostrato fin da subito chi tra i due fosse il migliore. A Ace perdere piaceva ancor meno che menare una femmina, testardo com'era non era capace di accettare o anche solo prendere in considerazione una simile eventualità: pur di non farla concretizzare era disposto a giocarsi gli arti.

Giglio di piccheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora