Extra: simple and Clean

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Una volta all'anno cadeva una ricorrenza speciale, dove una o più persone stavano al centro dell'attenzione, venendo riempite di festeggiamenti e doni come fossero dei principi o dei re di ritorno da una grande battaglia vittoriosa. Quel giorno era tutto per loro non perché si celebravano onori o imprese, ma semplicemente perché si nasceva una sola volta nella vita e di conseguenza, di compleanno ce n'era uno solo.

Forse per la gente comune quel particolare momento dell'anno rappresentava un validissimo motivo per essere più allegri del solito, ma per Ace Pugno di Fuoco, quel giorno non era nulla per cui valesse la pena di sorridere. Ciò lo incupiva e la sua indifferenza col passare del tempo si era tanto affilata e indurita da rinchiudercelo dentro come fosse una bara indistruttibile, più dura e splendente del diamante, ma grigia quanto la cenere. Spessa fino all'inverosimile, quella sorta di protezione – se la si poteva chiamare tale - per lui era il rifugio dentro cui rimanere fino alla venuta del nuovo giorno, una specie di fortino costruito sopra l'albero più alto del bosco, la cui unica debolezza era l'essere vulnerabile al gelo del primo dell'anno.

Si, Portuguese D. Ace era nato il primo Gennaio, giorno dove tutti incondizionatamente festeggiavano tradizioni di cui forse solo gli più anziani ne ricordavano l'origine.

In quel periodo l'inverno era all'apice della sua venuta, nessuna forma di verde poteva fare a meno di afflosciarsi e spogliarsi della propria chioma. Perfino le foglie secche cadute in autunno ne risentivano: bastava un semplice tocco e subito si distruggevano in tanti pezzettini la cui importanza non avrebbe mai toccato l'animo di una persona.

Faceva freddo in quella stagione, incredibilmente freddo: la natura era letteralmente morta, il vento, tagliente quanto le lame di un rasoio, la neve tanto alta da arrivare fino alle ginocchia, ma se mai avesse potuto, Ace si sarebbe lasciato volentieri sotterrare dalla soffice coltre bianca che arrivava anche a sciogliere l'azzurro del cielo, fino a non sentire più il proprio corpo. Tutta la sua esistenza si ammassava lì e per forza di cose ci aveva a che fare nonostante preferisse di gran lunga andare oltre, ma poiché sapeva, proprio perché era cosciente della ragione per la quale quel giorno lo riguardava così tanto, che non poteva scappare. Proprio perché era consapevole, che i ricordi in quella data si ribellavano al suo controllo e lo tartassavano fino a fargli affondare la testa nelle mani. I sentimenti a cui era incapace di dare un nome si amalgamavano fra di loro, dentro di lui, ripetendo lo stesso meccanismo fino a farlo sembrare nauseante: non si era mai aspettato di vederci qualcosa che ispirasse felicità, dall'apice di quella spirale ripetitiva finiva sempre per sgorgare una freddezza così pungente da fargli ripudiare perfino quella poca simpatia nei confronti della bianca e ingenua neve.

In quell'occasione, quasi fosse inevitabile, Ace si lasciava trascinare senza fatica, senza opporre resistenza, venendo sballottato qua è la come fosse una pezza di nessun conto. Si parlava della sua anima in quel caso: esternamente lui stava ad osservare un punto indistinto dell'oceano, su una rupe che gli evitasse di udire il vociare del villaggio vicino. A quel suono tanto fastidioso preferiva il fruscio del vento e il silenzioso eco delle onde, vitali toccasana per il suo spirito.

Non c'era specialità nel giorno del suo compleanno, solo un'immagine sfocata dove grossi petali di ibisco cadevano a terra uno dopo l'altro fino a far rimanere il gambo verde completamente nudo. Troppo amare erano le voci e le memorie che tornavano a galla e il solo modo che Ace aveva per combattere quelle ore era provare così tanta indifferenza nei confronti di tutto ciò che lo circondava, da arrivare ad allontanarsi anche da chi si preoccupava per lui.

Primo Gennaio.

Isola di Mairene, nuovo mondo. Ore 22.45.

Meno di due ore. Meno di due ore e quel giorno sarebbe finalmente finito.

Tra tutti i possibili momenti, il tempo aveva deciso di prendersela comoda proprio quel giorno, nemmeno avesse fatto le valigie e fosse andato in vacanza. E dire che quando ci si divertiva solitamente questo tendeva proprio a scivolare via, mentre quando si era nel bel mezzo di un tempesta o di una qualunque altra situazione per cui si sarebbe benvoluto essere da tutt'altra parte, non si faceva manco vedere o sentire.

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