Stava preparando il proprio zaino quando i primi raggi solari fecero capolino sul mare schiarendolo dalla densa pece di cui si era intriso. Come previsto, il log pose aveva finito di registrare il magnetismo dell'isola e ora bisognava riprendere la navigazione prima che l'ago modificasse la sua posizione. Kaluka non era conosciuta solamente come un porto ben organizzato ma principalmente per l'essere un crocevia di decine di correnti tutte diverse fra di loro e tale peculiarità forniva un grave svantaggio visto che le possibilità di seguire la stessa rotta due volte di fila, erano vicinissime a sfiorare lo zero; senza contare poi che l'ago, influenzato da tutte queste correnti, non poteva mantenere la propria stabilita a lungo e purtroppo per Sayuri, tale prerogativa l'aveva penalizzata ancor prima che scendesse dalla Moby Dick.
Sarebbe stato molto più semplice seguire la rotta intrapresa dal fuggitivo ma anche se fosse riuscita a individuarla, oramai lo strumento di navigazione si era stabilizzato su una corrente scelta in quel lasso di tempo e nemmeno a farlo apposta, essa non era quella su cui sperava di navigare. Meccanicamente le mani della ragazza raggiunsero le carte e gli utensili che le sarebbero occorsi durante il viaggio per tracciare la rotta e segnare le isole su cui si sarebbe soffermata quanto bastava per registrarne il magnetismo: non avrebbe potuto di certo seguire Teach in ogni sua tappa quindi, la sola possibilità rimastale a disposizione era quella di bloccargli la strada prevedendo in anticipo le sue mosse. Il fatto di essere una cartografa le permetteva di rendere quel piano più che realizzabile perciò era indispensabile che avesse sempre sotto mano una cartina, una penna d'oca e il fidato cinturino con incastonata la bolla per l'ago, senza il quale non poteva navigare correttamente.
Era giunta alla conclusione che Teach non poteva aver fatto tutto da solo, anche se non possedeva prove che lo dimostrassero; era convinta che fosse stato aiutato da un complice con cui si era sempre tenuto in contatto e che in qualche modo, questo fosse arrivato a Kaluka prima di loro e che dunque ne avesse registrato il magnetismo. Ciò avrebbe spiegato la fulmineità della sua fuga ma in ogni caso, star lì a pensare a come fosse riuscito a squagliarsela, guadagnando così terreno, non serviva a nulla se non ad alimentare il disprezzo del suo gesto.Concentrati e rifletti attentamente. Si era detta una volta tornata nella propria stanza.
Sgombrata la mente da ogni pensiero e annotazione,si era seduta sul letto e chinato la testa in avanti, buttando fuori un grosso sospiro: le era sconosciuto il come fosse arrivata lì ma una volta chiusa la porta, nemmeno aveva provato a domandarsi del perché la sua coscienza, scappata in qualche modo al suo controllo, le avesse imposto di pensare a come agire piuttosto che soffermarsi su altre questioni che la riguardavano ancor più intimamente. Obbligata da questa, aveva spronato i diversi ingranaggi del suo cervello a lavorare ininterrottamente e ora, alle prime luci di quell'alba quasi creduta perduta, sapeva esattamente dove Teach si stava dirigendo. Nel nuovo mondo non poteva rimanerci, non con tutte le isole sotto la giurisdizione di Barbabianca, pertanto era logico pensare che volesse acquietare le acque almeno quanto serviva per sparire dalla circolazione e la sola maniera per fare tutto questo era per l'appunto lasciare la seconda parte della Grand Line e tornare nella prima.
E a quanto risultava, c'era solamente una maniera per riuscirci, ovvero passare attraverso l'arcipelago di Shabondy.
Tutte le sue correnti confluivano in quel territorio suddiviso in diversi grove e, per forza di cose, i pirati che miravano ad oltrepassare la linea rossa dovevano forzatamente giungere all'arcipelago per poter passare oltre; lo stesso ragionamento funzionava per uscire e tornare indietro. La sola differenza era che lì bisognava conoscere le correnti che si volevano utilizzare per arrivare all'arcipelago visto che queste erano più grandi e imprevedibili delle altre, pertanto se quel farabutto voleva far perdere le sue tracce immediatamente, doveva far ricorso ad un eternal pose per poterci arrivare il prima possibile. Da Kaluka gli sarebbero occorse quasi due settimane per arrivarci ma Sayuri doveva giungerci prima e impedirgli di uscire perché se mai ce l'avesse fatta a superare l'arcipelago, trovarlo poi sarebbe stato ancor più difficile.
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Giglio di picche
FanfictionIl mio sogno è trovare un sogno. Cercarlo significa vivere? Non lo so perchè io non so se ho il diritto di questa mia vita o di questo mio desiderio. Non so cosa sia un sogno ma lo desidero così tanto perchè forse può darmi la felicità che non ho. A...