La sentinella gabbiano era comodamente appollaiata sul legno della balaustra. Di tanto in tanto si sistemava le piume delle ali, arruffandole e lisciandole col becco, ma per il resto, rimaneva immobile esattamente come un animale impagliato. Oltre al berretto e agli occhiali ,questo al collo portava un lumacofono verde, in attesa che qualcuno si degnasse a fare la prima mossa.
Ace avanzò lentamente verso il volatile e non appena gli fu vicino, allungò il braccio,prendendo tra le mani l'apparecchio e avviando così la comunicazione.
"Biro-biro! Sto parlando con Portuguese D.Ace, detto Pugno di Fuoco?" la voce trasmessa al lumacofono era maschile e pacata.
"In persona. Chi parla?"
"Nessuno da cui debba tenersi alla larga: sono il maresciallo Hiroya. E'da diverso tempo che cerchiamo di rintracciarla"
Il moro aveva visto giusto. Quelli della Marina erano sulle sue tracce da quando aveva lasciato Roght Town.
"E quale sarebbe il motivo?" domandò lui.
"Una questione diplomatica che vorrei esporle di persona. Sono stato incaricato di occuparmi dell'intera faccenda e le posso assicurare che non attaccheremo ne lei ne i suoi compagni" gli assicurò
Certo che lo promettevano visto che, anche volendo, non sarebbero riusciti a sopraffarli. Da dietro, Sayuri attendeva il da farsi; stava memorizzando chiaramente le parole dell'ufficiale della Marina e trovava molto strano che volessero incontrare Ace. Quell'uomo aveva parlato di una questione diplomatica, quindi poteva supporre che si trattasse di una proposta o qualcosa del genere.
Quando il volatile se ne andò, il capitano si voltò verso di lei.
"Raduna la ciurma sul ponte. Sentiamo che cosa vogliono"
Appena quindici minuti dopo, la nave del maresciallo Hiroya ancorò a una decina di metri da quella della ciurma dei pirati di picche. Esteticamente era ben diversa dalle classiche corazzate da guerra che si vedevano in giro: possedeva una linea più elegante e fine, costruita con legni chiari e rossicci.
Il marchio del Governo Mondiale era dipinto sulla vela maestra e sotto ad essa vi erano una ventina di ufficiali che attendevano sull'attenti, mentre l'autorità diplomatica si dirigeva con due guardie verso la nave pirata a bordo della scialuppa. Gli uomini di Ace erano sparpagliati sul ponte alla giusta distanza in caso di mosse false da parti dei nemici. Sayuri era seduta sulla scalinata di legno e guardava il capitano con animo quieto. Non temeva la presenza di quei uomini, così come Don, anche se lui pareva più seccato del normale vista l'inaspettata e poco gradita visita della Marina.
"Speriamo si sbrighino. Non mi va che si freddi il pranzo" disse col solito tono scocciato.
Come i forestieri salirono, il silenzio si intensificò ancor di più. Hiroya, avvolto nel suo completo bianco, segnato da un'elegante fascia rossa dai risvolti dorati, appariva sicuro di sé, quasi amichevole. Alle sue spalle, le guardie sembravano non respirare tanto erano immobili. Si era scelto due gorilla nella speranza di avere qualche possibilità in più di essere ascoltato da tutti e in quel frangente, non soltanto il diretto interessato ma bene o male, tutti lo stavano squadrando come fosse un alieno invasore.
"Buon pomeriggio, sono il maresciallo Hiroya" si presentò cordialmente "Spero di non aver interrotto il vostro pranzo"
Speri male, idiota! Stavamo giust'appunto per sederci!
In sostanza il messaggio subliminale che l'intera ciurma stava mandando con occhi assatanati era quello. Praticamente erano sul punto di addentare il primo boccone quando Sayuri era entrata in cucina e aveva chiesto a tutti quanti loro di raggiungere Ace sul ponte. Fu facile per il maresciallo avvertire l'ostilità nei suoi confronti, ma non era tipo da badare a certe cose. Gli bastò guardare rapidamente i presenti per leggere il disappunto nei loro volti, tranne in quello di una fanciulla dai lunghi capelli castani, che sedeva su delle scale, con occhi privi di sentimenti negativi. Tra le tante teste che c'erano, lei era un'incognita.
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Giglio di picche
FanfictionIl mio sogno è trovare un sogno. Cercarlo significa vivere? Non lo so perchè io non so se ho il diritto di questa mia vita o di questo mio desiderio. Non so cosa sia un sogno ma lo desidero così tanto perchè forse può darmi la felicità che non ho. A...