Diverse settimane dall'attacco all'isola di Banaro, venne pubblicato sui giornali di ogni continente una notizia che fece accapponare la pelle non soltanto alla gente comune ma anche a quei pirati che rientravano a far parte della schiera delle dieci supernove.
Da qualche tempo la Marina aveva diminuito drasticamente il proprio raggio d'azione e il numero di imprese stesse nei territori che prima pululavano di uomini in uniforme in cerca di filibustieri da sbattere al fresco; l'arcipelago Shabondy per esempio era deserto, non c'era traccia di plotoni o vice ammiragli che ne rastrellassero le zone più infime. La gente non era così stupida da non capire che qualcosa stava bollendo in pentola, che quella strana quiete era da interpretare come segno di un imminente tempesta che presto avrebbe assunto le fattezze di una guerra disastrosa priva di indenni. Le isole dove si trovavano le fortezze militari si erano spopolate in un soffio, le correnti marine più frequenti, tenute sott'occhio da avamposti strategici, ora erano pulite e libere.In poche parole, il personale di ogni ufficio, centrale o base, era stato ridotto al minimo. Indubbiamente c'era qualcosa che la Marina stava preparando in tutto silenzio, qualcosa di molto grosso la cui segretezza era di vitale importanza per la sua stessa riuscita e fino al momento propizio,tale progetto doveva rimanere nascosto tra le mura di Marineford, fra bocche complici e autorevoli.
Ma la tensione era alta e le pareti fremevano dalla voglia di lanciare, di urlare la loro sfida con euforia calda e assetata e contenerla stava diventando più difficile di quanto si presentasse; da tempo un avvenimento di quelle proporzioni non prendeva vita e ora che finalmente questo era capitato fra le mani di chi lo sperava, era giusto, secondo le persone che muovevano i fili della vicenda, che il resto del mondo ne fosse un pieno spettatore, perchè comprendesse e sostenesse a pieno le cause che stavano dietro a tale manovra.
Per questo le alte sfere,meglio conosciute come i rappresentati del Governo Mondiale, avevano deciso di attendere il momento più opportuno per scuoterlo a dovere e dunque prepararlo a quanto verbalmente stava venendo organizzato fra le sacre mura della giustizia: tempo un'altra manciata di giorni e venne pubblicata la notizia che Portuguese D.Ace, il comandante della seconda flotta di Barbabianca, detto Pugno di Fuoco, era stato condannato a morte e che la sua esecuzione sarebbe avvenuta in pubblico proprio a Marineford. La data era stata fissata per il ventisette di Settembre.
Anche chi già di per sé aveva un nome sudò freddo a tale notizia perché non ci voleva poi un genio a capire come Barbabianca avrebbe reagito davanti al destino imposto a uno dei suoi amati figli. Significava guerra, guerra aperta, una guerra contro tutti. Il braccio del governo aveva lanciato il pesante guanto di sfida al suo nemico più antico e lui lo avrebbe sicuramente raccolto, presentandosi a Marineford seguito da tutti coloro che avrebbero ritenuta giusta la sua causa. Poteva un uomo come il Re dei Mari rischiare di perdere tutto quanto per la vita di un singolo figlio? La lama della sua grande alabarda avrebbe tranciato di netto il collo di chi mai avesse osato porgli quella domanda. Il Bianco amava i suoi figli, uno per uno, perché parte della sua famiglia e le alte sfere puntavano appunto a sfruttare quel legame per costringerlo a venire fuori. Significava guerra si, ma la posta in gioco non era una semplice vittoria che fra qualche secolo sarebbe apparsa nei libri di storia: entrare in conflitto con Barbabianca poneva sul suo piatto della bilancia lo stesso dominio di pace che le terre sotto la sua giurisdizione godevano, le assi di quei anni che ancora reggevano il vecchio regno da cui alcuni traevano esempio, la vita di uomini che avevano deciso di seguirlo per rispetto e ammirazione....e la sorte dell'uomo che Sayuri amava tanto e a cui non aveva potuto chiedere scusa.
Quello sarebbe stato ricordato come "l'Incidente" ma alla fin fine, la cicatrice che esso avrebbe lasciato non sarebbe stata tanto diversa da quelle battaglie emerse volontariamente per testare la forza e anche la testardaggine di entrambe le parti.
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Giglio di picche
FanfictionIl mio sogno è trovare un sogno. Cercarlo significa vivere? Non lo so perchè io non so se ho il diritto di questa mia vita o di questo mio desiderio. Non so cosa sia un sogno ma lo desidero così tanto perchè forse può darmi la felicità che non ho. A...