L'orgoglio del fuoco. Il potere gura-gura

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Ace era ancora avvolto dal carezzevole manto della tranquillità e del sonno quando percepì qualcosa di diverso in quel suo stato di dormi-sveglia. Anche se stava cercando di godersi quei minuti di pura e ricercata tranquillità, una minuscola parte dì sé era rimasta sveglia, in allerta, e adesso trillava come un campanella dal suono crescente e stridulo. Il suo corpo era disteso orizzontalmente per terra e le sue dita non stavano che stringendo l'aria invece della mano di Sayuri.

Provò smarrimento sia che per la mente che per il corpo; entrambi cominciarono a reagire a quella condizione,a svegliarsi, ma subito quel senso di privazione era stato sostituito da semplice sgomento quando udì un urlo provenire in direzione della spiaggia. Con gli occhi già aperti e fissi sul cielo era balzato in piedi con ritrovate energie nel sentire quella voce familiare e carica di sofferenza rompere il silenzio e disperdersi al vento. La consapevolezza che fosse accaduto qualcosa alla castana era divenuta più forte ad ogni suo passo, in quella camminata trasformatasi in corsa; l'aria aveva un sapore diverso, era più densa, carica di elettricità frizzantina fresca e incontrollabile.

Nel stringere i pugni e aumentare il passo, Ace tradusse quel brusco cambiamento come la dimostrazione lampante che lì, su quello spiazzo di pietre grigie, vi era la presenza di un elemento nuovo e sicuramente ostile. Il respirare quella elettricità mischiata all' ossigeno gli restituiva le energie perdute e lo invogliava a proseguire,a scoprire quale fosse la sorgente di tutto ciò e quando finalmente era giunto in quella spiaggia, provò l'uguale sensazione che provava un maratone quando raggiungeva il traguardo tanto agognato, solo che al posto della felicità e della soddisfazione per aver completato il giro, in Ace c'era qualcosa di simile all'eccitazione e all'odio.

La prima gli scorreva veloce nelle vene e pompava il sangue a una velocità mostruosa, incapace di fermarsi e l'odio glielo faceva ribollire, rendendolo incandescente, di fuoco come era il suo corpo intero prima di tornare allo stato umano. Anche se esteriormente appariva malridotto e incapace di sostenere un combattimento, dentro di sé Ace si sentiva scoppiare di energia rinnovata ma regalata da un emozione che pretendeva che quanto dato venisse utilizzato per qualcosa che meritasse di essere visto. Era scattato in avanti alla sola vista della ragazza e ne aveva impedito la caduta, evocando la colonna di fuoco, presentandosi contemporaneamente al nuovo arrivato. Ogni briciolo della sua forza, del suo orgoglio, di tutto quello che lo rappresentava si stava comprimendo in un unico, minuscolo punto e si preparava ad esplodere come un piccolo big ben.

La fredda austerità che gli velava gli occhi era dedicata interamente a Barbabianca, che alla sua comparsa aveva fatto sfoggio dello stesso sorriso che aveva rivolto a Sayuri. Non c'era bisogno di un testimone per capire che cosa fosse successo e nel riversare i suoi occhi neri sulla ragazza che teneva in braccio tanto avidamente sospirò leggero, lasciando trasparire una nota di amarezza per il non essere arrivato prima da lei, che non aveva fatto altro che impedire uno scontro dall'esito già deciso in partenza. Sin da prima si era accorto di quanto fosse conciata male e nel vedere quella ferita sul fianco riprendere a sanguinare, il suo viso prima sofferente spegnersi del tutto, il moto di rabbia già insito in lui crebbe ancora di più.

"Allora vecchio, se non sbaglio è me che stai cercando!" tuonò in seguito, recuperando l'ira lasciata momentaneamente in disparte "Bene, mi hai trovato! Adesso vediamo se sei così forte come dicono!!"

Con quell'atto di sfida aveva totalmente vanificato l'intenzione della castana di tenerlo alla larga dall'imperatore; sapeva di farle un torto ma al momento era il suo istinto che stava avendo la meglio e ogni tentativo di dissuaderlo da quel combattimento si stava rivelando del tutto inefficace. La rocca risata del Re dei Mari si propagò nella spiaggia, amplificata di modo che anche le rocce potessero imprimere nella loro inesistente memoria quel suono tanto potente.

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