La cura ormonale di Rufy e l'altro inferno

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L'inferno di ghiaccio non era famoso solamente per essere un luogo altamente inospitale, abitato da famelici lupi aventi corpi magri e ossuti. Vi era un'altra ragione, misteriosa quasi, perché lasciava perplessi gli stessi secondini: capitava che a volte, alcuni prigionieri svanissero nel nulla e che non venissero più ritrovati. Quell'enigma aleggiava in tutti i piani e nessuno aveva idea di come ciò potesse accadere. La spiegazione più razionale che avevano attribuito per il livello cinque, era che i lupi si fossero premurati di divorarne anche le ossa ma la verità era ben lontana dall'essere scoperta. Proprio perché le visite delle guardie lì erano estremamente rare e il livello era molto ampio, nessuno sospettava che tra esso e il piano portante di Impel Down, il sesto, ci fossero dei cunicoli collegati fra di loro di modo tale da creare così un sottolivello invisibile a qualunque sistema di sicurezza della prigione. Erano tante grotte quadrate, scavate e modellate da mani possedenti i poteri di un frutto del diavolo, capaci di unire le diverse aree attraverso tutta una rete di canali modellata con precisione e attenzione. Il mistero dei prigionieri che svanivano nel nulla, allegato a molti altri inspiegabili, lì trovava la sola e autentica risposta, che prendeva il nome di livello 5.5, ribattezzato la New Gay Land.

Attrezzato con comodità permesse in pochissime stanze addette alle massime autorità di Impel Down e fornito di cibo e bevande in abbondanza, rubate dalle scorte blindate dei altri piani, l'altro inferno era il piccolo paradiso nascosto per tutti i gay, dove il divertimento e le risate stavano all'ordine del giorno. Il sapere di trovarsi nella prigione più temuta di tutto il mondo non era che un ricordo pesantemente annebbiato dall'alcool e dai bagordi consumati ogni giorno. Non esistevano rigidi canoni di divisione fra uomini e donne, li si inneggiava la gay way tutti insieme, uniti sotto il coro trascinatore del leader fondatore della colonia, che ogni giorno era il protagonista indiscusso dei spettacoli che si tenevano per mantenere alto lo spirito festivo. Era stato lui a fondare il livello 5.5, insieme a un fido compagno con cui era stato rinchiuso con l'accusa di essere un rivoluzionario al servizio del ricercato più pericoloso del mondo. Il suo nome sulla lista dei prigionieri era sbarrato da molto tempo e il personale militare non si era preso la briga di cercarlo come gli altri scomparsi. Un prigioniero in meno a cui pensare non poteva che essere una soddisfazione ma Emporio Ivankov, il regino degli okama ed eccentrico sostenitore del movimento rivoluzionario, era troppo sveglio per morire congelato o farsi mangiare su due piedi.

Figurarsi se una persona così smisuratamente sicura di sé, poteva farsi prendere dal panico e lasciarsi condizionare da fattori esterni; certo, era finito a Impel Down ma il suo spirito non ne aveva risentito, anzi, lo scoprire tutti quei canali collegati fra loro e il fondare il giardino dei prigionieri lo aveva animato con ancor più ardore, tanto che alcuni volontari - e altri meno - si erano lasciati avvolgere dal suo carisma, permettendo di trasformarli, a volte anche fisicamente, dando forma più consona ai loro desideri. Molti nell'ascoltare ma anche nel vedere in prima persona di che cosa egli fosse capace, gli avevano chiesto perché fosse lì e non avesse tentato la fuga dati i suoi grandi poteri. La ragione c'era eccome - lui stesso l'aveva spiegata sul palco, col microfono in mano e i riflettori puntati addosso - ma come per tutti i grandi piani, bisognava sempre seguire le procedure passo dopo passo. La fretta nel suo operato non portava mai a nulla di buono, bisognava lavorarci lentamente e con minuziosità, come se si stesse modellando un piatto d'oro pieno di decori piccolissimi e molto delicati.

La schiera dei rivoluzionari lavorava diversamente da quella dei pirati. L'essere tattici e il lavorare nell'ombra, addirittura fra le file del nemico era qualcosa che i pirati non sarebbero mai stati in grado di fare. Vi era il carisma indubbiamente ma il movimento capeggiato da Monkey D.Dragon aveva ingaggiato e ingaggiava tutt'ora un battaglia diretta contro il Governo Mondiale, la cui pazienza ormai era ridotta ad una lastra sottile e facile all'irritazione. Una battaglia silenziosa, non ancora del tutto matura, non sufficientemente per essere chiamata guerra. Fintanto che la situazione rimaneva su di un piano stabile, Ivankov sarebbe rimasto in attesa, sempre pronto al benché minimo cambiamento nonostante la sua mobilità fosse molto limitata: confidava in un segno rivelatore, un qualcosa che avrebbe scosso le sue membra di regino cosi tanto da farlo saltare in aria e spiaccicare così contro il soffitto.

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