Un salto di vent'anni. L' ammiraglio Aron

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Non c'era ombra di dubbio che la guerra tra la Marina e Barbabianca sarebbe stata ricordata come un evento grande quanto la cattura di Gol D.Roger.

Avvenimenti del genere nascevano per essere ricordati, nel bene o nel male, perché andassero a far parte della storia, la stessa che il Governo Mondiale si premurava di costruire, preservare e in alcuni punti salienti, anche omettere. L'immagine che esso doveva mostrare, spalleggiata poi dalla Marina, doveva essere impeccabile, bianca come un lenzuolo ma una simile perfezione non era che - e lo era tutt'ora - un vago sogno e quel tenore politico, che ancora stava cercando di rimanere in piedi in ogni maniera possibile, era stato più volte messo a dura prova da eventi molto minacciosi per la sua incolumità.

Per la stragande, si trattava di episodi che ancora oggi persistevano, nulla che col tempo non avessero imparato a conoscere come le proprie tasche e niente di così difficile da polverizzare. E' vero, c'erano state delle eccezioni tremendamente fastidiose, primo in assoluto Gol D.Roger, poi Barbabianca e Shiki il Leone Dorato, addirittura soprannominati i dominatori dei mari.

E che dire dei rivoluzionari e del loro capo Dragon!

Tutta una schiera di nemici contro cui puntare il dito e contro cui avevano combattuto e combattevano con ogni mezzo esistente. Contro i pirati, la strategia era piuttosto ripetitiva ma coi rivoluzionari bisognava ingegnarsi ed evitare che si inoltrassero troppo in linee dai cui potessero trarre vantaggio. Si poteva davvero dire molto su Governo Mondiale, primo in eccellenza che la sua fedina non era così ben pulita come voleva far sembrare ma la gente era cieca, non per propria volontà ma perché le alte sfere sapevano come gestire la situazione in ogni sua sfumatura. Detta così, pareva che fossero loro i cattivi ma la verità era che per proteggere tutti, qualcuno andava sacrificato e se quel qualcuno era un pirata, un rivoluzionario o tutto un popolo che trovava disgustosi e ingiusti i suoi metodi, nessuno lo avrebbe rimpianto, anche perché bastava sostituire alcuni particolari della faccenda in questione e in un batter d'occhio, il resto del mondo non aveva null'altro da fare che annuire con piena approvazione.

Sotto quel simbolo conosciuto anche dai pesci, si erano unite centosettanta nazioni, i cui capi dovevano essere pronti a rispondere se interpellati. Una coalizione gigantesca, tutta devota al motto "Giustizia ad ogni costo", che si avvaleva di un'organizzazione che aveva per l'appunto il compito di difendere la pace in nome di quel credo: la Marina. A lei spettava svolgere il lavoro e aveva sempre avuto la mano libera su come agire per fermare l'infetto fenomeno della pirateria.

Questo prima di quello scandalo.

Per la prima volta in assoluto, da quando era stato creato, il Governo Mondiale era stato colpito all'interno, dove infiltrarsi tanto a fondo era impossibile anche per dei potenziali suicidi. Tradito dal braccio giustiziero su cui tanto contava e ferito a tal punto da far vivere l'odio per l'eternità. Forse la parola più adatta era umiliato, preso in giro come un qualunque sprovveduto e il solo ricordare che cosa esso aveva scatenato, bastava a mandare in bestia quei vecchietti dalla faccia tanto composta. Il loro atto di omissione era stato spiazzato, reso nudo per quello che era, lasciando che la verità,quella vera,fosse vista da tutti. Ovviamente poi si erano adoperati al fine di modificare quanto saltato fuori e infatti solo pochissimi all'interno della Marina, erano a conoscenza dei fatti per quello che erano: per essere specifici, quelli al corrente di ciò erano il grande ammiraglio Sengoku e il vice ammiraglio Garp ma da uomini razionali quali erano, si erano rifiutati a credere alla maggior parte di quelle rivelazione farcite a dovere dai giornali per ordine dei cinque astri: conoscevano Aron da così tanto che nemmeno la più grossa delle panzane al suo riguardo avrebbe fatto cambiare loro opinione.

Aron...

Cavolo, al Pugno venne da ridere. Seppur a notevole distanza da allora, quel nome l'aveva saputo scuotere a tal punto da indurlo a pensare che il suo vecchio amico e superiore non se ne fosse andato come pensava ma purtroppo, il parlare faccia a faccia con quella ragazza, gli aveva dato conferma che per lui, il cammino era finito. L'amarezza che bagnava i ricordi legati a quell'ultimo periodo, prima dell'inizio dell'inaspettata era della pirateria, gli inondò la bocca come se avesse bevuto un'intera bottiglia di ferro liquido. La felicità di poter pronunciare quel nome ancora una volta si era dissolta al sol rimembrare quanto c'era dietro ad esso. Erano sensi di colpa quelli che stavano tornando a galla, rimorsi indelebili per il non essere riuscito a imporsi come amico e dunque aiutare un uomo che aveva varcato l'uscita col sorriso sulle labbra e senza alcun ripensamento. Era rimasto a guardare perché ordinatogli proprio da lui, perché quella era la sua volontà e nonostante i diversi tentativi iniziali per dissuaderlo - e che poi avevano comportato da parte dell'altro una sonora mazzata d'haki sulla testa - solamente alla fine si era zittito, accettando la sua decisione seppur molto a malincuore.

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