Quando i timori diventano realtà

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"Che belle! Davvero le hai realizzate tutte tu?"

"Si, certamente"

Akiko sospirò con fare sognante. Era seduta su una sedia, vicino al letto di Sayuri e tra le mani reggeva alcune mappe realizzate da quest'ultima. Tutti gli effetti personali della giovane pirata, abiti e materiali compresi, erano stati sistemati nella stanza cosicche potesse utilizzarli.

"Sei bravissima! Io non riesco neppure a fare un quadrato giusto e dire che disegnare mi è sempre piaciuto" rivelò la più piccola ammirando i colori a pastello usati per creare delle sfumature più scure per il mare.

Altri due giorni erano passati dal suo risveglio e Sayuri ancora non poteva uscire. L'essere relegata in quella stanza, seppur soleggiata e accogliente, la faceva sentire esattamente come un uccellino in gabbia e ogni volta che guardava al di fuori dell'oblo, sospirava e pregava che il tempo scorresse più velocemente in modo tale da poter varcare quella soglia poco distante da lei e andare così dai suoi compagni. Desiderava poterli vedere visto che ancora non gliene era stata data la possibilità e anche loro volevano verificare con i loro stessi occhi che lei, da loro battezzata sorella Yu-chan, stesse bene ma gli ordini dati dalla forza maggiore che incuteva terrore ad Akiko erano stati categorici: l'accesso al reparto infermieristico era proibito a qualsiasi essere vivente di sesso maschile e così la sua sola compagnia, ben accetta ovviamente, era la tenera corvina, ora affascinata nel vedere tutti i suoi lavori. Benchè fosse l'infermiera più giovane e non fosse "Dotata" come le altre sue colleghe, la sua intelligenza compensava più che a sufficienza la mancanza di un corpo più adulto e flessuoso. Non era un caso che facesse parte dell'equipe infermieristica personale di Barbabianca: amava il suo lavoro, metteva anima e corpo anche nei lavori più semplici e questo le faceva onore.

"Yu-chan, da quanto tempo sei in mare?" le domandò con curiosità non troppo esuberante.

Era partita con l'intenzione di conoscere ogni aspetto della sua nuova amica e dato il suo ricovero, poteva approfittare di quel tempo di riposo imposto alla più grande per fargli tutte le domande che voleva. Inoltre l'avrebbe controllata e di conseguenza non avrebbe mancato ai propri doveri di infermiera.

"Da molto. Ho iniziato a viaggiare a dodici anni ma ho incontrato Ace poco più di un anno fa" rispose completa, consapevole che gli avrebbe posto la domanda riguardante la sua appartenenza alla ciurma dei pirati di picche.

Akiko ascoltò attentamente ogni sua risposta, annuendo come a voler far intendere che stava seguendo. Le domande le uscivano veloci, spontanee, dettate dalla sua voglia di conoscere tutto sulla sua nuova compagna di stanza: amava stare a sentire la gente raccontare, era come ascoltare delle storie sempre nuove,ricchi di esperienze, che i libri a volte omettevano o descrivevano con poca enfasi. L'essere un'infermiera gli offriva il vantaggio sia di aiutare i suoi amici sia di farsi narrare da loro avventure in luoghi stravaganti e pittoreschi e immaginarsele nella sua testolina. Certo, non sempre erano belle e ricche di colore quelle storie, ne era consapevole visto che il periodo in cui vivevano tutti quanti loro era anche pieno di pericoli ma quello era pur sempre un modo di vedere il mondo in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi e la qualità di essere una sognatrice coi piedi ancorati per terra l'aiutava a non distrarsi più di quanto le capitasse spesso.

"E come hai incontrato Ace?" domandò poi con occhi luccicanti.

"Eh eh, questa è una parte piuttosto particolare" ammise grattandosi la guancia con l'indice.

Il ricordare il suo primo incontro con pugno di fuoco le mise un buonumore nostalgico. Era passato molto tempo da allora ma ancora sentiva quel momento più vicino rispetto a molti altri. Sorrise sommessamente, come sempre e guardò Akiko che trepidamente attendeva la risposta.

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