Le paludi di Loriam

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Un altro giorno, un'altra nevicata.

Oars III era seduto al suo solito posto e l'ammirava in tutta la sua sofficità e freddezza. Quei tondi fiocchetti di neve facevano a gara per scendere il più velocemente possibile, sorpassandosi a vicenda, rallentando la loro caduta o accelerando involontariamente. Era davvero buffo vedere quei strani chicchi color latte scendere dal cielo, imbiancare il terreno e ghiacciare il mare. Peccato che ogni volta doveva togliersi dalla testa, dalle zanne e dalle molte altre parti del corpo scoperte quella coltre immacolata che a lungo andare gli provocava un certo fastidio. Per l'ennesima volta, il suo sbuffo fu così sonoro da trasformarsi in una forte folata di vento caldissima che spinse una buona parte della neve lontano dalla sua bocca. Con un paio di dita si grattò via la neve dai capelli e si pulì le zanne sporgenti dai lati della bocca. Era davvero un peccato che non ci fosse un posto tranquillo sotto cui ripararsi...

Senza un motivo preciso, gli venne in mente Ace: era davvero un ragazzo simpatico, la sua compagnia gli era piaciuta fin da subito e aveva anche un bel cappello! L'arancione era un colore così allegro e poi la falda adornata con tutte quelle palline rosse, che si univano attorno a quei due stemmi dalle faccine sorridenti e malinconiche era molto pittoresca. Di cappelli ne aveva visti tanti però al momento quello del nuovo amico era presente nella sua testa poichè come modello di riferimento stava usando proprio quello. Si, si era davvero un gran bel cappello: non gli sarebbe dispiaciuto averne uno tutto suo ma era già un impresa trovare delle grosse vele colorate che potesse cucire per ottenere dei vestiti, figurarsi costruire una cosa tanto complicata come un cappello o quanto meno, trovarne uno della sua misura....

E intanto la neve scendeva. Sbuffò e, ancora una volta, con le dita, si tolse la neve depositatagli sulle punta delle zanne: davvero non capiva come una cosa tanto bella come la neve potesse era così fastidiosa. Proprio non capiva....

"Ehi, Oars!!!"

Il sentire pronunciare il proprio nome gli fece sbattere le palpebre un paio di volte. La voce non gli era nuova. Movendo di pochissimo la testa coperta dalla folta barba e dai lunghi capelli, il gigante fece roteare i suoi piccoli occhi verso il basso: con grande sorpresa ci trovò proprio Ace e da come sorrideva, doveva essergli capitato qualcosa di bello, anche se non comprendeva ancora la ragione. Inoltre, che cos'era quella grossa cosa tonda gialla dietro alle sue spalle?

"Ciao, Ace. Essere venuto a guardare neve?" lo salutò.

Il moro sorrise. Le volte che veniva a trovarlo gli poneva sempre la stessa domanda.

"Non proprio, sono venuto per darti una cosa" confessò.

Incuriosito, il gigante piegò la testa su di un lato. Che si trattasse di quella strana cosa gialla?

Si lisciò la barba attaccata alla guancia mentre osservava Ace trascinare ancor più vicino quel buffo oggetto. Anche se era lievemente chino per vedere meglio, non riusciva a collegare la cosa a una forma che avesse già visto.

"Cosa è?" domandò poi non trattenendo più la curiosità.

Per tutta risposta, Ace si voltò sorridente e gli fece segno di prendere quel che aveva portato lassù in cima. Nonostante fosse un po' confuso, l'amico allungò il braccio quanto serviva e con l'enorme mano afferrò l'oggetto. Nel tastarlo, scoprì che era paglia, paglia resistente, la quale era stata intrecciata e lavorata al fine di creare quel grande e tondo coso che aveva le fattezze di una scodella. Lo osservò, piegando il capoccione più volte e guardandolo in ogni sua angolatura, con la speranza di scorgere un che di rivelatore che gli permettesse di capire cosa reggeva fra le mani.

"Cosa essere, Ace?" chiese per la seconda volta, arrendendosi.

"E' un cappello. E' conosciuto come Kasa, l'ho costruito per te" spiegò il moro raggiante.

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