Anche se aveva sfoderato l'haki prima del necessario, Sayuri non provava stanchezza nel discendere velocemente il lato coperto della montagna. Gli allenamenti fatti l'avevano rafforzata ulteriormente. Chiamare a sé l'ambizione non era facile, specie nelle situazioni dove il panico era solito stare in agguato per poi assalire la vittima con un continuo crescendo ma lei aveva da tempo imparato a controllarsi e a sfruttare l'innata tranquillità di cui era dotata, anche nelle situazioni più critiche. Più volte si era ritrovata con le spalle al muro e le lance puntate alla gola ma era sempre riuscita a uscirne indenne, ribaltando la situazione a proprio favore: era solita utilizzare i sai e le arti marziali apprese ma l'haki lo evocava solo in caso di estrema emergenza.
Se ne avesse sempre fatto uso, non si sarebbe migliorata come invece voleva fare, senza contare che non riusciva ancora a tenerlo attivo a lungo; il suo massimo era di sette minuti, dopo di che le conseguenze potevano variare a seconda di chi aveva di fronte e verso quale esito la battaglia si stesse volgendo. Contro Ace era stata costretta a utilizzarne più del dovuto perché la sua intangibilità l'aveva messa in una situazione da cui difficilmente sarebbe uscita usando soltanto pugni e calci e alla fine, si era ritrovata con un bel mal di testa e un leggero senso di mancamento. L'haki era un potere straordinario, la dimostrazione della propria determinazione ma non era la sola forza di cui disponeva e a breve lo avrebbe dimostrato sul campo di battaglia.
Aveva impiegato tutta la notte a scivolare silenziosamente lungo il fianco della montagna e solo con le prime luci dell'alba, iniziò a scorgere il piccolo lembo di terra roccioso separato dal resto dell'isola; Ace stava ancora combattendo contro Jimbe,se lo sentiva. Preoccupazione per il capitano a parte, doveva trovare pensare alla maniera di attraversare quel tratto di mare pieno di vortici; aspettare che la marea arretrasse significava perdere altro tempo ma nell'istante in cui finalmente giunse in riva al mare, comprese che non sarebbe rimasta con le mani in mano, ne tantomeno le sarebbe stato concesso di pensare a come aggirare l'ostacolo marino; Togai e l'anziano pesce martello erano lì ad attenderla, come due guardiani devoti pronti proteggere l'entrata di un antico tempio sacro.
"Ma guarda. Ne è arrivato uno ed è per giunta una femmina!" esclamò lo squalo bianco sogghignando "Non mi aspettavo che qualcuno fosse rimasto vivo"
"E noi non ci aspettavamo che rompeste il patto anche a scapito di innocenti" replicò Sayuri calma "Se desideravate battervi contro di noi, perché non parlarne apertamente? Siamo pirati ma non significa che abbiamo perso il dono della parola"
Nemmeno il tono strafottente dell'uomo pesce poteva scalfirla. Il suo scudo costruito interamente di pazienza le permetteva di elevarsi ad un livello superiore rispetto a dove stava Togai. Il vecchio, sempre seduto sulla sua roccia, aveva semiaperto gli occhi nell'avvertire la presenza della giovane e ora, nel guardala, ne studiava i movimenti e le parole.
"Taci, insulsa umana! Ti credi superiore a me, eh?!" esplose l'energumeno.
"Non ho detto e non credo a una cosa simile" replicò lei.
"Bugiarda!" e le puntò contro il dito "Scommetto che ti diverte guardarmi con quei tuoi occhietti da saccente. Una femmina che si permette una tale azione non merita che essere punita" sibilò mostrando i denti.
Voleva che provasse paura, terrore e che implorasse pietà ma i suoi metodi ortodossi non funzionavano su chi era capace contenere le proprie emozioni e Sayuri, che già di per sè era incapace di odiare, non potè che trovare quell'individuo semplicemente maleducato e molto irascibile. Non dubitava che fosse forte, era pur sempre un uomo pesce e per quanto fosse tranquilla, agli occhi del nemico, lei appariva come sfrontata e meritevole di una punizione per la presunta mancanza di rispetto.
"Per essere un individuo devoto alle arti marziali, il suo comportamento lascia molto a desiderare: risponderle a tono sarebbe il modo peggiore per affrontare il discorso ma se devo essere sincera, credo che lei faccia troppo affidamento alla sua posizione. Per quanto mi riguarda, non mi ritengo superiore a nessuno e considero ogni essere vivente come mio pari, non come mio inferiore" affermò lei con assoluta eloquenza.
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Giglio di picche
FanfictionIl mio sogno è trovare un sogno. Cercarlo significa vivere? Non lo so perchè io non so se ho il diritto di questa mia vita o di questo mio desiderio. Non so cosa sia un sogno ma lo desidero così tanto perchè forse può darmi la felicità che non ho. A...